Olimpiadi invernali

Pechino 2022. Più che invernali, quelle in Cina saranno Olimpiadi artificiali

Cominciano le Olimpiadi invernali di Pechino 2022. I riflettori sono puntati sulla Cina: questi Giochi olimpici saranno davvero sostenibili?

  • I XXIV Giochi olimpici invernali si svolgeranno a Pechino, capitale della Cina, dal 4 al 20 febbraio 2022. Nella stessa località si terranno i XIII Giochi paralimpici invernali.
  • Gli organizzatori hanno investito molto sull’energia pulita, sulla mobilità sostenibile e sui progetti di compensazione delle emissioni per ridurre l’impatto di un evento così grande.
  • Preoccupano però l’utilizzo di neve artificiale e il fatto che in Cina possa esserci uno scarso rispetto dei diritti umani.

Meno di sei mesi dopo le Olimpiadi estive di Tokyo 2020 in Giappone, rimandate di un anno a causa della pandemia di Covid-19, alcuni fra i migliori atleti del mondo stanno arrivando in Cina per le Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Pechino ospiterà i Giochi olimpici per la seconda volta in meno di vent’anni, dopo l’edizione estiva del 2008. La capitale cinese sarà dunque la prima città nella storia ad aver ospitato sia i Giochi estivi sia quelli invernali.

Le competizioni avranno inizio due giorni prima della cerimonia d’apertura del 4 febbraio a Pechino, con le prime partite di curling e hockey su ghiaccio, e finiranno il 20 febbraio con la cerimonia di chiusura. Non tutti gli eventi si terranno nella capitale, ma saranno invece sparsi tra le regioni montane circostanti di Yanqing e Zhangjiakou, che ospiteranno le gare che richiedono più neve e un terreno montuoso. Per poco più di due settimane, gli occhi del mondo saranno puntati sulla Repubblica Popolare mentre tenta di ospitare un evento globale durante una pandemia e, al contempo, di mantenere il proprio impegno a rendere i Giochi “verdi, inclusivi, aperti e puliti”.

sci, pechino 2022
Certi eventi hanno bisogno di neve e terreno montuoso © Matthias Hangst/Getty Images

Per il presidente cinese Xi Jinping, le Olimpiadi invernali potrebbero quindi offrire una preziosa opportunità di raggiungere un pubblico globale e di dimostrare che la Cina si può posizionare come superpotenza e leader nella lotta ai cambiamenti climatici. Dall’altro lato, avere i riflettori puntati addosso ha portato anche a indagini più approfondite e, di conseguenza, a inevitabili critiche, in particolare riferite ai precedenti della Cina in materia di diritti umani e questioni ambientali, critiche che sono apparse in molti articoli e notizie nei mesi precedenti ai Giochi. In realtà, lo scetticismo riguardo alla capacità della Cina di ospitare delle Olimpiadi invernali realmente sostenibili rimane alto, non solo su quanto la nazione possa garantire un’impronta ecologica e materiale ridotta, ma anche per quanto riguarda la giustizia sociale, dato che entrambe le questioni si possono considerare come pilastri della sostenibilità.

Olimpiadi invernali “verdi”?

La sostenibilità ambientale è stata una parte importante della candidatura olimpica di Pechino, in cui gli organizzatori hanno sottolineato il potenziale dell’evento di fare da catalizzatore alla riduzione delle emissioni e dell’inquinamento atmosferico, offrendo opzioni di mobilità sostenibile e migliorando la pianificazione urbana. Una delle principali promesse fatte nel 2015 dalla Cina per la propria candidatura era che avrebbe realizzato la prima edizione a zero emissioni nette della storia. Per raggiungere questo obiettivo, gli organizzatori si sono dati da fare per garantire che tutti gli impianti olimpici siano alimentati al 100 per cento da energia rinnovabile, che vengano utilizzati oltre 700 veicoli a idrogeno, e che tutte le emissioni in eccesso generate dall’evento siano compensate da iniziative come i progetti di rimboschimento a Zhangjiakou – i quali si dice abbiano già avuto un impatto notevole sulla riforestazione della regione.

