San Francisco adotta un piano per ridurre la CO2, checché ne dica George W. Bush

Data l’inazione del governo Bush, San Francisco ha deciso di adottare un suo piano per ridurre la CO2.

Il “climate action plan” di San Francisco taglierà le emissioni di anidride
carbonica
di 2,5 milioni di tonnellate entro il 2012: un taglio del 20% rispetto alle emissioni del 1990. “Le città e lo Stato della California metteranno in atto i loro piani ambientali, visto che l’Amministrazione Bush non se ne interessa” ha affermato il sindaco, Mayor Gavin Newsom.

“Il cambiamento climatico globale è una minaccia reale e incombente alla nostra economia, alla nostra salute, all’ambiente – ha dichiarato – e siccome l’attuale governo di Washington ha rifiutato di cooperare con il resto del mondo per ridurre i gas serra, è ancora più importante che San Francisco e tutte le altre città si assumano una vera leadsership ambientale (‘real environmental leadership‘) e adottino specifiche misure locali per tagliare le emissioni e proteggere il nostro futuro”.

Gli obiettivi del city plan sono:

– taglio delle emissioni da combustibili fossili (traffico automobilistico, centrali energetiche, riscaldamento di edifici);

– sviluppo delle energie rinnovabili: solare, eolica, fuel cells e, particolarmente promettente per una città affacciata suill’Oceano, energia dalle onde;

– espansione dei piani di riciclo/riutilizzo nelle aree residenziali e commerciali.

L’anidride carbonica è il principale dei gas serra, collegati al riscaldamento globale, allo scioglimento dei ghiacciai. I mari che s’innalzano potrebbero sommergere la splendida baia di San Francisco, inondando la città, gli aeroporti di Oakland e le autostrade.

“Il governo non fa a a livello federale. Saremo noi ad agire globalmente, a livello locale” ha concluso il sindaco Newsom, arringando i giornalisti durante la conferenza convocata in un parco sulla spiaggia, accanto a un’antiquata (e inquinante) centrale termica che sarà la prima ad essere chiusa.

Sono già oltre 600, nel mondo, i governi locali che stanno adottando i loro propri “piani d’azione climatici”. Più di 100 Stati hanno aderito al Protocollo di Kyoto, al quale gli USA hanno ritirato il supporto nel 2001.

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