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Cosa ci fa una michetta gigante farcita di plastica in piazza a Milano? La #MicaSpreco è una delle iniziative della campagna Sky Un mare da salvare, e mostra come la plastica monouso proveniente dalla filiera alimentare finisca ancora troppo spesso in mare. Per poi tornare nei nostri piatti.
È un’installazione che fa riflettere quella ospitata in piazza XXV Aprile a Milano e ideata da Sky Italia all’interno della campagna di sensibilizzazione Un mare da salvare dedicata al grave problema della plastica che soffoca i mari del mondo, Mediterraneo compreso. #MicaSpreco è una grande michetta in plastica riciclata (3,5 metri) simbolicamente imbottita proprio di quella plastica usa e getta che, dispersa nell’ambiente anziché essere avviata alla raccolta differenziata, arriva fino agli oceani (parliamo di circa otto milioni di tonnellate l’anno). Lì staziona per lungo tempo spezzettandosi in piccoli frammenti (microplastiche) che poi ritornano nella catena alimentare.
Secondo l’Ispra il 15-20 per cento delle specie marine che finiscono sulle nostre tavole contengono microplastiche, mentre per i ricercatori dell’Università nazionale d’Irlanda, che hanno analizzato i pesci mesopelagici del mare del Nord che vivono tra i 200 e i 1.000 metri di profondità, la percentuale salirebbe addirittura al 73 per cento. Ma non dimentichiamo che le microplastiche contamino anche l’acqua che beviamo e il cibo. Come ci finiscano è ancora da stabilire con certezza, ma secondo gli studiosi fonti probabili sono le fibre dei tessuti sintetici che si staccano e finiscono nell’aria oppure nell’acqua di scarico delle lavatrici dopo ogni lavaggio del nostro bucato. Anche l’erosione della pioggia potrebbe essere responsabile della presenza di microplastiche nella falda acquifera e nei terreni.
Come sottolinea l’installazione #MicaSpreco, lo spreco di cibo nelle nostre case e l’emergenza plastica nei mari sono due fenomeni più legati di quanto possa sembrare e vanno di pari passo. Secondo una ricerca di Friends of earth Europe dal titolo Unwrapped, ogni cittadino europeo spreca 30 kg di cibo ogni anno e insieme ad esso finiscono nell’ambiente ben 173 Kg di plastica. Dal 2004 al 2014, a un raddoppio dei rifiuti alimentari domestici è corrisposto un raddoppio dei rifiuti da imballaggio. La ricerca dimostrerebbe quindi una cosa importante: l’imballaggio di plastica, che doveva aiutare a conservare e a far durare il cibo più a lungo, sprecandone meno, in realtà ne incrementa lo spreco perché rende meno visibile il deterioramento di un alimento. Il suggerimento del report? Scegliere prodotti sfusi o imballati in meno packaging possibile.
Insomma, mentre aspettiamo che la tecnologia ci aiuti a ripulire il mondo dall’inquinamento che noi stessi produciamo, fondamentale diventa limitare l’utilizzo di plastica monouso e, quando questa è inevitabile, differenziarla in modo corretto. Due piccole azioni quotidiane che, come ben spiega Cristina Fenzi, responsabile della campagna Un mare da salvare per Sky Italia, possono davvero fare la differenza.
“La campagna Un mare da salvare è cominciata un anno e mezzo fa per volontà di Sky che è da sempre molto sensibile all’ambiente. Tra i vari temi in cui ci siamo imbattuti c’è quello dell’inquinamento dei mari e in particolare l’inquinamento da plastica. Abbiamo scelto di raccontarlo perché era molto poco sentito: come spesso succede, quando una cosa è di tutti alla fine diventa un problema di nessuno, anche se in realtà è urgentissimo. L’Italia è un Paese toccato dal mare da tutti i lati e ognuno di noi può verificare in prima persona quando va al mare la quantità di rifiuti che si trovano sulle spiagge. A parte il rifiuto vero e proprio, c’è anche il tema delle microplastiche, quello che si trova nel mare e quello che ritorna a noi attraverso la catena alimentare.
Anche @BeppeSala ha partecipato alla rivelazione di #MicaSpreco. Una bellissima iniziativa di @SkyTG24 per sensibilizzare le persone sullo spreco alimentare. pic.twitter.com/RmFXSBJiBw
— LifeGate (@lifegate) 7 maggio 2018
La parte che ci piace raccontare della campagna Un mare da salvare è che per Sky non è solo un’occasione per accendere un riflettore sul problema della plastica nei mari ma anche un impegno concreto che ci siamo presi in prima persona. Il nostro amministratore delegato di Gruppo, infatti, a Malta poco più di nove mesi fa, ha pubblicamente preso l’impegno di eliminare la plastica usa e getta dal nostro business entro il 2020. Questo ha significato rivedere tutte le nostre operazioni, quindi tante parti dove Sky lavora in prima persona, ridisegnando, ad esempio, il packaging dei nostri decoder, che fino a qualche mese fa arrivavano con la bustina che conteneva il telecomando, quella in plastica per le pile, e così via. Proporremo presto un nuovo packaging che non contiene plastica usa e getta: per chi riceverà i nostri prodotti a casa sarà molto più facile riciclare, e noi spiegheremo anche le motivazioni alla base della nostra scelta. Un mare da salvare è una campagna che si muove in due direzione: da un lato quello di parlare dell’argomento al pubblico, dall’altro quello di fare noi e chiedere alle persone di impegnarsi con piccole azioni quotidiane, per fare la differenza”.
Sky ha inoltre lanciato un fondo d’investimento volto a supportare le startup che offrono soluzioni per l’eliminazione della plastica. “ Ricerca delle soluzioni ma anche ricerca in generale”, prosegue Fenzi. “ Sappiamo che la ricerca è molto importante, quindi insieme a National Geographic abbiamo istituito una borsa di studio per premiare tre ricercatori che si siano attivati nell’ambito della riduzione della plastica usa e getta. Sky TG24 è il portabandiera della campagna, che tratta un argomento non proprio semplice da divulgare, ma ben si inserisce all’interno del più ampio tema dei cambiamenti climatici. I giornalisti Sky che seguono il tema sono chiamati spesso dalle Università per portare la propria esperienza e spiegare come si racconta un problema così vasto e complesso. Con la campagna cerchiamo anche di smuovere le istituzioni: saremo a Bruxelles settimana prossima per presentarla al Parlamento europeo e alla Commissione, che hanno una road map sulla plastica usa e getta. E poi ogni giorno nel nostro piccolo lavoriamo anche con i nostri fornitori. Il fatto di cominciare a cambiare il nostro modo di operare sta portando anche i nostri fornitori a mettersi in gioco, a trovare nuove idee e seguirci in questo percorso. Speriamo di innescare un circolo virtuoso!”
Dieci anni fa, Sky è diventata la prima azienda media carbon neutral al mondo ed è attualmente elencata nelle prime 8 aziende sostenibili nelle Newsweek Green Rankings, Silver Class nel Dow Jones Sustainability Index ed è inclusa nel FTSE4Good.
#MicaSpreco è visitabile durante la Milano Food City (7- 13 maggio) in piazza XXV Aprile a Milano. L’installazione dal 3 al 14 maggio vive la sua dimensione social in una pagina facebook dedicata dove, oltre alle informazioni sull’evento, gli utenti potranno ripercorrere con contenuti ad hoc la storia del progetto Un mare da salvare che Sky ha voluto dedicare agli oceani. La pagina riprende anche post e tweet di influencer che hanno voluto condividere le loro esperienze con l’hashtag #MicaSpreco.
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