In materia di rinnovabili, la Cina è indubbiamente ben posizionata per adempiere alla propria promessa. La Repubblica Popolare attualmente produce più pannelli solari e impianti eolici di qualsiasi altra nazione al mondo. Sebbene il proprio impegno a derivare il 25 per cento della propria energia dalle rinnovabili entro il 2030 sia considerato troppo poco ambizioso dai suoi critici, rimane comunque un passo nella giusta direzione per un paese che usa ancora il carbone per oltre il 50 per cento della propria domanda energetica.

Beijing Winter Olympics
Gli organizzatori si sono dati da fare per garantire che l’evento sia alimentato al 100 per cento da energia rinnovabile © Carl Court/Getty Images

Zhangjiakou, dove si terranno molti eventi montani, si trova nella provincia che circonda Pechino, lo Hebei, che ha investito in un nuovo impianto elettrico in grado di convertire energia rinnovabile e generare 14 miliardi di chilowattora di elettricità pulita ogni anno, una figura simile ai consumi annuali della Slovenia. In questo contesto, le Olimpiadi invernali sono viste come un palcoscenico dal quale esibire gli enormi progressi fatti nella transizione energetica del paese e nella lotta ai problemi come l’inquinamento dell’aria, dato che i livelli pericolosi di PM2,5 sono una fonte di preoccupazione ormai da decenni.

La combinazione dell’aumento proporzionale dell’energia rinnovabile e delle misure adottate per far sì che le industrie locali si adeguino e limitino le loro emissioni ha portato l’amministrazione di Pechino a dichiarare che gli obiettivi statali di qualità dell’aria sono stati raggiunti per la prima volta nel 2021, con una riduzione del 63 per cento della concentrazione delle particelle nocive PM2,5 tra il 2013 e il 2021. Sebbene sia stato un passo importante nella direzione giusta e abbia fatto tirare un sospiro di sollievo agli atleti in arrivo per i Giochi, va anche detto che i livelli odierni rimangono comunque quasi al doppio del limite consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Restano in ogni caso dei dubbi riguardo alle credenziali di sostenibilità ambientale di Pechino 2022, anche visti i precedenti di altre edizioni delle Olimpiadi invernali. L’edizione 2014, tenutasi a Sochi, in Russia, è stata giudicata una delle “meno sostenibili” della storia da una valutazione d’impatto indipendente, pubblicata sulla rivista Nature, che ha esaminato i gravi danni inflitti sulla città russa durante la costruzione delle strutture olimpiche e gli elevati costi ambientali dell’innevamento artificiale che hanno afflitto l’evento. Gli ufficiali del Comitato olimpico internazionale (Cio) hanno inoltre espresso la loro preoccupazione riguardo alla disponibilità di neve durante Pechino 2022, riferendosi in particolare alle gare sciistiche di discesa e slalom che si terranno a Yanqing e a quelle di sci di fondo, salto con gli sci e snowboard a Zhangjiakou: “Hanno livelli di nevicate annuali molto ridotti, e per i Giochi si affideranno completamente alla neve artificiale”.

Preoccupa anche il fatto che, nell’inverno del 2014, Pechino sia rimasta senza neve per 107 giorni (una cifra superata soltanto in due occasioni in passato); quest’anno, invece, la prima nevicata è arrivata soltanto il 14 gennaio, con tre mesi di ritardo. Dalla città che ospita le Olimpiadi invernali ci si aspetterebbe di meglio. L’innevamento artificiale richiede notevoli quantità di energia – che gli ufficiali dicono verrà da fonti rinnovabili – ed enormi volumi d’acqua che potrebbero comportare la necessità di attingere a risorse idriche locali, esacerbando problemi esistenti di scarsità d’acqua, dato che Pechino soffre di carenze idriche endemiche. Sono già stati riportati casi in cui è stata prelevata l’acqua da cittadini e agricoltori locali e si stima che ne serviranno 220 milioni di litri per la produzione di neve e ghiaccio artificiali a Pechino 2022.

