
Il museo Vites, parte della rete Sud heritage, testimonia come l’incontro fra tradizione e innovazione possa favorire la sostenibilità in viticoltura.
Molte piante utilizzate in cucina hanno dimostrato di possedere una azione antibiotica più di certi medicinali. Una di queste è il peperoncino.
Il peperoncino, o capsicum, è usato largamente in Etiopia per la preparazione dei piatti tradizionali perché, ad una concentrazione neppur troppo elevata, è in grado di poter inibire colonie di salmonelle e colibacilli assai diffusi in quelle zone calde e responsabili di gravi malattie intestinali.
La cosa non deve meravigliare più di tanto. Gli antibiotici prodotti dalle piante hanno una funzione di difesa contro i germi in esse contenuti come gli animali e l’uomo posseggono un sistema immunitario fatto di anticorpi e di elementi corpuscolati, macrofagi e linfociti, deputati allo scopo.
Il fatto singolare è che le piante che noi usiamo come spezie aglio, prezzemolo, rosmarino, pepe, ginepro, origano, cumino, ecc., ne contengono in quantità significative. Sembra quasi che l’uomo abbia cercato ed usato questi vegetali non solo per migliorare il gusto del cibo, ma per altre ragioni dettate dall’istinto.
Oltrechè preservarsi da certe malattie, si può ottenere da questi antibiotici naturali una modificazione della flora intestinale, una maggiore digestitone del cibo e un maggior apporto calorico. In parole semplici, un piatto povero di farinacei o patate, insaporito con prezzemolo, aglio e peperoncino, aumenta il suo valore nutritivo reallizzando così un vantaggio economico. Tutto questo spiega, almeno in parte, come certe popolazioni della terra riescano a sopravvivere con diete misere ai limiti della sopravvivenza.
Se è vero che il peperoncino (come tanti altri vegetali ed in maggior misura) possiede azione antibiotica utile specialmente ai fini della flora intestinale, è anche vero che possiede anche piccole dosi di antibiotico tali da provocare una resistenza batterica con quale effetto indesiderato.
In conclusione, è sempre difficile valutare l’azione di un farmaco partendo da qualche sua caratteristica, magari suggestiva. Tra la definizione teorica di essa e la sua applicazione pratica (vedi ulcera gastrica) c’è di mezzo una sperimentazione, la conferma dei risultati che devono essere costanti e sicuri.
Un pò di storia: il peperoncino arrivò in Europa stivato nelle caravelle di Colombo che tornavano nel vecchio continente, nel 1514.
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Il suo principio attivo è la capsicina ed è contenuta specialmente nella placenta.Il peperoncino è decongestionante e aiuta a prevenire malattie come la bronchite e le ulcere.
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