L’innovazione trasforma le città tradizionali in smart city. Huna è una startup che favorisce questo processo, cominciando con l’illuminazione urbana.
Sudafrica, studenti creano mattoni sostenibili fatti di pipì
I ricercatori hanno iniziato a fabbricare mattoni dal basso impatto ambientale usando l’urina umana, sfruttando un processo naturale che coinvolge colonie di batteri.
Nel racconto intitolato Crumiro, scritto da Isaac Asimov e pubblicato nel 1957, Igor Ragusnik, responsabile del sistema di smaltimento rifiuti del pianeta Elsevere, era ritenuto un “intoccabile” e gli era proibito il contatto con il resto della colonia. Oggi, per fortuna, i fautori dell’economia circolare non vengono ostracizzati come nel racconto fantascientifico dell’autore statunitense e salgono anzi agli onori delle cronache. È il caso di due studenti sudafricani del dipartimento di Ingegneria civile dell’università di Città del Capo, Suzanne Lambert e Vukheta Mukhari, che hanno creato dei mattoni biodegradabili realizzati con l’urina umana (che non emettono cattivo odore).
World-first: Bio-bricks grown from human urine have been unveiled @UCT_news this week, signalling an innovative paradigm shift in waste recovery. Full story: https://t.co/iSjI9mn2c8 pic.twitter.com/Ogjpkx1v2l
— UCT Research (@UCT_Research) 24 ottobre 2018
Come nascono i bio-mattoni
I ricercatori hanno fabbricato i mattoni utilizzando urina, calcio e sabbia, ma non ce l’avrebbero fatta senza il prezioso supporto di colonie di batteri. I batteri, attraverso un processo naturale, sono in grado di produrre un enzima che scompone l’urea presente nelle urine formando carbonato di calcio, generando così una sostanza rocciosa, un po’ come avviene nel processo che porta alla nascita delle barriere coralline.
Perché fare mattoni di pipì
L’obiettivo degli scienziati, che hanno raccolto la pipì dal bagno degli uomini della facoltà, era creare mattoni che avessero un impatto ambientale minore di quelli tradizionali. I mattoni normali devono infatti essere cotti in forni ad alta temperatura che producono grandi quantità di anidride carbonica, mentre i “bio-mattoni” vengono realizzati a temperatura ambiente. “Ogni giorno espelliamo e scarichiamo urina attraverso le reti fognarie – ha affermato Dyllon Randall, docente del dipartimento di Ingegneria civile e supervisore del progetto. – Perché non recuperarla e utilizzarla?”.
Cosa manca alla commercializzazione
L’inconveniente è però rappresentato dalla grande quantità di urina necessaria per produrre i mattoni, ogni mattone ne richiede circa venti litri, quantitativo prodotto mediamente in due settimane da un uomo adulto. I mattoni, hanno puntualizzato gli studenti, sono inodori poiché perdono completamente l’odore di ammoniaca dopo 48 ore e non presentano alcun rischio per la salute perché durante il processo di produzione vengono eliminati patogeni e batteri nocivi. Il prodotto è da perfezionare, ma, come ha affermato Suzanne Lambert, i mattoni a basso impatto ambientale verranno commercializzati nel giro di pochi anni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Con nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale come Qomprendo, le aziende migliorano il proprio approccio al benessere aziendale.
Nutraceutica, ricerca scientifica e tecnologia sono gli strumenti con cui Sestre vuole migliorare la qualità della vita delle donne.
X, l’ex Twitter, è sommerso di bot. Un problema per l’azienda, i suoi inserzionisti ma anche lo stato dell’informazione sulla piattaforma.
Orma Guides è una piattaforma di guide digitali urbane che riunisce servizi, locali e azioni per sostenere le comunità locali.
Range Rover e il Politecnico di Torino lanciano la seconda edizione della Leadership academy. Obiettivo 2024: costruire una start up sostenibile.
Entro il 2040 le emissioni legate all’IA sono destinate a crescere del 775 per cento, portando il settore digitale ad essere tra i maggiori emettitori di CO2.
La startup Bestbefore recupera gli alimenti rifiutati dai canali di vendita e li mette a disposizione dei consumatori finali, a prezzi scontati.
Iniziative come Women in Action aiutano le donne a valorizzare le proprie competenze. Ne abbiamo parlato con Cinzia Bassi, plant manager Barilla.