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Si continuano a demolire ecomostri: giù altre ville nell’Oasi del Simeto
Solo contando quelle alla foce del fiume Simeto sono centinaia le villette illegali, una vera e propria cittadella abusiva, la cui storia ha dei tratti paradossali. La splendida area che abbraccia la foce del fiume Simeto in provincia di Catania fu dichiarata nel 1984 riserva naturale “Oasi del Simeto”. L’intento era quello di proteggere e
Solo contando quelle alla foce del fiume Simeto sono centinaia le villette illegali, una vera e propria cittadella abusiva, la cui storia ha dei tratti paradossali.
La splendida area che abbraccia la foce del fiume Simeto in provincia di Catania fu dichiarata nel 1984 riserva naturale “Oasi del Simeto”. L’intento era quello di proteggere e preservare una delle zone umide più importanti di Italia, favorire e incrementare le condizioni per la sosta e la nidificazione della fauna e il restauro della vegetazione. Il risultato fu un incremento di quella che già era la piaga principale della zona: un abusivismo edilizio sfrenato e scriteriato.
La ripresa delle demolizione degli abusi edilizi nell’Oasi del Simeto è un segnale importante, che giustamente “va nella direzione opposta rispetto a quella intrapresa da alcuni Comuni in Sicilia che da tempo cercano una via d’uscita che salvi le case illegali dalle ruspe” secondo Vittorio Cogliati Dezza e Mimmo Fontana, presidente nazionale e regionale di Legambiente, sul ripristino della legalità avviata dal Comune di Catania e dalla Procura.
Come denunciato dal Wwf, la zona è “in buona parte un terreno alluvionale. E il rischio di una nuova alluvione come quella accaduta negli anni Sessanta con la fuoriuscita dagli argini di piena ordinaria del fiume Simeto, potrebbe avere tragiche ripercussioni”. E tutto ciò non è purtroppo un caso isolato in Sicilia: da Marsala a Campobello di Licata, da Triscina a Pizzo Sella, l’edilizia fuorilegge ha prosperato indisturbata nei luoghi più belli dell’Isola. La Sicilia, non a caso, è la prima regione per reati di abusivismo sul demanio marittimo, con il 16,6% del totale nazionale, nel 2012 sono stati effettuati 286 sequestri. “Per fermare queste speculazioni che privatizzano un bene, il paesaggio, che è di tutti – concludono Cogliati Dezza e Fontana – occorre ripristinare legalità e luoghi attraverso le demolizioni, unico efficace deterrente al nuovo abusivismo. Per questo sosteniamo con convinzione l’intervento voluto dal sindaco Enzo Bianco e dalla Procura”.
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