Gli organizzatori insistono che l’acqua che verrà usata per la neve artificiale sarà tratta da cisterne speciali che raccolgono il deflusso montano e la pioggia durante l’estate. “Siamo tutti autosufficienti e ecologicamente circolari”, racconta a Reuters Wang Jingxian, un membro del comitato organizzativo per i Giochi del 2022. Ciononostante, non tutti sono convinti. Carmen de Jong, una geografa all’Università di Strasburgo, ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian che: “Queste potrebbero essere le Olimpiadi invernali meno sostenibili della storia. Queste montagne praticamente non hanno neve naturale […]. Realizzare degli eventi senza la risorsa primaria su cui dipendono non è soltanto insostenibile, è irresponsabile”.

Inoltre, rimangono dubbi legati non soltanto alla quantità di acqua ed energia utilizzate durante i Giochi, ma anche all’eredità che sarà lasciata al territorio per il fatto che si terranno in una regione dove non nevica abbastanza. Se queste località si stabiliscono come destinazioni sciistiche, l’uso insostenibile della neve artificiale potrebbe continuare anche in futuro.

Pechino 2022: una questione di diritti

La realizzazione di un evento sostenibile non ha a che fare soltanto con le credenziali ambientali, ma anche con la giustizia sociale. Una delle più grandi storie nei mesi precedenti a Pechino 2022 ha riguardato le violazioni dei diritti umani nel paese asiatico, che hanno portato diverse nazioni ad annunciare un boicottaggio diplomatico dei Giochi, per cui i funzionari governativi non parteciperanno agli eventi in Cina. La maggioranza dell’attenzione mediatica si è concentrata sul trattamento da parte del governo cinese del gruppo etnico dei musulmani uiguri; secondo una stima delle Nazioni Unite, oltre un milione di persone, principalmente uiguri o appartenenti ad altri gruppi minoritari musulmani, sono state detenute in campi di rieducazione a Xinjiang. Ci sono inoltre timori legati agli sfratti forzati a causa della costruzione di edifici olimpici o altre infrastrutture legate ai Giochi, inclusi i progetti di energia rinnovabile. In un recente comunicato, Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione riguardo agli “sfratti forzati, la confisca illegale di terreni, e la perdita di mezzi di sussistenza legata alla perdita di territorio” connessa ai piani di sviluppo dell’eolico e del solare, un problema che potrebbe manifestarsi anche in Cina con la realizzazione di progetti di energia rinnovabile su larga scala.

La Cina ha introdotto misure per aiutare le popolazioni locali durante la costruzione dell’infrastruttura per l’energia rinnovabile, per esempio connettendo la realizzazione di centrali fotovoltaiche a programmi di riduzione della povertà, per cui i cittadini ricevono elettricità gratuita quando vengono installati dei pannelli solari sulle loro case. Sebbene l’obiettivo iniziale del programma fosse di aiutare oltre due milioni di famiglie a uscire dalla povertà, ci sono state accuse di corruzione dilagante a livello locale che hanno causato una diminuzione nel numero di persone aiutate dal programma rispetto a quanto anticipato. Per di più, qualsiasi opposizione alle idee approvate dal Partito comunista viene spesso soppressa, e viene messa pressione ai dissidenti in modo che non diano voce alle loro critiche.

La repressione delle voci che si oppongono all’autorità centrale in Cina è tornata in primo piano quando sono emerse rivelazioni riguardo alla scomparsa di Peng Shuai, in seguito alla pubblicazione da parte della tennista cinese – tre volte campionessa olimpionica – di un post in cui rivelava di essere stata vittima di abuso sessuale da parte di un ex funzionario del governo. Anche se Peng è successivamente riapparsa, in una chiamata di trenta minuti con il presidente del Cio Thomas Bach in cui ha detto di star bene e di essere al sicuro, rimangono dubbi riguardo alla sua salute e alla capacità della Cina di poter ospitare un’Olimpiade invernale che sia davvero socialmente equa.

Pechino 2022
Un evento sostenibile non riguarda soltanto le credenziali ambientali ma anche la giustizia sociale © Kevin Frayer/Getty Images

Come affrontare la pandemia?

