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Russia, 36 morti nel crollo di una miniera di carbone nell’Artico
Tre esplosioni hanno causato il crollo della miniera russa di Severnaia. L’incidente si aggiunge al vasto elenco di catastrofi minerarie russe, provocate da vecchie strutture e da controlli inadeguati.
A Vorkuta, nell’Artico russo, il crollo di una miniera di carbone avvenuto lo scorso 25 febbraio avrebbe provocato la morte di trentasei persone, tra queste cinque soccorritori accorsi per aiutare i minatori. Secondo le ricostruzioni la miniera avrebbe ceduto in diversi punti, in seguito a tre esplosioni dovute a fughe di gas.
La prima esplosione si è verificata giovedì 25 febbraio a circa 780 metri di profondità, sembra a causa di una fuga di metano, poi altre due nei giorni seguenti. Nella miniera, al momento dell’esplosione, si trovavano centodieci minatori e circa ottanta sono stati tratti in salvo, ha precisato il direttore della struttura, Denis Paikin, affermando che tutti i dispersi sono presumibilmente morti, considerati il livello di gas nelle gallerie e la traiettoria delle fiamme.
“Secondo il consiglio tecnico degli esperti, le ventisei persone che si trovavano nella miniera non avevano alcuna possibilità di sopravvivere – ha dichiarato Tatiana Buchkova, portavoce di Vorkutaugol, società che gestisce la miniera di Severnaia nella regione artica di Komi. – Sono state concluse le operazioni di soccorso“.
Le cause della tragedia sono ancora da verificare, sembra però possano essere di origine naturale. “Dal materiale acquisito sino ad ora risulta che l’incidente sia stato provocato da un evento geologico”, ha affermato Alexander Goncharenko, a capo di un comitato di controllo per le miniere.
È però indubbio il precario stato in cui versano numerose miniere russe, quello che ha portato al crollo della miniera di Severnaia è solo l’ultimo disastro minerario della storia recente del Paese. Nel 2010 oltre novanta persone persero la vita nel crollo della miniera di Raspadskaya, situata nella regione di Kemerovo, nella Siberia occidentale, a causa di una fuga di metano.
Nel bacino minerario del Kuzbass, tra i principali bacini carboniferi della Russia, gli incidenti mortali sono terribilmente frequenti, 60 minatori morti nel 2004, 23 nel 2005, 30 nel 2006, 106 nel 2007. Infrastrutture datate e misure di sicurezza non adeguate alle condizioni ambientali sono le principali cause degli incidenti minerari in Russia.
La scarsità di lavoro e la miseria costringono centinaia di persone, nate in queste lande gelide e inospitali, a rischiare la vita ogni giorno, scendendo nelle viscere della terra, senza sapere se rivedranno la luce del sole.
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