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La ricorrenza celebra l’invenzione del dagherrotipo, l’antenato di tutte le macchine fotografiche, che ha rivoluzionato le nostre vite.
Fotografare è un’azione talmente comune, grazie all’incredibile quantità di apparecchi preposti a scattare foto, che abbiamo perso forse quello stupore iniziale che ha accompagnato la nascita di questo straordinario medium. Chissà invece la meraviglia che suscitò l’invenzione del dagherrotipo, sviluppato da Joseph Nicèphore Nièpce and Louis Daguerre nel 1837, che rese possibile lo sviluppo di immagini, entrando in un campo, quello della riproduzione della realtà, che prima era pertinenza esclusiva dei pittori.
Per celebrare questa invenzione che ha contribuito a rivoluzionare il mondo il 19 agosto si festeggia la Giornata mondiale della fotografia, istituita nel 2010 per iniziativa del fotografo australiano Korske Ara. La data è stata scelta proprio perché coincide con la data di nascita del dagherrotipo, fatta risalire convenzionalmente al 19 agosto 1837.
“La fotografia è ovunque e in ogni momento, eppure spesso non riusciamo a capire la portata e la potenza delle immagini che scattiamo ogni giorno – ha dichiarato Ara, specializzato in fotografie degli sterminati e selvaggi paesaggi australiani. – La fotografia è un’invenzione che ha cambiato radicalmente il modo in cui vediamo quello che ci circonda: possiamo visitare posti lontani senza muoverci, condividere e (ri)vivere emozioni e momenti importanti anche a distanza. Prima tutto questo non era possibile”.
Come per tutte le arti e le tecniche per diventare buoni fotografi occorrono esercizio, passione e creatività. La macchina fotografica è però probabilmente il mezzo espressivo più democratico di tutti e consente a chiunque di esprimere la propria interiorità attraverso uno scatto. L’avvento della fotografia digitale ha completato questo processo rendendo questo medium uno dei fenomeni di massa del Ventesimo secolo.
Le fotografie hanno l’incredibile potere di raccontare storie e rievocare ricordi che si credevano sopiti per sempre. Sia da un punto di vista strettamente personale, immortalando istanti indimenticabili della nostra vita o le persone care, che dal punto di vista giornalistico. Il fotogiornalista, secondo la National Press Photographers Association (Nppa), “ha la responsabilità di documentare questa società e preservare la sua storia attraverso le immagini”. Sono infatti tantissime le foto diventate vere e proprie icone di conflitti o altri rilevanti eventi storici, come la celebre immagine del ragazzo cinese che, in piazza Tienanmen, si piantò in mezzo alla strada per opporsi al passaggio dei carri armati.
La fotografia non è tuttavia un mero mezzo di riproduzione, numerosi artisti l’hanno utilizzata per dare vita al proprio universo interiore, giocando con le sue vaste possibilità espressive, variando ad esempio l’apertura del diaframma della fotocamera e il tempo di apertura dell’otturatore o sfruttando la luce. Dagli straordinari colori di Franco Fontana, all’ossessiva rappresentazione del corpo umano di Robert Mapplethorpe, passando per il genio visionaria di Man Ray, sono numerosi i maestri che hanno contribuito a portare la fotografia nei musei trasformandola in una vera e propria opera d’arte.
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