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L’Overshoot day è il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. E arriva sempre prima.
Ultimo aggiornamento: 28 luglio 2022
Tutte le specie viventi che popolano il pianeta, animali e vegetali, vivono in stretta simbiosi con esso, non prendono più di quanto possa offrire e non lo danneggiano, d’altronde se lo facessero sarebbero le prime a risentirne. Tutte le specie, dicevamo, tranne una: l’uomo (Homo sapiens).
L’Overshoot Day è il giorno che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni. La data, che muta di anno in anno a seconda della rapidità con cui tali risorse vengono sfruttate, viene calcolata dal Global footprint network (Gfn), organizzazione internazionale che si occupa di contabilità ambientale calcolando l’impronta ecologica.
Ogni anno questa inquietante scadenza sembra arrivare prima, prospettando un futuro sempre più cupo per la razza umana. Attualmente, secondo il Gfn, la popolazione mondiale sta consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno, questa cifra dovrebbe salire a due pianeti entro il 2030, in base alle tendenze attuali. Il pianeta che abbiamo a disposizione, però, è soltanto uno. L’umanità ha iniziato a consumare più di quanto la Terra producesse nei primi anni Settanta, da allora il giorno in cui viene superato il limite arriva sempre prima (nel 1975 era il 28 novembre), a causa della crescita della popolazione mondiale e dell’espansione dei consumi in tutto il mondo.
La data nel 2022 arriva un giorno in anticipo: il 28 luglio. Non è mai stata così presto.
Con la fine dei lockdown e la ripresa di tutte le attività la data torna esattamente al pre-pandemia: il 29 luglio.
Complici le misure di lockdown adottate per fermare la pandemia di coronavirus, l’Overshoot day 2020 cade il 22 agosto, con tre settimane di ritardo rispetto al 2019. Non accadeva da dieci anni.
L’Overshoot day non ferma la sua inarrestabile corsa e nel 2019 arriva prima che mai: il 29 luglio l’umanità ha già dilapidato il budget di risorse naturali che il pianeta ci ha messo a disposizione.
Overshoot Day marks the date when humanity’s demand for ecological resources and services in a given year exceed what Earth can regenerate in that year. This year, it lands on July 29th. What steps will you take to #MoveTheDate back to Dec. 31 before 2050? https://t.co/QPWaF8sm0p pic.twitter.com/HQKLuIGx86
— Footprint Network (@EndOvershoot) 25 luglio 2019
Nel 2018 l’Overshoot day è stato il 1° agosto e da allora la popolazione mondiale ha iniziato ad utilizzare risorse che il pianeta non sarà più in grado di rigenerare.
La tendenza non cambia, nel 2017 il cosiddetto “Giorno del superamento della Terra” cade il 2 agosto, mai così in anticipo dai primi anni Settanta, epoca in cui abbiamo iniziato ad abusare delle risorse naturali.
Nel 2016 il nostro debito è iniziato l’8 agosto, oltre quattro mesi e mezzo prima della fine dell’anno. Complice il costante aumento della popolazione mondiale e la bulimia di risorse tipica della nostra specie, consumiamo il capitale naturale in un tempo più ristretto rispetto al passato.
Nel 2015 abbiamo esaurito il “budget” offerto dalla natura (e iniziato dunque a sottrarre preziose risorse naturali a chi verrà dopo di noi) il 13 agosto, mentre nel 2014 il punto di non ritorno era scattato il 19 agosto.
La data viene calcolata confrontando le esigenze dell’umanità, in termini di emissioni di carbonio, terreni coltivati, sfruttamento degli stock ittici, e uso delle foreste per il legname, con la capacità del pianeta di rigenerare queste risorse e di assorbire il carbonio emesso. “Il problema principale è che, nonostante l’evidente deficit ambientale, non stiamo prendendo misure per imboccare la giusta direzione – ha dichiarato Mathis Wackernagel, presidente del Gfn. – Il problema è anche psicologico, quello che è ovvio per il 98 per cento dei bambini è considerato un rischio minore che non merita la nostra attenzione dai pianificatori economici”.
Smettere di appropriarci indebitamente della ricchezza appartenente alle generazioni future sarebbe non solo auspicabile ma anche vantaggioso, secondo Mathis Wackernagel, “questo obiettivo è attuabile con le tecnologie disponibili ed è economicamente vantaggioso dato che i benefici complessivi sono superiori a costi. Si possono stimolare settori emergenti come le energie rinnovabili, riducendo i rischi e i costi connessi a settori imprenditoriali senza futuro perché basati su tecnologie vecchie e inquinanti”. Per raggiungere questo obiettivo, letteralmente vitale per la nostra specie, molte nazioni hanno adottato provvedimenti, disinvestendo dalle fonti fossili per puntare sulle energie pulite e impegnandosi a ridurre il consumo di carne, la cui produzione ha un terribile impatto ambientale.
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