Il 10 novembre è in programma il lancio del satellite Copernicus Sentinel-6 Michael Freilich, che misurerà il livello dei mari con una precisione mai vista prima.
Ferve l’attesa per il 10 novembre, quando dalla base aerea di Vandenberg, in California, il lanciatore a razzo Falcon 9 di SpaceX porterà in orbita il satellite Copernicus Sentinel-6 Michael Freilich. Una missione che vede impegnate sullo stesso fronte la società di trasporti spaziali fondata dal patron di Tesla Elon Musk, l’Agenzia spaziale europea (Esa) e la sua omologa statunitense, la Nasa. L’obiettivo? Monitorare in modo sempre più preciso l’innalzamento del livello dei mari, che è diretta conseguenza dell’aumento delle temperature globali.
Gearing up for launch🚀
The Sentinel-6 Michael Freilich spacecraft is set to head into Earth orbit on Nov. 10 to monitor the height of the ocean for nearly the entire planet. The U.S.-European satellite will take #SeeingTheSeas to new heights.🛰https://t.co/GC7A6MR8Bbpic.twitter.com/Tjl73onk0a
I preparativi per la prossima missione di Nasa ed Esa
Il 24 settembre il satellite è stato portato a Vandenberg, per poi essere trasferito alla Payload processing facility gestita da SpaceX, dove in questi giorni sono in corso i test. Numerose, e delicate, le operazioni in programma prima del giorno X. Come spiega un comunicato dell’Esa, tra le altre cose bisognerà fare rifornimento di carburante, incapsulare il satellite nella carena e spostarlo fino alla base di lancio. Se tutto procederà secondo i piani, Copernicus Sentinel-6 Michael Freilich resterà in orbita intorno alla Terra per più di cinque anni.
Il livello dei mari monitorato da satellite
Il satellite raccoglierà il testimone di un’opera di monitoraggio del livello dei mari inaugurata addirittura nel 1992 dalla spedizione franco-americana Topex/Poseidon e poi portata avanti dalle varie missioni Jason. A completamento del suo lavoro, fra cinque anni esatti verrà lanciato Copernicus Sentinel-6B, che sarà operativo almeno fino al 2030.
Questi monitoraggi – assicurano Nasa ed Esa – saranno ancora più precisi rispetto ai precedenti. I satelliti Jason infatti tengono traccia di grandi correnti oceaniche (in primis la Corrente del Golfo) e di fenomeni meteorologici periodici come El Niño e La Niña, ma non sono in grado di misurare le variazioni del livello dei mari in prossimità delle coste, che avvengono su scala più piccola ma hanno comunque un impatto, per esempio sulla rotte navali e sulla pesca. Le nuove tecnologie, molto più avanzate, colmeranno questo vuoto. Le mappe, aggiornate ogni dieci giorni, aiuteranno a comprendere meglio le dinamiche dei cambiamenti climatici.
Esa e Nasa alleate per studiare i cambiamenti climatici
“L’innalzamento del livello di mari è una seria minaccia a livello globale, quindi il fatto di avere a disposizione un monitoraggio continuo e preciso dei cambiamenti in corso è determinante per i processi decisionali”, ha dichiarato Josef Aschbacher, direttore dei programmi di osservazione della Terra per l’Esa.
Da decenni le agenzie spaziali e meteorologiche statunitensi ed europee lavorano fianco a fianco, ma questa è la prima missione spaziale congiunta di Nasa ed Esa dedicata allo studio scientifico della Terra. E la prima partecipazione internazionale al programma europeo Copernicus. A sottolinearlo è stato Thomas Zurbuchen, che amministra il direttorato delle missioni scientifiche per l’agenzia spaziale americana. “Lavoriamo insieme come una comunità internazionale, perché così possiamo imparare di più. Insieme, possiamo fornire migliori informazioni a tutti coloro che sono chiamati a prendere decisioni cruciali per il nostro futuro”.
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