
In occasione della Giornata mondiale delle api il Wwf pubblica un rapporto che lancia l’allarme sulla situazione degli insetti impollinatori nel mondo.
Lo scoiattolo rosso, una delle specie simbolo dei nostri boschi rischia di scomparire a causa del cugino d’oltreoceano, importato in Europa negli anni ’60.
È l’allarme lanciato dai ricercatori delle Università
di Torino, Genova e Varese, in collaborazione con
l’Università di Newcastle. Lo scoiattolo comune
europeo (Sciurus vulgaris), rischia di
estinguersi e scomparire dai boschi italiani e europei a causa
dell’introduzione di una specie aliena proveniente dall’America, lo
scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis).
Questa specie, simbolo dei nostri boschi e ghiotta dei sui frutti,
ha un’importanza fondamentale nel rinnovamento del bosco: “Negli
anni di forte produzione di semi – spiega Sandro Bertolino,
ricercatore associato all’Università di Torino,
DIVAPRA
(Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse
Ambientali) – gli scoiattoli immagazzinano parte dei semi raccolti
di specie come nocciolo, faggio, castagno, pino cembro, pino
silvestre. Molti dei semi nascosti saranno recuperati dagli animali
in inverno e primavera, ma una parte sarà dimenticata. I
semi lasciati nel terreno avranno quindi la possibilità di
germinare e dare origine a una nuova pianta”.
Ed è proprio la competizione per le risorse alimentari che
ne ha quasi causato la scomparsa nelle foreste della Gran Bretagna,
Galles e Scozia e nei boschi del nord Italia. Gli scoiattoli grigi
americani mangiano ghiande in quantità decisamente maggiore
rispetto agli scoiattoli rossi e riescono a trovare e consumare
parte delle riserve di semi che gli scoiattoli rossi si preparano
per l’inverno.
“È difficile dare dei numeri precisi – spiega Bertolino -,
possiamo però dire che nell’areale di diffusione tra Torino
e Cuneo, dal 2000 al 2010 lo scoiattolo rosso è
scomparso dal 60-70% dei boschi dove prima era presente e
dove ora si trova lo scoiattolo grigio”.
L’ennesimo esempio di come l’azione dell’uomo abbia portato ad un
tipo di competizione che in natura non sarebbe mai avvenuta: “Una
specie è il risultato unico di un processo evolutivo
irripetibile – continua Bertolino – ed è parte del nostro
patrimonio naturale. Lasciare estinguere una specie è come
lasciar cadere la Cappella Sistina o il Colosseo; saremmo tutti
più poveri”.
Quali soluzioni? Lo scorso luglio l’Unione
Europea e il Ministero dell’Ambiente hanno stanziato 2 milioni di
euro chiedendo a Regione Lombardia, Liguria e Piemonte di eliminare
gli scoiattoli grigi iniziando dai Parchi di Nervi. Secondo gli
animalisti i metodi a disposizione sono però cruenti e
“totali”. Per arginare il fenomeno, da gennaio 2012, è stata
vietata l’importazione dello scoiattolo grigio in Europa ed
è in uscita un decreto interministeriale che vieta il
commercio e la detenzione dello scoiattolo grigio in Italia.
Come spesso accade etica e scienza sono in contrasto. A volte
però si possono trovare anche delle soluzioni: “A Genova
Nervi – spiega Bertolino – sarà impiegata la cattura con
sterilizzazione: trattandosi di un nucleo limitato, gli animali
saranno catturati e sterilizzati, assicurandone comunque la loro
incolumità e permanenza in buone condizioni fino a morte
naturale”.
La questione rimane comunque aperta, mentre il piccolo roditore
dalla fiammante coda a spazzola si ritrova ad essere l’unico a
doverne pagare le conseguenze.
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