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Ha già iniziato a produrre elettricità il parco eolico Taiba N’Diaye. A pieno regime fornirà il 15 per cento in più di energia rinnovabile al Senegal.
Ci sono voluti meno di due anni per costruire il parco eolico Taiba N’Diaye, il più grande dell’Africa occidentale. Le turbine alimentate dai venti atlantici invece, forniranno elettricità da fonti rinnovabili per almeno 20 anni. Realizzata da Lekela, compagnia con sede ad Amsterdam ma molto attiva in tutto il continente africano, la centrale eolica è costituita da 46 turbine Vestas che produrranno 158,7 MW, portando ad un aumento del 15 per cento della capacità di generazione del Senegal. Il progetto fa parte del Plan Senegal Emergent, il programma di accelerazione dello sviluppo economico del governo.
“I primi megawatt di energia stanno entrando oggi nella rete del Senegal, dando al paese il suo primo assaggio di energia eolica pulita e rinnovabile”, ha detto in una nota Massaer Cisse, direttore generale di Lekela per il Senegal. “Questo è un momento emozionante e ci avvicina al nostro obiettivo finale di fornire energia a milioni di senegalesi.
Secondo quanto si apprende dal Plan Senegal Emergent, il mix energetico del paese prevede di ridurre gradualmente la produzione di energia da fonti fossili passando da un attuale 87 per cento ad un otto per cento entro il 2030. Per fare questo il paese africano punterebbe ad accrescere la quota di centrali elettriche alimentate a gas fino ai 993 MW, quella dell’energia idroelettrica a 381 MW, e altri 365 MW puntando su sole e vento (resteranno comunque attive le centrali a olio combustibile e a carbone). Portando in questo modo la quota di rinnovabili al 30 per cento.
Già lo scorso dicembre il presidente del Senegal Macky Sall, in un’intervista televisiva, aveva annunciato che la costruzione della centrale a carbone di Bargny, nei pressi di Dakar, non sarebbe stata realizzata. Un annuncio accolto favorevolmente dalle comunità locali e dagli attivisti senegalesi che da oltre cinque anni si stanno opponendo con forza e si battono attivamente contro la centrale a carbone, spingendo al contempo il governo a investire in energie rinnovabili.
Il progetto, costato circa 342 milioni di euro, conta di fornire elettricità a circa due milioni di persone, portando nuova energia anche nello sviluppo dell’area. “Abbiamo già costruito due nuovi mercati e recentemente abbiamo tenuto un corso di formazione elettrica di quattro mesi per dodici giovani adulti nella comunità”, ha spiegato il rappresentante di Lekela. Oltre a creare nuove opportunità di lavoro durante la costruzione, la compagnia pare abbia investito – con l’appoggio di fondi americani – nell’apertura di un programma di attività per migliorare l’istruzione, l’impresa e l’ambiente.
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