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Siria, un rapporto accusa Damasco: usate armi chimiche nel 2017
Un rapporto ufficiale dell’Opac certifica l’uso di armi chimiche in tre operazioni militari portate a termine in Siria dall’esercito di Damasco, nel 2017.
Il governo della Siria ha utilizzato armi chimiche, in particolare gas sarin e cloro, in almeno tre attacchi effettuati nel marzo del 2017 a al-Lataminah, località situata nei pressi di Hama, nel nord del paese. A confermarlo è un rapporto dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) – premio Nobel nel 2013 – consegnato mercoledì 8 aprile ai suoi stati membri.
Syria war: Syrian air force behind 2017 chemical attacks, OPCW finds https://t.co/2ue8iKyGof
— BBC News (World) (@BBCWorld) April 8, 2020
L’uso di armi chimiche evocato già in un rapporto del 2018
Secondo il documento, “le operazioni militari di natura strategica, come nel caso dei tre attacchi, sono state effettuate unicamente agli ordini del più alto comando delle forze armate arabe siriane”. Già in un primo rapporto del 2018, d’altra parte, l’Opac aveva documentato l’uso di armi chimiche, ma – conformemente al proprio mandato – non aveva indicato i responsabili.
A partire dal giugno dello stesso anno, tuttavia, i poteri dell’Opac sono stati modificati. Ed è stato concessa, appunto, all’organizzazione internazionale la facoltà di menzionare i responsabili degli attacchi. In particolare, il nuovo documento non incrimina direttamente il presidente Bashar al-Assad, ma indica l’implicazione di un’unità d’élite dell’esercito regolare. Nonché del capo di stato maggiore che, a sua volta, è agli ordini di Assad.
“Gas sarin e barili di cloro predisposti da ex membri di un nucleo speciale dell’esercito”
I tre attacchi in questione sono stati effettuati il 24, 25 e 30 marzo del 2017 e condotti da due brigate della 22esima divisione dell’esercito siriano. Si tratta della 50esima brigata, che ha utilizzato dei caccia Sukhoi con ordigni al gas sarin, e della 63esima, che con degli elicotteri ha svuotato dall’alto barili di cloro. In particolare colpendo l’ospedale sotterraneo di Al-Lataminah.
A landmark investigation by the U.N.-aligned Organization for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW) has for the first time blamed the Syrian government for chemical attacks on civilians in March 2017.
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— Foreign Policy (@ForeignPolicy) April 11, 2020
Il rapporto precisa anche che, tre giorni prima degli attacchi, degli alti ufficiali della Guardia repubblicana, un’unità d’élite, avrebbero ordinato a degli ex membri del “Nucleo 450” di preparare delle armi destinate difendere Hama. Ebbene, questa divisione, chiusa ufficialmente nel 2013, era specializzata nella predisposizione di armi chimiche presso il Centro di studi e ricerca scientifica della Siria. Quest’ultima, aderendo all’Opac nel settembre del 2013, si era impegnata a distruggere interamente il proprio arsenale chimico.
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Il nuovo rapporto sarà ora trasmesso al consiglio esecutivo dell’Opac e al segretario generale delle Nazioni Unite. Ma anche al Meccanismo internazionale incaricato di indagare sui crimini di guerra perpetrati in Siria.
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