L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
L’associazione Save the Children ha denunciato la situazione dei bambini di Mosul: impossibile fuggire per via delle esecuzioni sommarie e dei cecchini.
Almeno 350mila bambini sono intrappolati nei quartieri occidentali di Mosul, in Iraq, mentre ormai da mesi imperversa la battaglia tra l’esercito regolare di Baghdad (sostenuto da una coalizione internazionale della quale fanno parte gli Stati Uniti) e i miliziani dell’Isis. A denunciare le condizioni dei più piccoli è l’associazione Save the Children, che ha lanciato un appello alle forze irachene e ai loro alleati affinché facciano tutto ciò che è possibile per proteggerli.
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“Occorre creare dei corridoi di evacuazione e garantirne la sicurezza affinché possano essere utilizzati quanto prima dai civili», ha dichiarato Maurizio Crivallero, direttore dell’organizzazione non governativa in Iraq. Una situazione che assomiglia a quella di Aleppo, città ribelle assediata per lunghissimo tempo dall’esercito di Assad, in Siria, i cui abitanti dei quartieri orientali sono stati evacuati solamente alla fine dello scorso mese di dicembre.
“Le conseguenze dei bombardamenti nelle stradine tortuose di Mosul ovest rischiano di provocare più morti di quanti non ne abbia causati finora il conflitto”, ha spiegato Save the Children in un comunicato. Dopo una relativamente rapida conquista della porzione orientale della città, infatti, le forze irachene si sono lanciate nella città vecchia. Più piccola in termini di superficie ma ben più densamente popolata (la città prima della guerra contava due milioni di abitanti). Ed è proprio in questo reticolato di vicoli che è arroccata la maggior parte delle forze islamiste.
Alcune famiglie contattate dalla ong hanno spiegato che ormai la fuga non è più un’opzione percorribile, a causa delle minacce di esecuzioni lanciate dai combattenti Isis, così come per via dei cecchini e delle mine anti-uomo. “I bambini si trovano di fronte ad una scelta terribile: restare ed affrontare le bombe, la guerra e la fame. Oppure partire, con il rischio di essere fucilati, o colpiti nel corso della fuga”, ha aggiunto Crivallero.
Da parte loro, l’esercito di Baghdad ha invitato la popolazione a restare in casa mentre si svolgono le operazioni per la liberazione di Mosul. La battaglia per cacciare l’Isis si annuncia però particolarmente lunga e complessa: gli jihadisti controllano la metropoli dal 2014 e hanno potuto organizzare la loro difesa. Le truppe irachene stanno in queste ore avanzando verso l’aeroporto e la stampa internazionale parla senza sorpresa di forte resistenza da parte dei miliziani Isis.
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