Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.
Questo forse è l’anno dell’auto ad aria compressa
Sembrava un sogno e addirittura s’era parlato di un complotto ordito dalle industrie petrolifere per farla sparire. Invece…
Guy Negre, ex ingegnere di formula uno, ha dichiarato alla
Reuters che la sua auto ad aria è pronta per una
pre-produzione in India, negli stabilimenti della Tata Motors, dopo
ben 15 anni di ricerche, di finanziamenti, di
progetti. E – sempre secondo le parole di Negre – il
petrolio a 100 dollari al barile ci obbliga tutti, a farci i
conti.
Dalla sua azienda Motor Development International (MDI), vicino
a Nizza, sud della Francia, spiega che quest’auto è a zero
emissioni in città e a bassissime emissioni in autostrada, e
viaggia per 100 km al costo di un euro in carburante. Che
può essere anche bio.
Il motore dell’auto ad aria, protetto da circa 50 brevetti
internazionali, si basa sull’aria compressa per muovere i pistoni,
che in cambio aiutano di nuovo a ricomprimerla in bombole (simili a
quelle dei subacquei). Il sistema prevede anche la
possibilità di ricaricare le bombole nelle stazioni di
servizio.
L’ultima versione dell’auto include anche un piccolo motore a
scoppio che estende enormemente l’autonomia della vettura. Quello
che è del tutto nuovo è il partner industriale. La
MDI, l’azienda di Negre, s’è avvicinata a Tata, il
più grande produttore d’auto indiano. Ma altro che le
vetturette raffazzonate di qualche anno fa, Tata è un
gigante che l’ultimo anno ha raccolto 7,2 miliardi di dollari di
utili investendone 30 milioni nel progetto. E – tanto per chiarirne
le dimensioni – è pronta ad acquistare i marchi di Land
Rover e Jaguar.
Il veicolo ad aria dovrebbe costare tra 3 e 4mila euro,
sarà di materiali compositi arrivando a pesare non
più di 330 kg. Velocità massima, 150 km/h.
Un difetto? Ancora una volta, forse, l’estetica.
Piccola e tondeggiante, sembra la nuvola di un fumetto. E be’, va
ad aria.
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