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Parma ha battuto Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso e si è aggiudicata il titolo di Capitale italiana della cultura 2020. Una nuova eccellenza per la città emiliana.
Parma sarà la capitale italiana della cultura 2020, l’ha annunciato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. La città emiliana ha battuto in finale Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Un gioiello di città, tra cultura musicale, artistica e gastronomica. Una meta per tutti.
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È dal 2015 che il Governo ogni anno mette in palio un milione di euro per il titolo di Capitale italiana della cultura e stimolare così le amministrazioni a perseguire un modello di sviluppo sostenibile che vede la cultura al centro della crescita sociale, economica e civile del territorio attraverso il coinvolgimento delle realtà pubbliche e private. Questo progetto ha portato all’elezione negli anni di Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, ex aequo nel 2015, poi di Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017 e infine Palermo nel 2018. Per tutte, l’anno come regina culturale d’Italia, ha significato uno sviluppo armonioso della realtà urbana puntando sul proprio patrimonio storico, artistico e architettonico. Anche Parma e il suo sindaco Federico Pizzarotti sperano in questo positivo sviluppo della città.
Fulcro del dossier vincente presentato al ministero è stato il progetto pilota che riguarda l’Ospedale Vecchio: un luogo simbolo nel cui recupero l’amministrazione ha molto investito. Si legge inoltre negli intenti degli organizzatori che sarà valorizzato il Centro studi e archivio della comunicazione dell’università di Parma, verrà sviluppata la sonorizzazione dei quartieri, oltre che incrementate le produzioni del Teatro Regio, le esposizioni alla Pilotta, alla Fondazione Magnani Rocca, al Museo Guatelli e allo spazio Time-Lapse.
Tutte le azioni, le attività e gli eventi programmati avranno lo scopo di valorizzare le tante anime della città. “Esistono infatti tante ‘Parma’”, scrive l’editore Franco Maria Ricci, parmense doc e attivo nel progetto su Parma capitale della cultura 2020. “La città romana e quella medievale, la Parma rinascimentale e quella barocca, la borbonica e l’illuminista, la rivoluzionaria e l’asburgica, la Parma contadina e la Parma imprenditrice, quella verdiana – dei sentimenti forti e nazionali del melodramma – e la Parma delle barricate, quella profonda delle tradizioni popolari, la Parma dell’Oltretorrente, e la Parma innovativa e tecnologica: tutte queste sono, insieme e contemporaneamente, la città nella quale viviamo.” Il video ufficiale realizzato per la candidatura della città mostra queste facce della città con maestria e arte.
Questa nomina come Capitale italiana della cultura 2010 va ad aggiungersi al già consolidato prestigio di una piccola città di provincia che vanta però eccellenze in molti campi: è rinomata in tutto il mondo per i suoi prodotti gastronomici – il Parmigiano Reggiano e il Crudo di Parma sono solo i più noti – , per i quali è stata anche ufficialmente proclamata dall’Unesco Città creativa per la gastronomia; ha un’inestimabile tradizione musicale, Giuseppe Verdi è nato qui; oltre a vantare bellezze artistiche e architettoniche di rilievo.
La soddisfazione per l’elezione cresce se si pensa che sono state battute altre due città dell’Emilia Romagna, Piacenza e Reggio Emilia, ma l’amministrazione comunale ha già dichiarato di voler lavorare sinergicamente con le altre due realtà affinché a giovare della nomina e di quest’anno di investimenti e progetti sia tutta la regione. Non resta che attendere il programma di eventi per il prossimo 2020.
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