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L’azienda specializzata nella realizzazione di superfici ceramiche ha pubblicato il bilancio di sostenibilità 2016, confermando la propria vocazione all’innovazione e al rispetto per l’ambiente.
Riduzione delle emissioni inquinanti, lotta allo spreco energetico, tutela dei dipendenti e sviluppo di materiali sempre più sostenibili. Queste sono alcune delle azioni intraprese da Panariagroup, uno dei principali produttori italiani di ceramica per pavimenti e rivestimenti, presentate nel proprio bilancio di sostenibilità 2016. Il rapporto, il primo dell’azienda, analizza nel dettaglio la responsabilità economica, ambientale e sociale di Panariagroup ed è stato redatto in conformità ai Gri Standards, i nuovi standard di rendicontazione della sostenibilità presentati lo scorso anno dalla Global Reporting Initiative (Gri).
L’innovazione tecnologica è da sempre la pietra angolare per lo sviluppo di Panariagroup e rappresenta la chiave strategica per raggiungere nuovi traguardi nella produzione ceramica e nel rispetto per l’ambiente. L’azienda emiliana è stata, ad esempio, il primo gruppo ceramico a investire sul grès porcellanato laminato, prodotto fortemente votato alla sostenibilità. Questo materiale vanta infatti ottime prestazioni, le grandi lastre ultrasottili, rispetto al prodotto tradizionale, riducono del 50 per cento il fabbisogno di energia termica per m2 prodotto, riducono del 20 per cento il fabbisogno di energia elettrica per m2 prodotto, diminuiscono dell’80 per cento il fabbisogno d’acqua e tagliano del 30 per cento le emissioni di CO2.
La riduzione del proprio impatto ambientale è una cosa seria per Panariagroup, come dimostra anche la gestione operativa dei singoli stabilimenti. Tutti i siti produttivi europei, certificati ISO ed EMAS, rispondono a logiche di sostenibilità (gli stabilimenti di Fiorano e Finale Emilia sono dotati di impianti fotovoltaici), mentre tutti i prodotti sono sottoposti a rigorosi controlli di qualità e la gran parte di essi ha ottenuto certificazioni ambientali.
Gli sprechi sono ridotti al minimo e gli scarti produttivi vengono in gran parte recuperati, gli stabilimenti italiani riutilizzano il 100 per cento dell’acqua di processo riducendo così il consumo di risorse idriche. Anche la gestione dei rifiuti avviene in maniera virtuosa: nel 2016 la quasi totalità dei rifiuti prodotti è stata destinata al recupero.
In un mercato del lavoro sempre più disumanizzato e sempre più meccanizzato, Panariagroup sembra credere ancora fortemente nei lavoratori. Nel 2016 il numero dei dipendenti è cresciuto del 5 per cento rispetto all’anno precedente e il gruppo si è impegnato sino ad oggi a mantenere stabile il livello occupazionale. Per quanto riguarda le condizioni di lavoro Panariagroup ha incrementato un sistema integrato per garantire la protezione e la sicurezza dei dipendenti, a partire da un’adeguata formazione interna dei neoassunti e dal costante monitoraggio degli indici di infortunio.
Dal rapporto emerge anche l’importanza che il gruppo conferisce al territorio in cui opera. Panariagroup punta alla valorizzazione dell’economia locale, concentra infatti i propri acquisti sui fornitori del luogo (75 per cento) e promuove i rapporti con il territorio stesso (nel 2016 ha donato 338mila euro alle comunità locali).
“Siamo orgogliosi di presentare per la prima volta nella nostra storia il bilancio di sostenibilità – ha dichiarato Emilio Mussini, presidente di Panariagroup – che noi vogliamo intendere non solo come certificazione di un percorso di impresa responsabile che ci contraddistingue fin dalle nostre origini, ma anche come stimolo per costruire e realizzare iniziative che ci portino a rafforzare, anno dopo anno, l’impegno nei confronti dello sviluppo sociale ed economico della comunità di cui siamo parte nel pieno rispetto delle componenti ambientali. Crediamo fortemente in un modo di fare impresa etico e responsabile che va ad allinearsi a quelle che sono, in maniera sempre più evidente, le richieste manifestate dai consumatori in tutto il mondo e in tutti i settori”.
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