Un’altra questione fondamentale per Pechino 2022 ha a che fare con la pandemia, visto che il numero di contagi in Cina è ai livelli più alti da marzo 2020 a causa della diffusione della variante Omicron. La politica “zero Covid” cinese, che ha comportato la chiusura dei confini per oltre due anni, sarà messa alla prova come mai prima con l’arrivo di tremila atleti e dei loro team a Pechino.

Uno dei provvedimenti adottati dagli organizzatori dei Giochi è stato quello di assicurarsi che Pechino 2022 si terrà in un sistema “a circuito chiuso”: tutti i partecipanti rimarranno in una rete di spazi ufficiali e isolati dal resto della società cinese. Dagli autobus e hotel designati fino ai tamponi quotidiani, gli organizzatori sperano di mantenere la politica “zero Covid” anche per i Giochi. Tra l’altro, tutto ciò si basa sulla prescrizione che tutti gli atleti siano vaccinati e che rispettino una quarantena di 21 giorni prima di entrare nel circuito olimpico, il che ha sollevato domande riguardo alle questioni sui diritti umani relative ai passaporti vaccinali. Amnesty International ha recentemente messo in discussione le regole anti-Covid, viste come discriminatorie contro i non-vaccinati e i loro diritti all’educazione, al lavoro e all’assistenza medica.

In cerca dello spirito olimpico

Nonostante le controversie e le difficoltà che inevitabilmente sorgono quando si ospitano eventi su così larga scala, le Olimpiadi indubbiamente rimangono piene di momenti ricchi di simbolismo e opportunità, con il potenziale per creare un senso di unità e agire da catalizzatore per il cambiamento. Le Olimpiadi invernali si preparano a offrire storie avvincenti, come il nuovo capitolo nella toccante saga della squadra giamaicana di bob a quattro maschile: resa celebre dal film Cool runnings, quest’anno fa il suo ritorno alle Olimpiadi dopo un’assenza di 24 anni.

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I Giochi olimpici sono in primo piano sul fronte della sostenibilità © Lintao Zhang/Getty Images

Le Olimpiadi possono anche offrire una piattaforma per la discussione sulle questioni di genere: a Pechino 2022 è aumentata la quota di atlete e sono state aggiunte gare miste nelle discipline di sci freestyle, snowboard cross e salto con gli sci, in aggiunta alla staffetta mista nel pattinaggio di velocità che si terrà per la prima volta. Al contempo, le nuove linee guida del Cio – le quali prevedono che non ci sia alcuna necessità per le donne trans di ridurre i propri livelli di testosterone per competere nelle discipline di sport femminile – sono state oggetto di critiche da parte di alcuni osservatori, la cui opinione è che le regole “ignorino la scienza sul sesso, sul genere, sulla performance e si concentrano principalmente sull’inclusione”. Tutto ciò alimenta un dibattito che era emerso anche a Tokyo 2020, quando la pesista Laurel Hubbard era diventata la prima donna apertamente trans a prendere parte alle Olimpiadi. Tali questioni costituiscono una parte fondamentale dell’Agenda olimpica dell’organizzazione che vuole garantire che “i Giochi olimpici siano in prima linea nel campo della sostenibilità”.

Guardare a come Pechino 2022 riuscirà a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità può aiutare a far progredire le questioni sul clima e facilitare l’organizzazione di eventi futuri. Tuttavia, viste le difficoltà nel definire la sostenibilità e la mancanza di linee guida coerenti che stabiliscano criteri universali per misurarla, sarà difficile valutare se la Cina avrà realizzato delle Olimpiadi realmente “pulite” e “verdi”. Ci sono ricerche che indicano che Olimpiadi più sostenibili saranno possibili in futuro se si seguono determinate regole, come il ridimensionamento dell’evento, la scelta di un numero limitato di città per ospitarlo e, infine, la stesura di linee guida puntuali riguardo all sostenibilità. Per il momento, capire veramente quale sia il costo degli eventi olimpici rimane una questione sfuggente.

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