
L’Overshoot day, ovvero il giorno in cui la Terra ha esaurito le proprie risorse annuali, è scattato il 28 luglio, un giorno prima rispetto al 2021.
A quattro mesi e mezzo dall’inizio dell’anno, il nostro paese ha già consumato tutte le risorse che il Pianeta ha da offrirgli. Il 15 maggio 2022 è l’Overshoot day d’Italia.
Sono passati 135 giorni dall’inizio dell’anno. Non siamo nemmeno a metà di questo 2022 e l’Italia ha già finito tutte le risorse che il pianeta le ha messo a disposizione. Il 15 maggio è il nostro Overshoot day. Da oggi, siamo in debito con la Terra.
L’Overshoot day è il giorno che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni. La data cambia di anno in anno a seconda della rapidità con cui tali risorse vengono sfruttate, e viene calcolata dal Global footprint network (Gfn), un’organizzazione internazionale che si occupa di contabilità ambientale e che calcola l’impronta ecologica dei paesi.
Si può parlare di Overshoot day mondiale, ma anche di Overshoot day nazionale, come in questo caso, in quanto la maggior parte dei paesi (anche se non tutti) ha una data in cui esaurisce le proprie risorse. Per l’Italia questo giorno è il 15 maggio ed è tristemente in linea con quello degli anni passati. Nel 2021 era stato il 13 maggio, nel 2020 il 14 maggio.
In pratica, se tutto il mondo vivesse come sta facendo l’Italia in questo momento, ci sarebbe bisogno di quasi altri tre pianeti: 2,7 Terre per essere precisi.
Mettendo a confronto i dati di tutti i paesi analizzati, si scopre che in termini generali sono gli Stati Uniti il paese che consuma di più al mondo, con un fabbisogno annuale di 5,1 pianeti, seguiti dall’Australia ferma a 4,5 e dalla Russia con 3,4. In questa classifica l’Italia, con il suo 2,7, è “solo” decima.
La situazione cambia drasticamente se si prende in analisi solamente il nostro paese. Quanti paesi come l’Italia avremmo bisogno per vivere come stiamo facendo oggi? La risposta è 5,3. Un dato agghiacciante che ci colloca in seconda posizione, subito dopo il Giappone (che avrebbe bisogno di 7,9 paesi come lui per sopravvivere) e davanti alla Svizzera (4,4). Gli Stati Uniti, in questa classifica, sono decimi (2,4).
Per il momento, secondo i calcoli diffusi dall’organizzazione, l’umanità avrebbe bisogno delle risorse prodotte da 1,75 Terre per continuare a vivere come sta facendo ora.
L’Italia purtroppo è solo uno dei trenta paesi che in questi pochi mesi dall’inizio dell’anno hanno già raggiunto questa data: il primo fra tutti è stato il Qatar che ha terminato le sue risorse il 10 febbraio; il secondo il Lussemburgo il 14 febbraio; e poi Canada, Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti il 13 maggio.
Per il momento non è ancora nota la data dell’Overshoot day mondiale, dato che verrà diffusa dal Global footprint network il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente. Nel 2021 era stato il 29 luglio, mentre nel 2020, complice la pandemia di coronavirus e le relative misure restrittive, era arrivato con tre settimane di ritardo, il 22 agosto.
Cioè che emerge dai dati diffusi quest’anno è che, a livello mondiale, l’umanità sfrutta metà della capacità biologica della Terra solamente per produrre cibo. Il Global footprint network stima che potremmo ritardare la data dell’Overshoot day mondiale di ben 32 giorni se solo ci impegnassimo a ridurre gli sprechi alimentari, seguissimo una dieta a base vegetale e adottassimo pratiche di agroecologia, rigenerando gli ecosistemi. “Tutti questi fattori contribuiscono a creare una dieta sana, sostenibile e accessibile per ognuno di noi”, scrivono su una delle infografiche diffuse quest’anno.
L’Overshoot day arriva ogni anno, puntuale e inarrestabile come solo la natura sa essere. Ma non si tratta solo di una data simbolica. L’Overshoot day è il conto che ci presentano le scelte che facciamo, come cittadini e come governi. È un puzzle che andiamo a comporre giorno dopo giorno, tessera dopo tessera. Sono i sussidi alle fonti fossili. È la bistecca che mettiamo nel piatto. È l’ennesimo abito di fast fashion nei nostri armadi. È la macchina usata per fare pochi chilometri e l’aereo che parte senza passeggeri. È la mentalità consumistica che ci porta a pensare che più sia meglio: più cibo, più vestiti, più consumi, anche quando è lo stesso pianeta che abitiamo a chiederci di rallentare. Una richiesta che è giunta forte e chiara con una pandemia che ci ha obbligati a fermarci per due anni e che, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha provocato oltre 15 milioni di morti.
L’Overshoot day un giorno non ci sarà più, ma sta a noi decidere il perché: avremo distrutto tutto o avremo finalmente imparato dai nostri errori?
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