Olimpiadi invernali

Paralimpiadi invernali, uno spiraglio di luce nell’ombra della guerra

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, gli atleti paralimpici in gara a Pechino ci hanno mostrato il lato positivo della cooperazione internazionale.

  • I Giochi paralimpici invernali di Pechino 2022, che si sono tenuti nella capitale cinese dal 4 al 13 marzo, sono stati contraddistinti da un clima di tensione e dalla mancata partecipazione degli atleti russi e bielorussi.
  • Eppure, le Paralimpadi dovrebbero lasciare spazio alle storie incredibili di chi vi prende parte, mostrando al mondo che tutto è possibile, compresa l’unità internazionale.
  • La squadra cinese si è aggiudicata il maggior numero di medaglie.

Andrew Parsons, il presidente del Comitato paralimpico internazionale (Cpi), ha tenuto un discorso venerdì 4 marzo allo stadio nazionale di Pechino, soprannominato “Nido d’uccello”, per l’inaugurazione delle Paralimpiadi invernali, qualche settimana dopo la fine delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022.

Alla cerimonia d’apertura si è assistito a un incantevole assortimento di giochi di luce, musica e artisti, tutti parte di una coreografia mirata a comunicare un messaggio di inclusività e di pace. Eppure, la magia dello spettacolo e la gioia degli atleti portabandiera non hanno potuto scacciare l’ombra della guerra che gravava sull’evento. Gli atleti ucraini, che hanno fronteggiato delle difficoltà per arrivare ai Giochi, hanno deciso di portare degli striscioni con messaggi contro la guerra. Alcuni di loro erano in lacrime, consolati da membri di altre delegazioni.

paralimpiadi invernali pechino 2022
La cerimonia d’apertura delle Paralimpiadi invernali di Pechino 2022 © Steph Chambers/Getty Images

Nel suo discorso, Parsons non ha mancato di prendere atto della situazione: “Stasera voglio cominciare con un messaggio di pace, come leader di un’organizzazione la cui essenza è l’inclusione, dove si celebra la diversità e le differenze vengono abbracciate. Sono inorridito da ciò che sta succedendo nel mondo in questo momento. Il Ventunesimo secolo è un’epoca di dialogo e diplomazia, non di conflitti e odio”, ha affermato.

Le Olimpiadi in tempo di guerra

La controversia riguardo alla posizione del Cpi sulla guerra in Ucraina ha dominato le notizie nei giorni precedenti alla cerimonia d’apertura. Inizialmente, il Cpi aveva dato l’autorizzazione agli atleti russi e bielorussi a prendere parte ai Giochi sotto la bandiera paralimpica, per poi annullare tale decisione in seguito a minacce di boicottaggio da diversi comitati nazionali, applicando un divieto totale che ha impedito a 83 atleti di andare a Pechino. “Al Cpi crediamo fermamente che lo sport e la politica debbano rimanere separati. Tuttavia, […] per proteggere l’integrità di questi Giochi e la sicurezza di tutti i partecipanti, abbiamo deciso di rifiutare la registrazione di atleti dal Comitato paralimpico russo e dal Comitato paralimpico nazionale bielorusso”, ha detto Parsons.

Craig Spence
Craig Spence, portavoce del Comitato paralimpico internazionale (Cpi) © Zhe Ji/Getty Images

“Agli atleti delle nazioni interessate, siamo davvero spiacenti che siate stati colpiti dalle decisioni che i vostri governi hanno preso settimana scorsa di violare la tregua olimpica. Siete vittime delle azioni dei vostri governi”, ha continuato. Questa presa di posizione è stata complicata anche dalla Cina, i cui stretti legami con la Russia e la mancanza di una denuncia dell’invasione dell’Ucraina l’hanno messa in disaccordo con il Cpi. Le notizie dalla Cina suggeriscono che il discorso d’apertura di Parsons sia stato censurato dall’emittente nazionale cinese, Cctv, che ha omesso di tradurre la sua condanna alla guerra in diretta nazionale e pare abbia persino abbassato il volume durante il discorso. “Siamo a conoscenza di queste segnalazioni e abbiamo chiesto una spiegazione a Cctv”, ha dichiarato il portavoce del Cpi Craig Spence sabato 5. “24 ore dopo siamo ancora in attesa di una risposta”.

Eppure, l’ombra della guerra non può macchiare un’intera Olimpiade e togliere agli atleti i loro momenti di gloria e la possibilità di mostrare al mondo che la pace e l’unità internazionale siano possibili, a partire dallo sport.

