
Secondo il primo studio a indagare le cause del crollo della Marmolada, costato la vita 11 persone, l’evento è dovuto in gran parte alle alte temperature.
È stato pubblicato il primo Rapporto annuale sullo stato degli oceani, i dati emersi sono preoccupanti, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici.
Il nostro pianeta, visto dal cielo, è una sfera blu circondata da un sottile rivestimento di liquidi e gas, che crea una fragile membrana di vita. A dispetto del suo nome, infatti, il 71 per cento della Terra è ricoperto da acqua, gli oceani svolgono funzioni indispensabili per l’equilibrio globale e per la nostra sopravvivenza. Immagazzinano oltre il 90 per cento del calore prodotto dall’uomo regolando il clima, ospitano un’incredibile biodiversità, forniscono sostentamento a milioni di persone e veicolano il 90 per cento dei commerci mondiali. Nonostante la loro importanza l’impatto dell’uomo sta distruggendo questi ecosistemi, minacciati dall’aumento delle temperature, dall’inquinamento e dallo sfruttamento scriteriato. Oggi, grazie allo sforzo di ottanta scienziati, possiamo conoscere con più precisione lo stato di salute dei “nostri” oceani.
È stata infatti pubblicata la prima edizione annuale del Rapporto sullo stato degli oceani (Osr), realizzato grazie al lavoro di ottanta scienziati appartenenti a oltre venticinque istituzioni europee coordinati da Marcator Ocean (il centro francese per l’analisi e le previsioni oceaniche globali) che, con la collaborazione del Servizio di monitoraggio ambientale marino Copernicus (Cmems), hanno analizzato e confrontato dati derivanti da anni di ricerca, dal 1993 al 2015. Il rapporto mostra le anomalie oceaniche, le tendenze dell’estensione del ghiaccio marino, l’aumento del livello dei mari e il riscaldamento della superficie degli oceani.
La conoscenza scientifica degli oceani è necessaria per perfezionarne la tutela, secondo le Nazioni Unite. La conservazione degli oceani e l’uso sostenibile delle risorse marine sono parte integrante degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg), il programma d’azione dell’Onu basato su sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Dallo studio sono emersi dati tutt’altro che rassicuranti, è stato infatti registrato l’innalzamento e il riscaldamento degli oceani e dei mari regionali, compresi quelli europei, e lo scioglimento dei ghiacci artici. Particolarmente preoccupante è inoltre il fenomeno dell’acidificazione degli oceani, causato dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera che altera la composizione chimica dell’acqua e potrebbe presto renderla invivibile per la maggior parte delle specie marine.
I ricercatori hanno inoltre notato l’intensificarsi dei fenomeni atmosferici, come El Niño del 2015, eccezionalmente violento. Riscaldamento globale non significa solo temperature più alte, se nel Mar Glaciale Artico la superficie di mare coperta da ghiaccio è drasticamente diminuita a causa del caldo inusuale, nel Nord Atlantico sono state registrate temperature sotto la media.
Il rapporto rappresenterà d’ora in avanti uno strumento importante per la corretta gestione degli oceani, fornendo informazioni affidabili e regolari, su base annuale, al pubblico in generale, al mondo politico e ai decision maker, oltre che alla comunità scientifica. “Gli oceani stanno attirando una quota in continua crescita del dibattito pubblico – si legge nel comunicato di Mercator Ocean. – Poiché legislatori e decision maker acquistano consapevolezza di quanto c’è in gioco, è essenziale per loro avere accesso a dati di facile utilizzo, informazioni non ostacolate dalle agende politiche, al fine di prendere le migliori decisioni a livello politico e legislativo”.
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