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La Pan Europe consumer guide 2021 ha stilato un elenco degli ortaggi, dividendoli da rossi a verdi, a seconda della presenza di residui di pesticidi.
Gli ortaggi sono alleati della salute, ma quando presentano residui di pesticidi possono diventare una minaccia per il nostro benessere. L’esposizione a queste sostanze chimiche di sintesi, infatti, può talvolta alterare il nostro sistema ormonale, da cui dipendono molte altre funzioni vitali, come, per esempio, quelle dell’apparato riproduttivo.
La Pesticide action network Europe, rete di organizzazioni non governative europee che promuove alternative sostenibili ai pesticidi, ha realizzato la Pan Europe consumer guide 2021. Uno strumento utile per i consumatori per sapere come fare la spesa evitando il più possibile ortaggi in cui sono presenti pesticidi sospettati per essere interferenti endocrini. Il vademecum europeo spiega anche in che modo tali sostanze possano potenzialmente nuocere alla salute e come poterle evitare.
Le sostanze chimiche che possono interferire con l’attività ormonale si trovano in tanti prodotti d’uso comune, come il cibo coltivato con i pesticidi, ad esempio. Questa interferenza, se prolungata nel tempo, può arrivare anche a scatenare patologie croniche. La ricerca ha evidenziato i cinque pesticidi ritenuti più a rischio: il Boscalid che comporterebbe danni alla tiroide; il Ditiocarbammati che può provocare tumori e danni all’apparato riproduttivo; il Tebuconazole che potrebbe causare malformazioni fetali e danni ai reni; l’Iprodion potenzialmente responsabile di problemi riproduttivi; infine, il 2,4-d accusato di apportare effetti negativi sulle ghiandole endocrine fino a dare problemi di fertilità. A questo si aggiunge, secondo la ricerca di Pan, un pericoloso effetto cocktail degli stessi, derivante dalla somma di più esposizioni a residui di pesticidi in contemporanea.
La guida, quindi, divide frutta e verdura in tre categorie utilizzando i dati dell’ultimo rapporto dell’Efsa (European food safety authority) sul monitoraggio dei pesticidi. Sulla base di queste informazioni stila una lista rossa con i cibi ad alto rischio di presenza di pesticidi sui cui pesa il sospetto di essere interferenti endocrini (40-70 per cento del prodotto con residui di pesticidi), una gialla con gli ortaggi a rischio medio (10-40 per cento del prodotto con residui di pesticidi) e, infine, una lista verde, con i prodotti generalmente sicuri (meno del 10 per cento di prodotto con residui di pesticidi). Per ogni cibo è indicato anche il Paese di provenienza in base alla presenza di residui e il dato più alto rispetto al cocktail di pesticidi.
Nella lista rossa, si trovano ad esempio, lattughino proveniente da Belgio e Germania, ciliegie del Cile, pere del Portogallo e fragole della Grecia. Nella lista gialla ci sono i cibi che rappresentano una via di mezzo tra quelli da evitare e quelli da consumare liberamente e comprendono more, uva, carote, mirtilli, prugne, sedano, ravanelli, lamponi, spinaci, pomodori, arance, kiwi, fagioli, peperoni e banane. Infine, i cibi liberi da residui potenzialmente pericolosi, presenti nella lista verde, sono: cavolo cappuccio, broccoli, aglio, riso, melanzane, mandarini, cetrioli, cavolfiore, zucchine, mango, cipolle, cocomero, ananas, granturco, cereali, olive, patate e avocado.
La guida poi suggerisce anche come limitare l’esposizione alle sostanze controverse che possono essere presenti negli ortaggi: in primo luogo, se possibile, acquistando solo prodotti da agricoltura biologica. Se procurarsi un prodotto biologico è un problema, i prodotti della lista rossa dovrebbero essere evitati e sostituiti dai prodotti della lista verde. Per la lista gialla, il consiglio è di provare comunque a integrarla (o meglio sostituirla del tutto) con prodotti della lista verde. Soprattutto in gravidanza, poiché per il feto l’esposizione anche alla più piccola quantità di pesticidi sospetti per essere interferenti endocrini può essere un problema.
A seguire, lavando frutta e verdura prima di portarla in tavola; sbucciando ortaggi e frutta se non sono biologici, anche se questo aiuta ad eliminare i residui sulla buccia, ma non all’interno del vegetale; facendo attenzione alla provenienza, poiché ci sono molte differenze tra i paesi d’origine e quelli con le peggiori prestazioni dovrebbero essere evitati. Infine, in generale ovviamente: evitando i cibi della lista rossa.
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