La crescita di domanda di produzione elettrica nei primi sei mesi del 2022 è stata interamente soddisfatta dalle energie rinnovabili.
A luglio 2022, a causa della crisi climatica, la richiesta dei combustibili fossili è tornata a salire.
La crescita dell’eolico e del solare ha impedito un aumento del 4 per cento nella produzione elettrica da fonti fossili e, quindi, 230 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
Il mondo è nel bel mezzo di una crisi energetica. Ci si poteva aspettare che l’uso di carbone e gas sarebbe aumentato nel 2022, ma non è quello che è successo, almeno nella prima metà dell’anno. Infatti, in questo periodo, tutta la crescita della domanda elettrica mondiale è stata soddisfatta dall’energia pulita.
A dirlo è il nuovo rapporto del think tank energetico Ember, il quale mostra come le energie rinnovabili, solare ed eolico in primis, abbiano coperto per intero la crescita di domanda di elettricità a livello globale e come queste abbiano evitato un possibile aumento del 4 per cento di energia fossile.
Fonti fossili e CO2 sono rimasti invariati grazie all’energia rinnovabile
Il rapporto di Ember fornisce ogni anno un approfondimento sulla transizione energetica globale, analizzando i dati sulla produzione elettrica di 75 paesi diversi, che rappresentano il 90 per cento della domanda globale di elettricità. I dati pubblicati sono il risultato dei primi sei mesi del 2022 messi a confronto con lo stesso periodo del 2021.
In questo periodo, la domanda mondiale di elettricità è aumentata del 3 per cento, un dato in linea con la media storica. Eolico e solare hanno soddisfatto, in media, il 77 per cento di questa crescita: in Cina il dato si attesta addirittura al 92 per cento, negli Stati Uniti all’81, mentre in India solo al 23. La restante parte è stata soddisfatta dall’energia idroelettrica.
Dal momento che la crescita delle rinnovabili ha soddisfatto tutta la crescita di domanda, la produzione di energia da fonti fossili è rimasta pressoché invariata. Il carbone è diminuito dello 0,7 per cento e il gas dello 0,05. Tali diminuzioni sono state compensate da un leggero aumento di produzione del petrolio. Di conseguenza, per quanto riguarda il settore energetico globale, le emissioni di CO2 sono rimaste invariate, nonostante l’aumento della domanda di energia elettrica.
NEW | Global Electricity Insights from the first half of 2022
Se andiamo più nello specifico, i dati di Ember mostrano delle variazioni a seconda del paese o del continente esaminato. Questo vale soprattutto per l’Unione europea dove il carbone è in realtà aumentato del 15 per cento per coprire, si spera temporaneamente, la carenza di gas dovuta alla guerra in Ucraina.
Un dato che non ha eguali nel resto del mondo: in India, per esempio, l’utilizzo del carbone è aumentato del 10 per cento, sempre a causa della forte domanda di elettricità a basso costo. Questi aumenti, però, sono stati compensati da Cina e Stati Uniti dove il carbone è sceso rispettivamente del 3 e del 7 per cento.
L’energia da eolico e solare ha prodotto benefici climatici
Così, la crescita dell’eolico e del solare nella prima metà del 2022 ha impedito un aumento del 4 per cento nella produzione elettrica da fonti fossili. Ciò si traduce, in termini di costi, in un risparmio di 40 miliardi di dollari e, in termini ambientali, in 230 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 in meno.
Anche in questo caso, il report di Ember si concentra su alcune situazioni in particolare. In Cina la crescita delle rinnovabili ha ridotto del 3 per cento la produzione da combustibili fossili che, altrimenti, avrebbero potuto crescere dell’1 per cento. In India hanno contenuto l’aumento dell’energia da combustibili fossili dal 12 per cento al 9, mentre negli Stati Uniti addirittura dal 7 all’1 per cento. Anche in Europa la crescita delle rinnovabili ha permesso di rallentare la dipendenza da combustibili fossili: per Ember, senza solare ed eolico le fonti non rinnovabili sarebbero cresciute del 16 per cento invece, come è stato poi nella realtà, del 6.
Ma le cose potrebbero peggiorare
Insomma, le fonti rinnovabili hanno dimostrato la concretezza della transizione energetica. Ma questa ha bisogno di sostegno per raggiungere gli obiettivi climatici. Come detto, il rapporto di Ember prende in esame i primi sei mesi del 2022. Dopo una prima occhiata ai mesi immediatamente successivi, si nota che a causa della crisi climatica, in particolare nei mesi di luglio e agosto 2022, la produzione globale di carbone e gas è tornata a crescere, lasciando aperta la possibilità che le emissioni di CO2 del settore energetico tornino a salire.
A causa delle ondate di calore e della siccità, dunque, il 2022 potrebbe diventare l’anno record per emissioni di CO2, nonostante nella prima parte dell’anno, come evidenziato da Ember, si siano registrati gli ottimi progressi delle fonti pulite. Basti guardare cosa è successo in Cina, dove il surplus idroelettrico si è trasformato in estate in deficit energetico, a causa del record siccità che ha spinto verso l’alto la domanda di energia elettrica.
Ci stiamo avvicinando a un momento storico in cui la crescita della domanda di energia elettrica potrà essere soddisfatta totalmente dalle rinnovabili. È già successo, come ha dimostrato il caso recente della Grecia, e potrà succedere ancora. Ma questo è solo l’inizio. Il settore elettrico può ridurre ancora più rapidamente le emissioni di quanto non stia già facendo ma per farlo è necessario superare i combustibili fossili per sempre, grazie a scelte politiche, economiche e ambientali dettate da obiettivi climatici vincolanti.
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