La lotta dei Deliveristas Unidos: i rider di New York rompono il silenzio

Durante la pandemia un gruppo di fattorini di New York ha fondato il movimento dei Deliveristas Unidos per chiedere migliori condizioni lavorative.

La notte di sabato 18 ottobre Salauddin Bablu era in sella alla sua bicicletta elettrica nel centro di Manhattan dove stava completando il turno di consegne per l’app di delivery GrubHub. Alle ore 1:05 un poliziotto in servizio al Sara D. Roosevelt Park, nel quartiere di Chinatown, ha trovato Bablu sdraiato per terra, con una coltellata all’addome e una ferita sul viso inflitte da un criminale che era poi scappato con la sua bicicletta. Trasportato d’urgenza in ospedale, il rider è morto poco dopo

Quella di Bablu, cinquantunenne originario del Bangladesh, ma di New York, è solo una delle tante storie di violenze e assalti subiti dai fattorini che ogni giorno e ogni notte percorrono le strade della città che non dorme mai per sfamare i suoi otto milioni di abitanti, rain or shine, sotto il sole cocente di agosto o la neve che imbianca la città in febbraio. 

A New York ci sono 65mila rider provenienti dai quattro angoli del mondo e tutti lavorano per una serie di piattaforme digitali: da Uber Eats a Just Eat, passando per GrubHub e DoorDash. Stanchi di viaggiare soli inseguendo numeri e indirizzi dettati da un algoritmo etereo, nel corso della pandemia di Covid-19 i fattorini della Grande Mela si sono riuniti nel movimento dei Deliveristas Unidos, un vero e proprio collettivo di lavoratori della gig economy nato per dare voce alle loro richieste. 

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Un rider attraversa Manhattan in una giornata invernale © Scott Heins/Getty Images

“Ogni quartiere ha la propria sezione locale”, ci spiega Aristeo, un rider che gestisce il gruppo dei Deliveristas Unidos di Washington Heights, nel nord di Manhattan. L’abbiamo incontrato una mattina di novembre al primo evento pubblico organizzato dai deliveristas del quartiere, una sorta di servizio pit-stop gratuito dove i rider possono far controllare i freni delle loro biciclette, gonfiare le ruote o ricevere caschi e luci nuove. 

Aristeo ha organizzato il collettivo nel suo quartiere insieme ad alcuni colleghi. “Qui c’è molta delinquenza, i furti di biciclette sono un problema”, racconta. Le biciclette elettriche utilizzate dalla maggior parte dei rider possono arrivare a costare più di duemila dollari, una spesa che i lavoratori sono tenuti a pagare con i propri risparmi. “Se si verifica un furto, il ristorante o l’applicazione per cui lavoriamo non si fa carico di nulla”, ha detto Aristeo.

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Un fattorino a Manhattan nel dicembre 2019 © Scott Heins/Getty Images

Spostamenti complicati e catene pesanti

Generalmente, all’inizio di ogni turno le applicazioni chiedono ai lavoratori di selezionare un’area entro cui effettuare le consegne, ma ultimamente questi macro-settori tendono ad allargarsi sempre di più fino a coprire distanze insostenibili in bicicletta che comportano anche spostamenti poco sicuri, come i ponti che collegano Washington Heights al Bronx. 

“Di solito io seleziono l’area di Harlem, che va dalla 125esima strada fino alla 208. A volte però le applicazioni mi mandano nel Bronx, ed è ingiusto, io non ho dato disponibilità per quella zona”, ha detto Aristeo all’evento per i ciclisti. Se si rifiutano le consegne il punteggio che valuta la performance dei rider scende facendo calare, di conseguenza, le possibilità di guadagno.

“GrubHub sta aggiungendo sempre più ristoranti alla propria offerta, allargando il raggio delle consegne. Per un solo ordine può essere richiesto di percorrere più di cinque chilometri”, racconta sempre a LifeGate Jesus, un rider di 38 anni arrivato a Washington Heights per far sistemare i freni. “È troppo per la paga che riceviamo”. 

Secondo molti rider, inoltre, le compagnie che gestiscono le operazioni di delivery non tengono in considerazione i rischi che queste implicano. Gli incidenti stradali possono causare danni alle biciclette, di cui devono farsi carico i lavoratori, e in un Paese in cui le assicurazioni mediche private costano diverse migliaia di dollari al mese i fattorini non godono di alcuna tutela in caso di infortunio. 

Uno studio condotto dal Workers Justice Project – una non-profit di New York che si occupa di diritti dei lavoratori – e il Worker Institute della Cornell University ha rilevato che, su 500 rider newyorkesi intervistati tra dicembre 2020 e aprile 2021, il 49 per cento è stato coinvolto in un incidente mentre lavorava; il 54 per cento –  278 persone su 500 – è stato vittima di un furto, e il 30 per cento di questi – 82 persone – sono state assalite fisicamente.

