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Sarà l’arbitra francese a dirigere la sfida tra Germania e Costa Rica, abbattendo l’ultimo grande muro della parità di genere nel mondo del calcio.
Prima arbitra nella seconda divisione francese nel 2014, primo fischietto donna nella Ligue 1 maschile nel 2019. Prima a dirigere una gara di Supercoppa europea (agosto 2019), di Champions league (dicembre 2020) e una finale di Coppa di Francia, il 7 maggio di quest’anno. Quella della 38enne Stéphanie Frappart è stata una carriera fulminante che ha finito per andare oltre gli innegabili meriti sportivi, trasformandola in un simbolo della parità di genere nel mondo del calcio. Logico che fosse lei ad abbattere l’ultimo muro rimasto ancora in piedi, quello della manifestazione più importante: il Mondiale. Giovedì 1 dicembre il fischietto francese arbitrerà l’incontro tra Germania e Costa Rica, valevole per il terzo turno della fase a gironi.
Una partita molto delicata peraltro, perché entrambe le squadre sono ancora in corsa per la qualificazione e a rischiare di più sono proprio i tedeschi, che alla vigilia del torneo erano stati indicati tra i favoriti per la vittoria finale. Stéphanie Frappart era già stata chiamata come quarto ufficiale (collaborando da bordo campo con l’arbitro e con i due assistenti nella direzione della partita) in altri due incontri di questa fase a gironi del torneo organizzato dal Qatar: Messico-Polonia e Portogallo-Ghana.
Ma giovedì allo stadio Al-Bayt si vivrà un momento storico perché sarà cancellato un altro tabù: la francese è una delle tre donne selezionate fra i trentasei arbitri di questo Mondiale, insieme alla giapponese Yoshimi Yamashita e alla ruandese Salima Mukansanga, che lo scorso gennaio fu la prima donna a far parte di una squadra arbitrale nella storia della Coppa d’Africa.
Alla vigilia del Mondiale in Qatar, l’italiano Pierluigi Collina, l’ex arbitro considerato una leggenda dei fischietti e oggi presidente del Comitato arbitrale della Federazione internazionale di calcio (Fifa), aveva evidenziato come le donne stiano assicurando prestazioni di alto livello già da alcuni anni: “Per noi sono solo arbitri ufficiali, questo è il messaggio che ho dato loro. Non siete qui perché siete donne, siete qui perché siete arbitri Fifa”. Di contro, rispetto al suo coinvolgimento in Qatar, Frappart aveva specificato di non vederlo tanto come un risultato personale, quanto piuttosto come “il miglioramento del mondo arbitrale francese”.
In effetti l’ascesa di Stéphanie rientra anche nell’ambito di una campagna lanciata dalla Federazione transalpina nel gennaio del 2019, che prevedeva un piano per professionalizzare le arbitre aumentando le risorse umane e materiali messe a loro disposizione e migliorando la preparazione. Ciò nonostante, una donna che dirige una partita di calcio maschile resta un’eccezione, non solo nelle serie più importanti ma persino a livello amatoriale. Se in Italia solo il 2 ottobre scorso Maria Sole Ferrieri Caputi ha abbattuto il tabù della Serie A, anche nella pioneristica Francia si contano solo un migliaio di fischietti donne, ovvero il 4 per cento del totale degli arbitri. La strada da percorrere è ancora lunga.
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