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L’Italia rurale ha grandi potenzialità ma livelli di efficienza disomogenei. La Rete promuove l’innovazione e svolge un ruolo cruciale di coordinamento.
Lo sviluppo rurale può contribuire al rilancio economico e sociale dell’Italia, fornendo una spinta importante alla crescita sostenibile dei territori. Tra quelli che fanno parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il nostro è uno dei paesi meno rurali: solo 9 milioni di persone vivono in queste zone, contro i 51 milioni che affollano le città. Ma proprio un rapporto dell’Ocse evidenzia le potenzialità di un approccio nazionale che metta l’agricoltura al centro dell’azione politica. L’Italia rurale, infatti, produce un Prodotto interno loro pro capite più alto della media delle regioni rurali dell’Ocse, grazie alla prossimità con le aree urbane: qui, in alcuni casi, i tassi di disoccupazione sono addirittura inferiori a quelli delle stesse zone urbane. Un altro punto di forza è costituito da una base economica diversificata: in queste zone l’agricoltura continua a fornire servizi all’ambiente (dalla gestione del suolo alla tutela della biodiversità), alle attività di svago e a realtà di grande successo come l’industria alimentare. Ma al contempo le performance delle aree rurali italiane variano profondamente a seconda della loro localizzazione: quelle situate nelle aree montane e in alcune zone del meridione, per esempio, scontano un importante ritardo di sviluppo.
In questo quadro un ruolo centrale lo gioca la Rete rurale nazionale (Rrn): istituita nel 2008 per volontà del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, rappresenta lo strumento attraverso il quale il nostro paese partecipa al più ampio progetto europeo (Rete rurale europea) che accompagna e integra tutte le attività legate allo sviluppo delle aree di campagna. In un’Italia rurale caratterizzata da una programmazione regionalizzata, che spesso sconta livelli di organizzazione e di efficienza disomogenei e discontinui, la Rrn svolge un ruolo cruciale di coordinamento; favorisce inoltre lo scambio di esperienze e conoscenze, promuove l’innovazione e le opportunità disponibili – con particolare attenzione ai giovani – e contribuisce a migliorare l’attuazione dei programmi di sviluppo rurale. Non si limita quindi ad armonizzare, integrare e coordinare le politiche agricole insieme agli attori di questo mondo, valorizzando le potenzialità del territorio e la diffusione delle buone prassi e delle conoscenze; punta anche a individuare i punti critici del sistema per migliorare la governance e per rafforzare la capacità progettuale e gestionale.
Un altro scopo fondante è quello di dare visibilità ai risultati raggiunti, coinvolgendo al massimo i soggetti interessati allo sviluppo rurale presenti sul territorio italiano, e contribuendo a informare i cittadini e la società civile dei benefici generati dalla politica di sviluppo rurale dell’Unione europea. Per questo motivo, il programma della Rrn è supportato da una campagna di comunicazione che si sviluppa intorno a quattro parole chiave: ruralità, rete, giovani e innovazione.
La ruralità può essere considerata una risorsa ambientale e al contempo culturale, sociale ed economica, prodotta con il contributo di vari attori – a partire dalle aziende agricole – e cruciale nel processo di creazione di valori per la collettività. In quest’ottica la rete si pone come una realtà viva e dinamica, capace di aggregare una moltitudine di soggetti e di porsi come fattore di integrazione, scambio e partecipazione collettiva e inclusiva; un vero e proprio “acceleratore” capace di spingere ogni elemento ad esprimere tutte le proprie potenzialità: perché solo dall’integrazione tra i vari attori può emergere il valore aggiunto della rete stessa, ovvero l’Italia rurale. Sono proprio i giovani i driver principali del cambiamento, protagonisti di un’agricoltura moderna, innovativa, competitiva, multifunzionale e rispettosa dell’ambiente, e destinatari di molte misure di sostegno agli investimenti in agricoltura. Investimenti che sono sempre più indirizzati sull’innovazione, una leva ormai fondamentale per la competitività e la sostenibilità del sistema agricolo. Per saperne di più è possibile visitare il sito della Rete rurale nazionale.
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