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Economia circolare, l’Italia è il paese europeo più virtuoso per riciclo dei rifiuti

L’Italia destina a riciclo quasi il doppio dei rifiuti rispetto alla media degli altri paesi dell’Unione europea. L’obiettivo comunitario è la quasi completa eliminazione delle discariche entro il 2030.

L’Italia si scopre leader europeo nella transizione verso un’economia pienamente circolare. A dare la buona notizia è l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat). I dati pubblicati recentemente mostrano come l’Italia sia il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti di ogni tipo, sia urbani, ossia generati dai cittadini, che industriali.

Nel nostro paese si avvia a riciclo addirittura il 76,9 per cento dei rifiuti, un’incidenza più che doppia rispetto alla media europea (ferma al 37 per cento) e superiore anche rispetto agli altri grandi paesi del Vecchio continente. La Francia, per esempio, ha raggiunto quota 54 per cento, il Regno Unito si attesta al 44, la Germania al 43 per cento.

Carta, plastica e vetro i più riciclati in Italia

In termini di quantità di materiale riciclato, invece, l’Italia è seconda solo al valore della Germania (72,4 milioni di tonnellate) con 56,4 milioni di tonnellate. I flussi più rilevanti per l’Italia sono rappresentati dai cosiddetti riciclabili tradizionali: carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili raggiungo infatti 26 milioni di tonnellate.

Altri 14 milioni di tonnellate derivano dai rifiuti misti, 6 milioni dai rifiuti organici e verdi, 1,7 milioni di tonnellate riguardano i rifiuti chimici. Dati che fanno dell’Italia un vero e proprio caso di eccellenza, non solo per percentuali e per quantità, ma anche a livello industriale: in quanto a valore economico dell’intera filiera del riciclo, dalla raccolta alla produzione industriale di nuovi manufatti, il nostro paese è secondo solo alla Germania, sia in termini di fatturato che di addetti nel settore della preparazione al riciclo.

Verso gli obiettivi di riduzione dei rifiuti, al 2030

Nei prossimi mesi è prevista l’uscita di un studio realizzato congiuntamente da numerose associazioni quali che mira a fare il punto generale dello stato dell’arte del settore del riciclo, dalle fonti di raccolta ai flussi, fino alla produzione di materiali riciclati. L’ultimo rapporto Waste End, realizzato da Symbola e Kinexia, tracciava nel 2015 degli scenari possibili per il futuro dell’economia circolare italiana, spiegando che quello decennale potrebbe portare alla fine dei termovalorizzatori come soluzione primaria per lo smaltimento dei rifiuti, insieme a una forte riduzione delle discariche. Dati che fanno ben sperare per una destinazione diversa per quel 38,3 per cento di rifiuti che ancora, nel 2015, era destinato alla discarica.

Nonostante i miglioramenti, sempre il rapporto Waste End, è ancora evidente “la necessità non solo di sospendere la costruzione di nuovi impianti, ma anche quella di una progressiva dismissione di molti impianti, inefficienti sia energeticamente che economicamente”.

Il Parlamento europeo, del resto, ha fissato proprio quest’anno l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 il 70 per cento di riciclo dei rifiuti urbani, l’80 per cento di quello degli imballaggi e per lasciare alle discariche solo il 5 per cento del materiale scartato. Cifre molto ambiziose e rigorose, ma l’Italia sembra sulla strada giusta per farcela.

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