“Molti dei furti si verificano quando arriviamo all’indirizzo di destinazione. Io lego la bicicletta fuori dall’edificio, ma a volte dobbiamo salire diversi piani per arrivare all’appartamento e i ladri approfittano di questo lasso di tempo per rubarla”, sostiene Jesus, aggiungendo: “Se si presentano con un’arma di certo lasci tutto, la vita vale di più”. Appesa alla sua bicicletta Jesus porta una catena pesante e robusta, che farebbe impallidire qualsiasi normale lucchetto. 

In precedenza il rider lavorava in un ristorante, ma durante la pandemia di Covid-19 ha deciso di iniziare a fare consegne per approfittare del boom di richieste date dai lockdown e dalla chiusura dei ristoranti. “Può essere rischioso, ma il lavoro è parte della mia vita”. 

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Immigrati messicani e argentini partecipano a una marcia lo scorso aprile © Spencer Platt/Getty Images

Nuove regole per i rider

Manny Ramirez ha 34 anni ed effettua consegna a Washington Heights da cinque anni. Tre anni fa anche la moglie ha cominciato a pedalare e la coppia ha di recente festeggiato l’arrivo del secondo figlio. A nome dei Deliveristas Unidos Ramirez ha collaborato con il Workers Justice Project e il comune di New York per scrivere nuove regolamentazioni mirate ad assicurare ai rider una serie di diritti fondamentali

Il pacchetto di leggi impone all’amministrazione comunale di stabilire una paga minima per i rider e prevede che le applicazioni permettano di selezionare una distanza massima per le consegne e rendano più trasparente il sistema di mance e pagamenti. Un’altra norma, infine, obbliga i ristoranti a garantire ai fattorini l’accesso ai bagni, un diritto spesso negato durante la pandemia. 

Le misure sono state approvate dal consiglio comunale di New York lo scorso 23 settembre, anche se quella relativa alla paga oraria entrerà in vigore solo nel 2023 per dare tempo agli uffici coinvolti di svolgere una serie di studi specifici e determinare una cifra equa. 

Sono i primi passi. Abbiamo incontrato il dipartimento del Lavoro per spiegare loro come funziona davvero il nostro impiego e tutte le spese che dobbiamo sostenere: la bicicletta, le batterie, le luci, l’abbigliamento anti-pioggia e anti-vento. Solo così potranno decidere una paga corretta, che consideri tutti questi fattori”. 

Protesta
I rider partecipano a una protesta a Broadway nell’aprile 2021 © Spencer Platt/Getty Images

Secondo lo studio del Workers Justice Project e della Cornell University oggi un rider di New York guadagna in media 2.380 dollari netti al mese. Lavorando sei giorni a settimana per almeno otto ore la paga oraria si aggira intorno ai 12,40 dollari, una cifra inferiore rispetto ai 15 dollari l’ora che rappresentano il salario minimo nell’area metropolitana di New York. 

Inoltre, togliendo le mance – che rappresentano circa il 44 per cento delle entrate dei rider – lo stipendio netto raggiunge appena i 1.511 dollari e la paga oraria scende a meno di 8 dollari. 

“La nostra organizzazione si è impegnata per ottenere una legge che assicuri ai rider un sistema di compensazione basato sul lavoro effettivamente svolto e che permetta loro di vivere dignitosamente”, afferma Ligia Guallpa, direttrice del Workers Justice Project.

Un movimento di solidarietà

Martedì 16 novembre i Deliveristas Unidos hanno organizzato un evento commemorativo in nome di Salauddin Bablu, il rider bengalese ucciso a Chinatown circa un mese prima. Un centinaio di persone si sono riunite nel Sara D. Roosevelt Park per ricordare Bablu e sensibilizzare il quartiere e la città riguardo ai pericoli a cui sono esposti i fattorini. 

La maggior parte dei Deliveristas Unidos sono sudamericani, ma la comunità asiatica sta diventando sempre più presente nel mondo delle app di consegne. Secondo Manny Ramirez, l’evento ha rappresentato un’ottima occasione per mostrare alla famiglia della vittima il rispetto e l’appoggio del movimento. “Dato che abbiamo lingue e culture differenti si può pensare che siamo due entità separate, ma in realtà rappresentiamo un unico gruppo di rider”, sostiene Ramirez. Una raccolta fondi organizzata sul sito Gofundme per supportare la famiglia di Bablu, oggi chiusa, ha raccolto 30mila dollari

A New York più di 20mila ristoranti servono ogni ora milioni di persone. In una città in cui il cibo è sinonimo di culture e tradizioni diverse, e dove in ogni quartiere è possibile trovare piatti che arrivano da tutto il mondo, è facile dare per scontata la disponibilità continua e praticamente illimitata di cibo a cui molti – seppur non tutti – hanno accesso. Oggi i rider, in sella alle loro biciclette, hanno smesso di stare in silenzio e la loro voce rimbomba forte e chiara nella città che non dorme mai.

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