Il nuovo rapporto di Antigone denuncia sovraffollamento, suicidi e torture nelle carceri italiane. Mentre scoppia il caso torture al Beccaria.
Reato di tortura in Italia, la legge fa un passo avanti ma ad Amnesty International non piace
La legge che introduce il reato di tortura anche in Italia è stata approvata dal Senato. Un piccolo passo, ma non ancora quello decisivo per il nostro Paese perché non si tratta del via libero definitivo: rispetto all’ultimo passaggio parlamentare, infatti, il testo è stato modificato, e dunque si renderà necessario ancora un altro esame da parte
La legge che introduce il reato di tortura anche in Italia è stata approvata dal Senato. Un piccolo passo, ma non ancora quello decisivo per il nostro Paese perché non si tratta del via libero definitivo: rispetto all’ultimo passaggio parlamentare, infatti, il testo è stato modificato, e dunque si renderà necessario ancora un altro esame da parte della Camera. Difficile dire, per ora, se questo avverrà prima o dopo l’estate. Il nuovo testo prevede la reclusione da un minimo di 4 a un massimo di 10 anni per chiunque, con violenze o minacce gravi e con crudeltà, “provochi acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, oppure che si trovi in condizioni di minore difesa”.
dottorgiustizia: RT roccoscozzarell: La #tortura è un abominio,riduce le vittime a delle cose.Italia Paese da terz… pic.twitter.com/MKfFsDVZbI
— Movimento Etico (@MovimentoEtico) 16 maggio 2017
Le modifiche apportate dal Senato in questi giorni sono state 4: da una parte l’inasprimento della pena minima da 3 a 4 anni e l’inserimento di una aggravante per “abuso di potere” per i pubblici ufficiali. Dall’altra però è stato inserito un emendamento che configura la violenza come tortura “se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”, una formula giudicata inaccettabile dall’Associazione Antigone e da Amnesty International per “l’accanimento con cui si insiste nel limitare la tortura ai soli comportamenti ripetuti nel tempo”. L’ultima modifica invece, effettuata a tutela delle forze di polizia, esclude dalla legge le sofferenze risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti da parte della Polizia.
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