Pakistan. Le proteste contro il caro-energia vanno avanti da settimane

L’estate ha visto raddoppiare i costi dell’elettricità in Pakistan, così come quello dei generi alimentari. E sono scoppiate profonde proteste.

  • Il Pakistan vive un momento difficile sia dal punto di vista politico che dal punto di vista economico.
  • L’impennata dei prezzi energetici e alimentare ha fatto esplodere la rabbia della popolazione, che è scesa in piazza.
  • Ci sono state aggressioni contro lavoratori delle compagnie energetiche e sono state bruciate pubblicamente bollette.

Da fine agosto il Pakistan è scosso da profonde proteste contro il caro-energia. I prezzi dell’elettricità sono raddoppiati nel corso dell’estate e lo stesso è successo per i beni alimentari di prima necessità, come il pane. Il paese si trova in una fase di difficoltà politica e economica, da una parte guidato da un governo di transizione, dall’altra piegato dall’inflazione galoppante e dalle ferite delle alluvioni dello scorso anno.

L’impennata dei prezzi energetici ha fatto esplodere la popolazione, che è scesa in piazza per protestare assaltando anche le sedi di alcune compagnie energetiche. Ma il governo non può fare molto per risolvere la situazione.

Le difficoltà del Pakistan

Il Pakistan non sta vivendo un momento felice, sotto tutti i punti di vista. Nel 2022 il primo ministro Imran Khan, accusato di corruzione, è stato destituito con un voto parlamentare e da quel momento il paese è guidato da un esecutivo di transizione e si trova in un contesto di instabilità politica.

Nell’estate 2022 il Pakistan è stato poi messo in ginocchio dalle alluvioni che hanno colpito decine di distretti, causando migliaia tra morti e feriti e milioni di sfollati. L’emergenza climatica si è presto trasformata in crisi umanitaria, con 3,5 milioni di bambini dei distretti colpiti dalle violente piogge che sono finiti in stato di malnutrizione e più in generale quasi un terzo della popolazione dei distretti colpiti classificabile nello stato di insicurezza alimentare. Sullo sfondo il paese ha visto impennarsi sempre più l’inflazione, raggiungendo il picco del 36,4 per cento.

Ora è la volta di una nuova emergenza. Nelle case dei pakistani sono arrivate le bollette dell’elettricità di luglio e la sorpresa è stata drammatica. I costi sono raddoppiati drasticamente, e lo stesso è successo anche per il petrolio. Come se non bastasse e anche di riflesso, a raddoppiare è stato anche il prezzo della farina e quindi del pane. Anche il prezzo di altri beni alimentari si è impennato, per esempio lo zucchero

Esplodono le proteste

Sulla questione è intervenuto il ministro delle Finanze del Pakistan, Shamshad Akhtar, che ha ammesso l’impossibilità di intervenire con sussidi o altro. Il paese infatti nei mesi scorsi ha strappato un prestito dal Fondo monetario internazionale da tre miliardi di dollari, che obbliga però a stringere la cinghia e ad alzare i prezzi. E la popolazione ha deciso di ribellarsi.

Migliaia di persone, tra cui molte donne e persone transgender, sono scese in piazza nelle principali città del paese per far sentire la propria voce. La gente ha messo in atto gesti dimostrativi, strappando pubblicamente le proprie bollette dell’elettricità e le proteste vanno ormai avanti dal 25 agosto. A Karachi un lavoratore della compagnia energetica K-Electric (KE) è stato aggredito da una folla inferocita. Nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa il dipartimento energetico ha chiesto la protezione della polizia per le sue risorse umane. Molti negozi nello scorso week end hanno abbassato le serrande per protesta contro il caro-prezzi, causando una perdita per l’economia nazionale di 30 milioni di euro circa. 

Intanto molti lavoratori stanno cercando di adeguare i proprio turni all’emergenza. Visto che i costi energetici sono più alti nel tardo pomeriggio e in serata, c’è chi ha iniziato a lavorare di notte per cercare di alleggerire la bolletta. Sul tema è intervenuto anche l’Iran, che si è detto disposto ad aiutare il Pakistan offrendo gas, petrolio ed elettricità a prezzi più bassi.

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