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L’innovazione può dare un futuro sostenibile ai polmoni verdi del nostro pianeta: lo sottolinea l’edizione 2024 del report Fao sullo stato delle foreste.
Il Sinodo dei Vescovi che si terrà a ottobre compenserà le proprie emissioni di CO2 con il supporto del progetto Impatto Zero di LifeGate.
Nell’attesa della già annunciata nuova enciclica papale sulla salvaguardia dell’ambiente, dopo l’ormai storica Laudato si’, la segreteria generale del Sinodo dei Vescovi vuole confermare il proprio impegno concreto sul tema. Traducendolo in un progetto ambizioso per compensare le emissioni di CO2 residue che saranno prodotte durante la prossima XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, la cui prima sessione si terrà dal 4 al 29 ottobre, in collaborazione con due partner di grande rilievo: la Fondazione SOS Planet e LifeGate.
LifeGate, con il suo contributo tecnico e l’esperienza maturata in occasione dell’Assemblea sinodale del 2019, svolgerà un ruolo chiave nel processo di compensazione delle emissioni. L’obiettivo è quello di generare un credito di carbonio che bilanci il debito accumulato, offrendo una soluzione ecologica e sostenibile.
Il progetto scelto si allinea perfettamente con i principi di quella ecologia integrale proposta dall’enciclica Laudato si’, concentrandosi non solo sulla riduzione delle emissioni di CO2 ma anche sull’attenzione al territorio e sull’aiuto concreto alle comunità coinvolte.
Il progetto avrà luogo in Nigeria e Kenya, e mira a diffondere stufe da cucina efficienti e tecnologie di purificazione dell’acqua per famiglie, comunità e istituzioni locali: l’introduzione di queste nuove tecnologie contribuirà significativamente a ridurre il consumo di biomassa non rinnovabile e combustibili fossili, migliorando così la qualità dell’aria.
Questo è particolarmente importante per la salute delle donne e dei bambini, che spesso sono i più colpiti da malattie respiratorie e tassi di mortalità elevati a causa dell’inquinamento atmosferico. I proventi derivanti dalla vendita dei crediti di carbonio saranno reinvestiti per sostenere i partner locali impegnati nella produzione, distribuzione e manutenzione delle tecnologie, creando un impatto duraturo sulle comunità coinvolte.
Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza.” (Papa Francesco, LS 53)
Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’, aveva sottolineato proprio la responsabilità di tutti noi nella cura della nostra casa comune, il pianeta Terra. Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso la realizzazione del suo sogno di un mondo più sostenibile e pacifico. Come sottolineato dal Santo Padre nel 2015, “siamo chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza”.
L’iniziativa a impatto zero significa che il Sinodo dei vescovi sta prendendo seriamente in considerazione la crisi climatica, riconoscendo l’urgenza del riscaldamento globale. Per affrontare questa sfida, il Sinodo ha deciso di neutralizzare le proprie emissioni di gas serra, collaborando con LifeGate nel progetto Impatto Zero. L’impegno, nel concreto, si sviluppa attraverso un processo articolato in tre fasi.
Innanzitutto, sono state calcolate le emissioni di CO2 causate dalle attività del Sinodo, utilizzando l’indicatore Gwp (Global Warming Potential) per orientare le strategie di riduzione e compensazione delle emissioni. La riduzione delle emissioni è stata il secondo passo, attraverso l’ottimizzazione delle risorse e la scelta di pratiche sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili e una dieta a bassa intensità di carbonio per lo svolgimento del Sinodo, ma anche la semplice rinuncia agli inviti cartacei. Nonostante gli sforzi di riduzione, rimane comunque un “debito” di carbonio residuo, stimato in 625.552 kgCO 2eq (chilogrammi di CO2 equivalenti).
Qui entra in gioco il progetto Burn Stoves, attivo dal 2016: in Kenya, dove la popolazione dipende principalmente dalla biomassa per cucinare, la deforestazione è un problema grave. Il progetto Burn Stoves offre una soluzione sostenibile, riducendo il consumo di combustibile del 64 per cento, rallentando la deforestazione e migliorando la salute delle famiglie coinvolte.
Dal 2016, il lavoro della produzione Burn in Kenya ha portato alla distribuzione di 3,6 milioni di stufe distribuite, a un risparmio di 400mila tonnellate di legno e a una riduzione dell’80 per cento delle emissioni di CO2. Non è la prima volta che il Sinodo dei vescovi si svolge completamente a impatto Zero, grazie al supporto tecnico di LifeGate: quello tenuto nell’ottobre 2019, che aveva radunato 185 cardinali e vescovi della regione panamazzonica, aveva deciso di compensare le emissioni di CO2 prodotte attraverso la riforestazione della Riserva indigena di Selva de Matavén.
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