Cooperazione internazionale

Gli effetti di El Niño nel Corno d’Africa. I più colpiti sono i bambini somali

Il Corno d’Africa è in ginocchio per colpa di siccità e carestia. Sono 58mila i bambini che combattono, ogni giorno, contro la fame. È tutta colpa di El Niño.

Dall’Etiopia alla Somalia, il fenomeno meteorologico El Niño – legato al riscaldamento straordinario delle acque superficiali degli oceani e che condiziona il meteo e il clima globale – sta portando siccità e carestia in tutto il Corno d’Africa, senza tener conto di confini o altre barriere artificiali.

I più colpiti sono i bambini

58mila bambini somali rischiano di morire di fame se non riceveranno al più presto cure e assistenza adeguate, secondo le Nazioni Unite (Onu). Il paese africano, in particolare le regioni di Puntland and Somaliland, sta vivendo una delle peggiori stagioni della sua storia a causa dell’assenza di precipitazioni che, a loro volta, fanno vivere la popolazione in condizioni estreme. “Il livello di malnutrizione, soprattutto tra i bambini, è davvero grave, con quasi 305mila bambini con meno di cinque anni che sono denutriti”, ha detto Peter de Clercq, a capo del piano di aiuti delle Nazioni Unite per la Somalia.

 

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Il tramonto sul campo rifugiati a Dadaab, in Somalia, vicino al confine con il Kenya. Migliaia di persone scappano a causa della siccità secondo le Nazioni Unite © REUTERS/Thomas Mukoya

Milioni di somali hanno bisogno di aiuto

Non sono solo i più piccoli, però, a subire questa sorte. I somali che hanno bisogno di aiuto sono 4,7 milioni, di cui 950mila lottano quotidianamente per cercare di rispondere al loro fabbisogno alimentare minimo, ai richiami del ventre. Questi dati, raccolti sul campo dai funzionari dell’Onu, arrivano dopo quattro anni di siccità e conflitti che hanno già causato oltre 250mila morti.

 

Il Piano per una risposta umanitaria in Somalia di quest’anno (2016 Humanitarian response plan for Somalia) ha previsto 885 milioni di dollari (792 milioni di euro) di aiuti solo per far fronte alle urgenze di 3,5 milioni di persone, ovvero ridurre il tasso di mortalità dovuto a motivi facilmente prevenibili, offrire servizi basilari e rafforzare la protezione dei soggetti più deboli, come i rifugiati interni (internally displaced people). Sono 1,2 milioni i somali che vivono ai margini, vicino o addirittura oltre il confine con lo Yemen.

A fine gennaio, sempre l’Onu aveva lanciato il primo allarme sulle condizioni disastrose, per non dire inumane, in cui vivono le popolazioni del Corno d’Africa. In Etiopia oltre 10 milioni di persone (su una popolazione totale di 94 milioni) vivono in una condizione di insicurezza alimentare grave a causa della peggior siccità che abbia mai colpito il paese negli ultimi 30 anni.

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