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Il colore della lattuga determina la rapidità del suo effetto antiossidante: secondo uno studio italiano, il rosso delle foglie rivela una maggiore velocità di reazione nei confronti dei radicali liberi. Ma anche il verde ha il suo perché.
Più la lattuga è rossa e più è veloce l’effetto dei suoi antiossidanti naturali nei confronti dei radicali liberi, gli agenti responsabili dell’invecchiamento e del danno cellulare alla base dell’insorgenza di numerose malattie. Questi i risultati di uno studio coordinato dal Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, iniziato nel 2001, e recentemente pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.
L’analisi ha riguardato tre varietà diverse di lattuga: la verde Batavia, la Marvel of Four Seasons, di colore verde-rosso, e la rossa Oak Leaf. Grazie alle tecniche di Electron Spin Resonance, per la prima volta è stato possibile dimostrare la relazione esistente fra il comportamento cinetico degli estratti di lattuga, diversamente colorati, e la relativa composizione in metaboliti antiossidanti.
“La lattuga è ricca di composti che presentano ‘attività antiradicalica’ come i fenoli, tra i quali le antocianine, e vitamine come la A e la C, tuttavia, come abbiamo dimostrato, più la pigmentazione è rossa e più aumenta la presenza di antiossidanti caratterizzati da un’alta velocità di reazione nei confronti dei radicali liberi, con il risultato che l’attività antiossidante totale risulta maggiore nella lattuga a foglia rossa rispetto a quella verde-rossa e verde”, ha spiegato la professoressa Annamaria Ranieri dell’Ateneo pisano che ha coordinato la ricerca.
“Ma attenzione: la diversa velocità nell’azione di contrasto dei radicali liberi non significa che alcuni antiossidanti siano preferibili ad altri e infatti, a seconda della loro solubilità nella matrice organica e alla diversa capacità detossificante, gli antiossidanti veloci, come le cianidine, sono capaci di reagire rapidamente con i radicali proteggendo le cellule dall’ossidazione, mentre quelli ad azione lenta, come i carotenoidi, possono avere un’azione più prolungata nel tempo a livello del nostro organismo”, ha concluso Ranieri.
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