Marocco, approvata una legge storica contro la violenza sulle donne. Che però non punisce le molestie coniugali

Dopo anni di dibattito parlamentare, il 14 febbraio è stata approvata una legge contro la violenza sulle donne in Marocco: un testo criticabile ma storico.

Il Parlamento del Marocco ha adottato una legge contro la violenza sulle donne. Un testo giudicato da alcuni insufficiente ma che segna in ogni caso una svolta nel diritto della nazione nordafricana, arrivata dopo anni di intenso dibattito nelle istituzioni e nella società.

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Il Parlamento del Marocco ha approvato una legge contro la violenza sulle donne © Spencer Platt/Getty Images

Per la prima volta introdotto il sostegno alle donne vittime di violenza in Marocco

Il ministro marocchino della Famiglia, della donna e della solidarietà Bassima Hakkaou – membro del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (di ispirazione islamica) – ha accolto la notizia esprimendo grande soddisfazione. Il testo era stato presentato in effetti per la prima volta cinque anni fa, nel 2013: esso ha subito numerose modifiche nel corso del tempo, prima dell’approvazione definitiva arrivata nella giornata di mercoledì 14 febbraio.

Per la prima volta nella storia del Marocco, la legge prevede che vengano incriminati gli autori di “determinati atti considerati come molestie, aggressioni, sfruttamento sessuale o abusi”, ha sottolineato la stessa Hakkaoui in una nota. La normativa, inoltre, introduce delle procedure utili a “prendere in carico le donne vittime delle violenze”.

La questione è stata dibattuta soprattutto a partire dallo scorso mese di agosto: all’epoca era stato diffuso un filmato nel quale si vedeva un gruppo di giovani marocchini aggredire sessualmente una donna su un autobus a Casablanca. Il governo aveva quindi promesso di agire in fretta.

Critiche dalle associazioni: “Non punite le violenze all’interno del matrimonio”

Tuttavia, Nouzha Skalli, militante per la parità tra i sessi, ha sottolineato le mancanze della nuova legge. Quest’ultima, infatti, prevede ancora una definizione considerata troppo restrittiva degli abusi: “La violenza sessuale nell’ambito del matrimonio, ad esempio, non è punita. Alla fine si è deciso solamente di modificare alcuni articoli del codice penale, che però resta nel complesso basato su una concezione obsoleta”.

Dello stesso avviso il collettivo di giovani attiviste noto come Movimento alternativo per le libertà individuali (Mali), le cui militanti hanno fatto sapere di essere “atterrite per la persistenza in seno al Parlamento di mentalità così retrograde e misogine”. Che il problema sia di natura culturale, d’altra parte, è confermato dal numero di abusi e molestie registrati nel corso degli ultimi anni. Secondo l’istituto di statistica del paese nordafricano, il 40,6 per cento delle donne tra i 18 e 64 anni che abita in contesti urbani dichiara di essere stato vittima almeno una volta nella vita di molestie.

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