La forza di fronte alle difficoltà

Le Paralimpiadi invernali sono piene di storie incredibili di perseveranza e di forza di fronte alle avversità. Storie che hanno il potere di ispirare altri atleti e persone in tutto il mondo, a prescindere da qualsiasi impedimento fisico. Dallo sci alpino e di fondo allo snowboard e all’hockey su slittino, gli uomini e le donne in gara a Pechino hanno dimostrato che non c’è alcun limite a ciò che si può conseguire con l’impegno e la determinazione. Per citare Ade Adepitan, ex-cestista in carrozzina e vincitore di una medaglia d’oro paralimpica, che ha scritto un articolo per il Guardian: “So che suona un po’ banale, ma ci sono questi atleti con arti mancanti, lesioni spinali, problemi alla vista, paralisi cerebrale e ogni sorta di livello di disabilità che stanno conquistando il terreno più difficile che si possa affrontare. Le montagne. La neve. Il ghiaccio”.

Andrew Kurka, paralimpiadi invernali
L’atleta statunitense Andrew Kurka © Alexander Hassenstein/Getty Images

Anche solo assistere alla gara di sci alpino per ipovedenti, in cui gli atleti sono indirizzati nella discesa da una guida mentre il pubblico rimane in silenzio durante tutta la corsa in modo da non disturbare la comunicazione tra la coppia, è abbastanza per lasciare sbalordito qualunque spettatore. Ci sono innumerevoli storie affascinanti, come quella dell’atleta statunitense Andrew Kurka, che si è rotto la schiena da tredicenne e ha vinto una medaglia d’oro nel 2018, diventando il primo atleta in Alaska a vincere una medaglia paralimpica. Oppure quella di Billy Bridges, uno degli atleti paralimpici più decorati di sempre, che si è guadagnato una medaglia di ogni colore nell’hockey su slittino e sa colpire il dischetto a oltre 130km/h. C’è anche la snowboarder olandese Lisa Bunschoten, che ha vinto una medaglia d’argento nello snowboard cross, un bronzo nel banked slalom, ed è stata campionessa del mondo nel 2019; inoltre, Bunschoten ha fondato Adaptive board chicks per ispirare altre ragazze a uscire a divertirsi sullo snowboard.

Lisa Bunschoten, paralimpiadi invernali
La snowboarder olandese Lisa Bunschoten © Alex Davidson/Getty Images

A questa edizione delle Paralimpiadi invernali ha preso parte il più grande contingente di atleti asiatici di sempre, grazie in gran parte alla squadra cinese, la quale ha avuto la fortuna di ospitare due eventi paralimpici nel proprio paese negli ultimi quindici anni, creando una piattaforma unica e dando l’opportunità alle persone disabili nella nazione di esibire i loro successi e ottenere il riconoscimento pubblico. Ciò sembra stia dando i suoi frutti in termini di successo olimpico, visto che il team cinese ha dominato il ranking delle medaglie contando su atleti come Zhang Mengqiu, che ha vinto un argento nel primo giorno dei Giochi e il primo oro per la Cina nello sci alpino poco dopo.

Una questione di classificazione

Arrivare a questi Giochi non è stato facile per tutti. La snowboarder Cécile Hernandez non era sicura che avrebbe potuto partecipare fino a pochi giorni prima del suo esordio all’evento. Hernandez, che ha la sclerosi multipla, è classificata nella categoria SBLL1, che significa che ha una disfunzione significativa in almeno una gamba, ed è un’atleta pluridecorata, avendo vinto un argento alle Paralimpiadi di Sochi nel 2014 e un argento e un bronzo alle Paralimpiadi del 2018 a Pyeongchang. Tuttavia, in seguito alle Paralimpiadi invernali del 2018, le è stato comunicato che l’evento di categoria LL1 non si sarebbe tenuto a Pechino a causa di una mancanza di concorrenti con quel livello di disabilità.

Hernandez non era pronta ad arrendersi e ha chiesto di qualificarsi per la gara LL2, cioè con atleti che hanno un livello minore di disabilità, quindi mettendosi in una posizione svantaggiata. Ciononostante, il Cpi ha rifiutato la sua richiesta perché la propria policy è di non permettere agli atleti di cambiare categoria, in modo da garantire una concorrenza leale. Il caso ha portato alla luce alcune difetti nel sistema di classificazione, che ha visto molti atleti lamentarsi della propria assegnazione e di quella dei loro concorrenti nel corso degli anni.

In seguito a una battaglia legale per il diritto di partecipare ai Giochi di Pechino, in cui Hernandez ha sostenuto che il sistema di classificazione è pensato per proteggere i più deboli dai più forti, e non viceversa, l’atleta ha ottenuto il permesso di gareggiare, andando poi a vincere l’oro nella gara di snowboard cross femminile, espandendo così ancora di più la propria bacheca di trofei. Questa è l’ennesima prova di quanto siano importanti le Paralimpiadi. Anche di fronte alle avversità e alla guerra, offrono un’ispirazione a innumerevoli persone in difficoltà e trasmettono un messaggio profondo e incoraggiante a tutti coloro che sono oppressi e svantaggiati.

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