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Quali sono le conseguenze dei roghi di rifiuti nel mondo
I roghi di rifiuti, nel mondo, producono Pm 2,5, anidride carbonica e altri inquinanti dannosi per ambiente e salute. Ecco cosa dice un recente studio
I roghi di rifiuti producono il 29 per cento di Pm 2,5 a livello mondiale e il 5 per cento della CO2, eppure sono un fenomeno completamente ignorato nei processi decisionali dei singoli stati. E’ quanto emerge da uno studio condotto principalmente dal National Center for Atmospheric Research americano, a cui hanno collaborato anche l’Università del Montana e l’Epa, Agenzia di protezione dell’ambiente. Si tratta del primo rapporto di questo tipo che mostra una tale completezza.
Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, più del 40 per cento dei rifiuti prodotti nel mondo non viene smaltito correttamente, ma viene bruciato all’aria aperta, producendo una notevole quantità di inquinanti dannosi per l’ambiente e la salute umana: oltre al Pm2,5, anche il mercurio e i gas idrocarburi policiclici aromatici, collegati a malattie quali la funzione polmonare ridotta, disturbi neurologici, cancro e attacchi di cuore.
Per stimare le emissioni provocate dagli incendi, l’autrice dello studio, Christine Wiedinmyer, e i suoi collaboratori hanno confrontato i dati di popolazione e produzione pro capite di rifiuti con i conteggi ufficiali di smaltimento per ogni Paese del mondo. Si è così stimato che oltre 1 miliardo di tonnellate del totale dei rifiuti prodotti in tutto il mondo sono smaltiti attraverso roghi all’aria aperta.
Rifiuti bruciati in Indonesia. Foto: © Getty Images
“L’inquinamento atmosferico in gran parte del globo è notevolmente sottostimato”, sostiene la ricercatrice, “perché nessuno tiene conto dei roghi a cielo aperto. La combustione incontrollata di rifiuti è una delle principali fonti di sostanze inquinanti in atmosfera e dovrebbe ricevere più attenzione.”
I Paesi in cui ci sono più roghi? Secondo lo studio, si tratta di quelli con economie emergenti, quali Cina, India, Brasile, Messico, Pakistan e Turchia.
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