Ci sono state alcune esplosioni in Iran. Fonti israeliane e iraniane parlano di attacco israeliano, ma mancano informazioni ufficiali.
Ghouta orientale, le Nazioni Unite chiedono una tregua. Ma i raid continuano
Le Nazioni Unite hanno votato una risoluzione chiedendo una tregua umanitaria nel Ghouta orientale. Riferiti però nuovi raid da parte della Siria.
Il cessate il fuoco temporaneo, votato nella serata di sabato 24 febbraio all’unanimità dalle Nazioni Unite, è durato lo spazio di qualche ora. Avrebbe dovuto garantire “almeno trenta giorni consecutivi di tregua umanitaria in Siria”, con l’obiettivo principale di portare soccorso ai feriti nel Ghouta orientale. Nella regione, feudo dei ribelli anti-Assad, l’aviazione di Damasco ha lanciato infatti una massiccia campagna di bombardamenti: secondo l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo i caccia siriani hanno già provocato circa 500 morti tra i civili.
Nuovi bombardamenti domenica mattina in Siria
Tuttavia, malgrado il voto, la stessa organizzazione non governativa ha riferito di un immediato riavvio dei raid da parte delle truppe di Assad: “I bombardamenti sono ricominciati domenica mattina nel settore di Chifouniya”. D’altra parte, i dubbi sull’efficacia dell’azione diplomatica sono aleggiati da subito: l’ambasciatore svedese presso le Nazioni Unite, Olof Skoog, aveva sottolineato – in quanto principale promotore dell’iniziativa umanitaria assieme al Kuwait – che in ogni caso il documento non rappresentava in alcun modo un trattato di pace. Mentre un rappresentante occidentale aveva riassunto la situazione spiegando che “nella peggiore delle ipotesi, la risoluzione avrà un successo limitato o provvisorio; nella migliore, potrà rappresentare un punto di partenza”.
Despite UN resolution calling for ceasefire, Syrian forces begin new offensive in Eastern Ghouta https://t.co/Db49tYuCp8 pic.twitter.com/ahPxKhIOGO
— Al Jazeera English (@AJEnglish) February 25, 2018
La “formulazione ambigua” della risoluzione sul Ghouta orientale
Un’altra fonte diplomatica anonima riferita dal quotidiano Le Monde aveva tuttavia evidenziato l’importanza del voto favorevole da parte della Russia, poiché “Mosca non controlla più realmente Assad sul campo. Approvando la tregua, il Cremlino indirizza un messaggio forte a Damasco”. Lo stesso giornale francese sottolinea tuttavia che una “formulazione ambigua” della risoluzione potrebbe effettivamente essere alla base del proseguimento dell’azione militare da parte del governo della Siria in alcune aree. Il testo, in effetti, chiede di “eliminare immediatamente l’assedio delle zone abitate tra le quali il Ghouta orientale, Yarmouk, Foua e Kefraya”. Il che potrebbe far pensare che, altrove, le bombe possano continuare a piovere.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in ogni caso, dovrebbe riunirsi nuovamente nel corso della prossima settimana, con l’obiettivo di valutare i risultati raggiunti e studiare un nuovo documento.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In Sudan c’è la più grave crisi umanitaria al mondo, nonostante la poca attenzione della comunità internazionale sul conflitto iniziato un anno fa.
Nel Ghouta orientale l’appello delle Nazioni Unite ha fatto diminuire i raid, ma Assad ha avviato le manovre di terra. Denunciato l’uso di armi chimiche.
Dopo tre anni di carcerazione, Aung San Suu Kyi è stata trasferita ai domiciliari a causa del caldo torrido che sta colpendo il Myanmar.
A distanza di vent’anni, inizia la causa civile contro la società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib.
Il 19 aprile iniziano le elezioni in India. Dureranno 44 giorni e chiameranno al voto quasi un miliardo di persone.
Dopo che Israele ha ucciso un comandante dell’Iran, quest’ultimo ha lanciato 300 missili contro Israele. Il conflitto rischia di allargarsi.
Il provvedimento punta a conformare la musica “alla mentalità cecena”. Ma non è chiaro come verrà applicato.
I venti di guerra tra Israele e Iran si sono trasformati in realtà dopo l’annuncio del lancio di decine di droni da parte del regime iraniano. Oltre il 90 per cento sarebbe stato abbattuto.