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Si tiene oggi, 12 dicembre, a Parigi, il One Planet summit. Obiettivo: trovare i finanziamenti necessari per i progetti di lotta ai cambiamenti climatici.
I capitali finora stanziati dalla comunità internazionale per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – raggiunto esattamente due anni fa, il 12 dicembre 2015 – e salvare il pianeta dalla catastrofe climatica non sono sufficienti. È per questo che, a soltanto un mese di distanza dalla fine della Cop 23 di Bonn, il mondo si ritrova di nuovo nella capitale francese per il One Planet summit, organizzato su impulso del presidente francese Emmanuel Macron, dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale. Obiettivo: uscire dalla giornata di lavori con dei risultati concreti in mano. Ovvero, con dei fondi da poter stanziare immediatamente.
A Parigi è presente una cinquantina di capi di stato e di governo: quelli che, secondo gli organizzatori, sono pronti a spendersi (e a spendere) per la lotta ai cambiamenti climatici. È per questo che, ad esempio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non è stato invitato: l’amministrazione di Washington è rappresentata solamente da un ambasciatore. Ma “l’America è là”, hanno assicurato le autorità francesi: a partire dalla presenza di uomini influenti come l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, l’ex sindaco di New York e fondatore della rete di metropoli C40 Michael Bloomberg, nonché uno degli ideatori di We are still in, associazione di città, stati federali, imprese e università che non accettano la posizione di Donald Trump in materia di ambiente.
Assieme a lui, la presidente attuale del C40 e sindaco di Parigi Anne Hidalgo, che parlando dal palco del summit ha ricordato: “Le città sono in prima linea nella transizione ecologica. Esse potranno contribuire a centrare il 40 per cento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi”.
Heureuse de recevoir une nouvelle fois Arnold @Schwarzenegger à #Paris. Les Villes & les Régions du monde sont unies pour la qualité de l’#air. Pleased to welcome @Schwarzenegger. Cities and Regions of all over the world are together to defend air quality #StopPollution pic.twitter.com/BkUPcWlV7d
— Anne Hidalgo (@Anne_Hidalgo) 11 dicembre 2017
Come? Ad esempio, “facendo passare l’idea che punta alla fine dell’automobile individuale nel luoghi urbani: sono convinta che possiamo guidare e persuadere i governi. Non ci accontentiamo più di pensare globalmente e agire localmente. Ci vuole una nuova rivoluzione nella governance del clima, che porti a pensare localmente per agire globalmente. Dobbiamo permettere ai nostri figli e nipoti di poter continuare a vivere su questo pianeta”.
[ACTION] At the #OnePlanetSummit , civil society says #NotAPennyMore to dirty energy ! NO to coal, nuke, gas and false solutions and YES to people’s power ! #OnePlanetSummit pic.twitter.com/soODlO11ud
— Amis de la Terre FR (@amisdelaterre) December 12, 2017
“Al One Planet summit saranno assunti impegni molto concreti, nuovi progetti e nuovi modi di lavorare insieme”, ha assicurato l’Eliseo. La dichiarazione finale della conferenza, tuttavia, non sarà in alcun modo vincolante per gli stati partecipanti. È per questo che le organizzazioni non governative ambientaliste – che accusano da settimane il presidente Macron di non trasformare le parole in azioni concrete – hanno chiesto alla Francia “di smetterla di fare del cinema sulla questione climatica”, come affermato da Sarah Fayolle, rappresentante di Greenpeace, nel corso di una conferenza stampa congiunta con altre associazioni.
Per questo, mentre nella struttura avveniristica della Seine Musicale si ritrovano i grandi del mondo, le ong si sono date appuntamento al Pantheon, per ribadire le azioni necessarie per salvare il mondo, a cominciare dall’abbandono di “qualunque sostegno a progetti di sfruttamento delle energie fossili”.
“Questo summit non deve rappresentare soltanto una vetrina politica, né limitarsi a riciclare vecchi annunci, che sappiamo già essere insufficienti per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Occorre bloccare ogni finanziamento pubblico a gas, petrolio e carbone. E garantire una vera giustizia climatica”, ha spiegato Lucile Dufour, della Réseau action climat. “Ne va – ha aggiunto Armelle Le Comte, di Oxfam France – della credibilità di Macron: il presidente ha fatto molti annunci, ora deve passare all’operatività”.
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