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Il 2018 è un anno importante per lo studio e la scienza dei cambiamenti climatici. Per i trent’anni di attività, l’Ipcc rilascerà a ottobre un rapporto speciale sugli impatti del riscaldamento globale e sugli scenari attesi con 1,5°C di aumento delle temperature.
Il 2018 segna un traguardo storico per quello che è probabilmente il gruppo di lavoro scientifico più nutrito e importante del nostro tempo. Quest’anno infatti si celebra il 30mo anniversario dell’istituzione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc), l’organismo internazionale per la valutazione e lo studio degli impatti legati ai cambiamenti climatici. Istituito nel 1988 dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), l’Ipcc oggi raccoglie il lavoro di migliaia di scienziati a livello globale che forniscono, su base volontaria, i risultati delle loro ricerche, rigorosamente peer-review (valutate tra pari). Per fornire alla comunità scientifica, al mondo politico e ai cittadini una visione chiara e condivisa delle conoscenze attuali legate ai cambiamenti climatici, ai loro impatti e alle possibili strategie di adattamento e mitigazione.
È a Bologna che si è tenuta una giornata commemorativa, nelle storiche stanze dell’Alma mater studiorum. Una giornata organizzata da “Connect4Climate”, il programma della Banca Mondiale per la comunicazione sul cambiamento climatico, nell’ambito di “All4theGreen”, e che ha visto la presenza di scienziati di fama internazionale, rappresentanti delle istituzioni e molti giovani studenti. “Bologna è diventata in questi ultimi anni un hub culturale e scientifico sulle questioni climatiche. L’assegnazione del data center sul meteo, la celebrazione del G7 Ambiente che l’ha resa per 10 giorni capitale mondiale del contrasto al ‘climate change’ sono state le migliori premesse per celebrare nel capoluogo emiliano la ricorrenza dei 30 anni dell’Ipcc, fondamentale presidio Onu per aiutarci a sostenere e, confidiamo, a vincere la sfida per un futuro più vivibile nel nostro pianeta”, ha affermato il ministro dell’Ambiente uscente Gian Luca Galletti durante i saluti iniziali.
Ma il 2018 non segna solo una tappa storica, ma sarà una data fondamentale perché aprirà la strada per la pubblicazione del 6° Rapporto di Valutazione (Ar6), nel 2022. A ottobre infatti l’Ipcc rilascerà un rapporto speciale (Sr15, o Special report 15) contenente le valutazioni del mondo scientifico sugli scenari che si avranno con un aumento delle temperature medie globali di 1,5°C, così come previsto dall’Accordo di Parigi. Si tratta di una revisione globale sullo stato delle conoscenze scientifiche dei cambiamenti climatici, del loro impatto sociale ed economico, delle possibili strategie di risposta e degli elementi da inserire in una possibile futura convenzione internazionale sul clima.
#IPCC Chair Hoesung Lee, #All4TheGreen event dedicated to #IPCC30 celebrations in ?? https://t.co/fWkEZNMcoZ #AR6 #climatechange @minambienteIT @WorldBank @Connect4Climate pic.twitter.com/COxsBfknlH
— IPCC (@IPCC_CH) 26 febbraio 2018
“Molto probabilmente questo sarà uno degli anni più importanti nella storia dell’Ipcc e nello studio del cambiamento climatico. Abbiamo terminato di selezionare i contributi che faranno parte del 6° Rapporto di Valutazione, che sarà il maggior contributo scientifico dopo l’Accordo di Parigi”, ha affermato il presidente dell’Ipcc Hoesung Lee, uno tra gli ospiti più attesi. “Un rapporto speciale sarà pubblicato a ottobre, in tempo per la Cop24 di dicembre, e conterrà le valutazioni sia per scenari a 1,5°C che a 2°C”. Un contributo fondamentale che fornirà i modelli previsionali realizzati in base ai diversi livelli di emissioni raggiunti nel tempo. Il rapporto darà un contributo per rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, puntando sullo sviluppo sostenibile e sugli sforzi per eradicare la povertà.
“Nei rapporti precedenti abbiamo dimostrato l’esistenza dei cambiamenti climatici e l’influenza che le attività umane hanno avuto nel sistema climatico”, ha aggiunto Hoesung Lee. “Ciò che differenzierà l’Ar6 dai precedenti è che fornirà una correlazione scientifica tra le azioni nei confronti dei cambiamenti climatici e le politiche economiche. Ora dobbiamo dimostrare come le politiche climatiche saranno fondamentali nei prossimi secoli”. Un legame dimostrato ad esempio dal settore delle energie rinnovabili: ormai sono maggiori gli investimenti nelle fonti a basso tenore di carbonio che in quelle fossili.
Nel corso degli anni, le valutazioni dell’Ipcc hanno fornito una solida base scientifica ai governi di per sviluppare le politiche legate al clima e hanno dato il necessario supporto scientifico durante i negoziati e le Conferenze sul clima.
“L’Accordo di Parigi non ha fornito solo traguardi ambiziosi, ma anche dato nuovo impulso alla ricerca scientifica climatica”, ha spiegato Jan S. Fuglestvedt, vice presidente del gruppo di lavoro dell’Ipcc. “L’ultimo rapporto darà gli strumenti per avere una comprensione generale e un quadro più ampio di ciò che sta accadendo nel sistema climatico”.
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