
Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, gli atleti paralimpici in gara a Pechino ci hanno mostrato il lato positivo della cooperazione internazionale.
Se non ridurremo le emissioni responsabili del riscaldamento globale, non resteranno più molte città in grado di ospitare le Olimpiadi invernali.
Sono ventuno le città che, a partire dal 1924, hanno ospitato le Olimpiadi invernali, fra cui le italiane Cortina d’Ampezzo e Torino. Se non non riusciremo a ridurre le emissioni responsabili del riscaldamento globale, soltanto quattro risulteranno ancora idonee nel 2050 (Lake Placid, Lillehammer, Oslo e Sapporo). Di queste, ne resterà soltanto una nel 2080 (Sapporo). È la triste verità resa nota da un gruppo di scienziati dell’università di Waterloo, in Canada, che ha pubblicato uno studio sulla rivista Current issues in tourism.
Se invece manterremo l’aumento della temperatura ben al di sotto dei due gradi centigradi, come stabilito dall’Accordo di Parigi sul clima, saranno nove le località che potranno di nuovo ospitare i Giochi invernali nel 2050, e otto quelle che lo potranno fare nel 2080.
Per giungere a questo risultato, i ricercatori hanno intervistato 339 fra i migliori atleti e allenatori del mondo, e hanno analizzato quattro parametri che influiscono sulla sicurezza di un’Olimpiade invernale: temperature troppo alte o troppo basse, pioggia, neve bagnata e mancanza di neve.
Rispettare l’Accordo di Parigi è cruciale per salvare gli sport invernali.
Negli ultimi cinquant’anni, le condizioni sono peggiorate in tutte le location esaminate, un trend che sembra destinato a continuare. Lo si è visto alle competizioni della Coppa del mondo di sci alpino tenutesi nel mese di gennaio a Zagabria, in Croazia: il caldo e la scarsità di neve hanno costretto gli organizzatori a cancellare lo slalom maschile dopo le discese di diciannove atleti, uno dei quali – il francese Victor Muffat-Jeandet – si è infortunato proprio a causa delle pessime condizioni della pista.
Le temperature ai Giochi sono aumentate costantemente – da una media di 0,4°C negli anni ’20-’50 a 3,1°C negli anni ’60-’90, fino a 6,3°C nel XXI secolo –, portando le città ospitanti ad adottare misure sempre più drastiche per garantire lo svolgimento delle gare. Come Pechino che, quest’anno, ha dovuto fare affidamento unicamente sulla neve artificiale. Una misura che in futuro potrebbe non essere più sufficiente.
“Il tempo e la qualità della neve sono cambiati parecchio dall’inizio della mia carriera. Le squadre devono avere piani molto flessibili se vogliono raggiungere i luoghi migliori dove allenarsi. Questi sport rischiano di diventare ancora più elitari e di necessitare di risorse sempre maggiori”, ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian la snowboarder Lesley McKenna.
L’impatto che i cambiamenti climatici avranno sulle località montane non preoccupa soltanto gli atleti professionisti, ma anche i semplici amatori, così come i gestori di rifugi e altre attività economiche legate alla montagna. Dovrebbe preoccupare tutti noi, perché in gioco purtroppo non ci sono soltanto medaglie o ciaspolate, ma il futuro della nostra specie.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, gli atleti paralimpici in gara a Pechino ci hanno mostrato il lato positivo della cooperazione internazionale.
A Pechino 2022, la politica e le rivalità fra stati hanno dominato il dibattito. Il trattamento di Eileen Gu, sciatrice cinese nata negli Stati Uniti, lo dimostra.
Cominciano le Olimpiadi invernali di Pechino 2022. I riflettori sono puntati sulla Cina: questi Giochi olimpici saranno davvero sostenibili?
La crisi climatica colpisce le località sciistiche di media quota che da anni vedono chiudere i propri impianti sciistici. Come accade ai Piani d’Erna.
State programmando qualche giorno sugli sci? Allora non dimenticatevi che anche riguardo alle località sciistiche è possibile fare la scelta più sostenibile. Ecco quattro mete in montagna dove si può fare sport e divertirsi sulla neve rispettando l’ambiente.
La pratica dell’innevamento artificiale, sempre più diffusa nelle località sciistiche, implica il consumo di grandi quantità di acqua ed energia.
Temperature alte e precipitazioni scarse minacciano le vacanze sulla neve. Sono 100 le stazioni sciistiche francesi con poche speranze di sopravvivere.
La temperatura media del giorno nelle località delle Olimpiadi invernali è salita di oltre 7 gradi in novant’anni.
Pochi sanno che le Olimpiadi di Sochi si tengono vicino a una riserva della biosfera dell’Unesco. Per questo i lavori hanno provocato le proteste di scienziati e attivisti ambientali.