
Dietro la direttiva “case green”, che prevede l’efficientamento energetico degli edifici, ci sarebbe la lobby del gas, secondo le associazioni.
Nel 2009 costruire un parco fotovoltaico costava il 223 per cento in più rispetto alla costruzione di una centrale a carbone. Ora è il contrario.
Per frenare i cambiamenti climatici, dobbiamo porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili e puntare sulle fonti rinnovabili. Se dieci anni fa questo poteva sembrare inverosimile, dato il costo dell’installazione di fotovoltaico e pale eoliche, oggi il prezzo delle rinnovabili è diminuito di molto. In un decennio, il costo dell’elettricità prodotta grazie all’energia solare è scesa dell’89 per cento, quella da eolico (terrestre) del 70 per cento.
L’energia pulita ha dunque oltrepassato il suo tipping point, ovvero il suo punto dopo il quale la strada si fa in discesa. Un rapporto dell’organizzazione no profit Rocky mountain institute ha sottolineato come sia più economico costruire un impianto che combini energia da solare ed eolico rispetto a una centrale a gas naturale. Nel 2020, Carbon tracker ha rilevato che è più economico investire nelle energie rinnovabili che nel carbone.
Più nel dettaglio, come rileva il sito di informazione scientifica Our world in data, l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici è crollata, dal 2009 a oggi, da circa 300 euro a poco più di 30 euro per megawatt. Nello stesso periodo, il costo del carbone è rimasto invariato a 90 euro al megawatt.
Per questo, costruire un impianto fotovoltaico nel 2009 costava il 223 per cento in più rispetto alla costruzione di una centrale a carbone. Ora è il contrario: l’elettricità prodotta dal carbone costa il 177 per cento in più di quella prodotta a partire dai pannelli fotovoltaici.
Ma qual è stata la causa di questo rapido calo? La risposta è: il progresso tecnologico. Le prime installazioni a energia solare non erano per niente economiche: quando, nel 1965, questa tecnologia si è affacciata sul mercato per la prima volta, il costo di un megawatt era di 1.500 euro (utilizzando la valuta odierna). Nessun proprietario di case poteva permettersi un tale esborso, così quei primi pannelli furono impiegati nei satelliti spaziali.
Con il tempo, vennero prodotti più pannelli e il costo, di conseguenza, ha cominciato a scendere. Possiamo dire grazie alla domanda nel settore spaziale se oggigiorno abbiamo pannelli solari più economici. Dal 1976 al 2009, infatti, il modulo fotovoltaico è entrato man mano nell’economia di scala avviando una propria catena di approvvigionamento. Parallelamente alla scalabilità, si è sviluppato il settore della ricerca nel campo delle energie rinnovabili, che ha portato ad avere pannelli più capaci ed efficienti.
Questo ciclo virtuoso continua ancora oggi: più si costruiscono parchi solari e più il prezzo dell’energia rinnovabile scende. Nel 2010, con meno di 50 mila megawatt di solare installato, un megawattora di elettricità solare costava più di 300 euro. Nel 2019, con più di 500 mila megawatt installati, il prezzo scende a poco più di 30 euro.
Lo stesso vale per il carbone? No. Anche se la capacità energetica del carbone è aumentata – grazie a impianti più efficienti – il costo dell’elettricità da tale fonte è sceso solo del 2 per cento. Quindi, il carbone non sta diventando più economico e nemmeno lo diventerà in futuro. Questo perché, per le centrali a carbone, gas e per il nucleare, ci sono altri due fattori che ne influenzano il costo finale: i prezzi del combustibile e quelli relativi all’esercizio degli impianti.
Le energie rinnovabili come l’eolico e il solare non devono pagare per il carburante utilizzato, quindi l’unico costo è costruire e mantenere la tecnologia. Per una centrale a carbone, il costo del carbone che brucia rappresenta il 40 per cento dei costi totali dell’impianto. Anche se la tecnologia per costruire le centrali diventasse ancora più economica, il costo legato al combustibile farà pendere il bilancio economico a favore delle fonti rinnovabili.
Il costo delle rinnovabili è destinato a scendere ancora. Ci sono infatti molte aree nel mondo dove installare impianti solari. Questo si traduce in un’enorme opportunità per il mercato.
Ma per raggiungere l’indipendenza dai combustibili fossili, la prossima sfida da vincere sul versante dell’energia pulita sarà rendere più efficiente ed economico lo stoccaggio dell’energia in eccesso. Per fortuna questo processo è già iniziato: secondo il Bloomberg new energy finance, il prezzo medio dei sistemi di accumulo al litio è calato dell’85 per cento dal 2010 al 2018. Si stima che tale prezzo sia destinato a scendere ancora entro il 2024 rendendo così l’energia da fonti rinnovabili più conveniente su tutti i fronti.
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