Pulizia delle strade e mobilità sostenibile, Roma è ultima in Europa secondo due indagini

Secondo due diversi indagini condotte da Eurostat e Greenpeace, Roma è ultima in Europa per quanto riguarda la percezione di pulizia, e per mobilità sostenibile.

“La tua città è abbastanza pulita?”, se la città in questione è Roma, la risposta è decisamente “No”, ed è molto carente anche la mobilità sostenibile e nella sicurezza stradale: la capitale italiana infatti si piazza mestamente all’ultimo posto della classifica che risulta da un sondaggio effettuato dall’Eurostat sulla percezione di pulizia e sporcizia della propria città da parte dei cittadini dell’Unione europea, e anche da quello realizzato da Greenpeace sulla mobilità nelle tredici principali capitali d’Europa.

Roma non è percepita come abbastanza pulita…

Il sondaggio di Eurostat si basava su una sola domanda, molto semplice: “Is your city clean enough?”. E anche se l’indicatore è non tanto la sporcizia della città, quanto la percezione dei cittadini, il dato che ne esce è comunque indicativo.

La città più pulita d’Europa, secondo i propri cittadini, è la piccola Ventspils, in Lettonia: 99 suoi abitanti su 100 si considerano soddisfatti. Al secondo posto c’è un’altra cittadina lettone, Valmiera (97 per cento di cittadini soddisfatti, poi la spagnola Oviedo (95) e Città del Lussemburgo (sempre 95) che è anche la prima delle capitali, seppure una delle più piccole. Le grandi capitali invece faticano molto di più: Madrid ottiene solo un 38 per cento di consensi, Budapest 39, Atene 41, Berlino 45, Bruxelles 47 e Parigi il 49 per cento. Roma però chiude la speciale classifica con l’ultimo posto assoluto, con un desolante 9 per cento come indice di soddisfazione.

…né abbastanza sostenibile e sicura

Ma non è tutto, perché Roma “ottiene” l’ultima posizione anche in un’altra classifica, quella sulla mobilità sostenibile e la sicurezza stradale: questa volta i dati sono quelli del report Living. Moving. Breathing commissionato da Greenpeace al Wuppertal Institute. Il rapporto, sulla base di dati relativi al 2016 e provenienti da fonti pubbliche ufficiali o direttamente dalle amministrazioni cittadine, compara la performance di 13 grandi città europee in fatto di mobilità e sostenibilità dei trasporti, basandosi su 5 parametri, per ciascuno dei quali si assegna un punteggio massimo di 20 punti: sicurezza stradale, qualità dell’aria, gestione della mobilità, trasporti pubblici, mobilità attiva.  Secondo l’analisi condotta, al primo posto si classifica Copenaghen, con un punteggio di 57 su 100, seguita nell’ordine da Amsterdam (55) e Oslo (50). Ultima classificata Roma, preceduta da Mosca (30,75), Londra e Berlino (appaiate a quota 34,50).

Roma è ultima in graduatoria sia per sicurezza stradale che per gestione della mobilità, e in penultima posizione per mobilità attiva. La Capitale è invece all’ottavo posto su tredici per qualità dell’aria e trasporti pubblici. Per quanto riguarda la sicurezza stradale, durante il 2016 a Roma si sono registrati 25 incidenti mortali che hanno coinvolto ciclisti e 47 che hanno coinvolto pedoni. Nello stesso periodo, ci sono stati 110 incidenti ogni 10mila spostamenti in bici e 133 incidenti ogni diecimila spostamenti a piedi.

La capitale mostra inoltre indirizzi molto deboli di mobility management, che disincentivano poco o affatto l’uso del mezzo privato. Ciò determina anche una mobilità fortemente congestionata, con un incremento di circa il 40 per cento dei tempi di spostamento, causato dall’alto numero di automobili presenti sulle strade.

Infine, anche se la città ha implementato sistemi di bike e car sharing, la disponibilità di questi servizi è ancora limitata. Secondo Greenpeace “se Roma vuole incrementare la mobilità sostenibile, deve cominciare a proteggere pedoni e ciclisti dal traffico motorizzato, che nella capitale risulta aggressivo e troppo spesso mortale, ma non solo: dovrebbe perseguire l’obiettivo generale di ridurre l’uso privato della macchina implementando sistemi di pedaggio per la mobilità privata”.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
L’Italia non è un Paese per attivisti

L’Italia, al momento, non è un Paese per attivisti. Quando si contesta lo status quo si rischia la punizione penale, civile, sociale, e a volte anche quella fisica.