Lo scorso anno quasi 14 milioni di persone hanno visitato l’arcipelago delle Canarie. Troppi per i 2 milioni di abitanti.
Parma è ‘Città Creativa per la gastronomia’ Unesco. La prima città italiana con questo riconoscimento
Parma è stata ufficialmente proclamata dall’Unesco ‘Città Creativa per la gastronomia’. È la prima volta che una città italiana ottiene questo prestigiosissimo riconoscimento ufficiale che l’Unesco, l’agenzia Onu deputata alla salvaguardia delle culture mondiali, assegna alle città che dimostrano doti uniche nella creatività agroalimentare, frutto della tradizione, dell’ingegno e dell’innovazione. La rete ‘Città Creativa’ dell’Unesco
Parma è stata ufficialmente proclamata dall’Unesco ‘Città Creativa per la gastronomia’. È la prima volta che una città italiana ottiene questo prestigiosissimo riconoscimento ufficiale che l’Unesco, l’agenzia Onu deputata alla salvaguardia delle culture mondiali, assegna alle città che dimostrano doti uniche nella creatività agroalimentare, frutto della tradizione, dell’ingegno e dell’innovazione.
La rete ‘Città Creativa’ dell’Unesco
L’Unesco ha dunque appena aggiunto, nelle liste del suo programma Città Creativa, Roma per il cinema e Parma per la gastronomia. La rete conta oltre 70 città di 32 Paesi, tra cui, tra le italiane, c’era già Bologna (ma per la musica), Fabriano (per la folk art) e Torino (per il design). Questo riconoscimento è arrivato dopo la candidatura ufficiale avanzata a Parigi mesi fa. Il protocollo firmato fra Regione, Anci, Comune di Parma e l’associazione Chef to Chef è la base del percorso che ha portato al riconoscimento per Parma e la gastronomia dell’Emilia-Romagna d’un ruolo strategico come ponte fra la cucina mediterranea e quella continentale. Le altre città creative per la gastronomia appena proclamate dall’Unesco sono Bergen in Norvegia, Belem in Brasile, Burgos in Spagna, Phuket in Thailandia.
Storia, eccellenze gastronomiche, aziende e consorzi di Parma
Le armi di Parma sono state le eccellenze gastronomiche famose in tutto il mondo e lo straordinario reticolato di aziende e consorzi di produttori. Non per niente a Parma hanno sede l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e Alma, la Scuola di cucina internazionale che ha come rettore Gualtiero Marchesi. Altro fiore all’occhiello, un sistema unico di Musei del cibo. Un colosso come Barilla ha aperto qui la sua Academia, che ospita un Istituto culinario e una biblioteca gastronomica di oltre 8500 volumi e 4750 menu storici.
La notizia è stata comunicata l’11 dicembre al sindaco di Parma Federico Pizzarotti da Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco. Si conclude così l’iter avviato in primavera e concretizzatosi lo scorso 10 novembre con la presentazione della candidatura a Parigi alla presenza di molti rappresentanti dell’Onu. Insieme al Comune di Parma – che ha coordinato l’intera operazione attraverso l’assessorato alle Attività produttive e turismo – hanno lavorato pressoché tutte le istituzioni e le associazioni della città. “Parma è sul tetto del mondo. Siamo la prima città italiana nella storia a essere diventati patrimonio Unesco della Gastronomia – scrive raggiante di gioia il sindaco Federico Pizzarotti – contro tutti i profeti di sventura, tutti i professionisti del no, la nostra idea è stata giudicata la migliore tra quelle presentate dalle diverse candidate del Pianeta. Per anni si ha avuto l’impressione che Parma avesse esaurito il futuro che aveva, che avesse giocato tutte le sue carte. Io invece ho sempre pensato che ci fosse una Parma brillante e intelligente per le strade, una Parma che ci tiene a riemergere”.
“Sono particolarmente soddisfatto di questo risultato – ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – la visibilità dell’Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l’agroalimentare italiano per contrastare anche quei fenomeni di italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo. L’Unesco oggi ha riconosciuto che il cibo non è solo un prodotto commerciale ma il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la capacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo”.
Dai tortelli al Parmigiano, dai funghi al culatello fino al tortél dóls: le eccellenze di Parma
Sulle tavole di Parma e provincia ci sono il Parmigiano Reggiano, salumi e insaccati realizzati spesso con le stesse tecniche artigianali di una volta. Il Crudo di Parma che deve la sua qualità alla speciale stagionatura sulle ventose colline di Langhirano e il Culatello di Zibello che si arricchisce degli umidi profumi delle terre golenali del Po. Il salame di Felino e la Spalla Cotta di San Secondo, spesso accompagnati alla torta fritta, una speciale sfoglia di acqua e farina a forma rettangolare, soffice e croccante al tempo stesso, e innaffiati da Lambrusco. Fra i piatti più tipici e golosi, i cappelletti o anolini in brodo e i tortelli d’erbetta o di zucca. Fra i secondi è ancora in voga la trippa alla parmigiana e la vécia, una peperonata con patate e carne trita mentre dalle zone montane arrivano le delizie del sottobosco, fra cui i Funghi di Borgotaro Dop, ottimi con il rosso Fortana del Taro Igt, un antico vitigno autoctono della Bassa Parmense.
Pochi giorni fa ricorreva il primo anniversario dell’iscrizione della pratica agricola della vite al alberello di Pantelleria nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Unesco, la prima pratica agricola al mondo ad ottenere questo risultato. E sempre lo scorso anno è stata ottenuta l’iscrizione nella Lista dei patrimoni culturali dell’Unesco del primo paesaggio vitivinicolo, quello delle Langhe-Roero e Monferrato. Il negoziato è stato guidato dal professor Pierluigi Petrillo, secondo cui entrare nel network delle Città Creative per la Gastronomia dell’Unesco “significa ottenere un riconoscimento mondiale per le produzioni tipiche agro-alimentari, potendo così sviluppare, con le altre Città già inserite nel prestigioso network, percorsi di condivisione e cooperazione, volti a valorizzare il nostro made in Italy”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Studiati per indurre quiete di spirito e rilassare la mente, in Giappone i giardini ci insegnano a prenderci cura dei dettagli della natura.
Troppi turisti impedivano agli abitanti del barrio del Park Güell di prendere il bus 116. Così il Comune l’ha fatto sparire da Google maps.
Sono 42 le escursioni guidate in programma per il 13 e 14 aprile in tutte le regioni del paese. Un’occasione unica per scoprire il territorio.
Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Cinque borghi strappati, con fatica, al mare. L’estrema Liguria orientale un luogo unico.
Vince il titolo di Borgo dei borghi Peccioli, in provincia di Pisa, un museo a cielo aperto di arte contemporanea dal nucleo medievale.
Il turismo escursionistico è una delle forme di viaggio più sostenibili da praticare. E fra i cammini più affascinanti c’è quello che conduce al sito incaico del Machu Picchu, nelle Ande peruviane.
Barcellona, colpita dalla crisi idrica, userà i proventi del turismo di massa per efficientare 170 scuole. Un esempio per molte città, tra cui Venezia.
Viaggio culturale fra le dune del Sahara, in Marocco, tra le antiche fortezze che custodiscono la saggezza berbera e i misteri dei Tuareg. Un incontro basato sul rispetto di popoli fieri e antichi.