Cosa sappiamo finora degli attentati di Pasqua in Sri Lanka. Si celebrano oggi i primi funerali delle oltre 300 vittime

Oggi le famiglie dello Sri Lanka piangono i cari persi nella serie di esplosioni verificatasi nel giorno di Pasqua. L’Isis ha rivendicato gli attentati, ma non ha fornito prove del suo coinvolgimento.

È salito a 321 il numero delle vittime degli attentati di Pasqua nello Sri Lanka, a sudest della penisola indiana. I feriti sono almeno 520: lo ha reso noto la polizia locale.

Cosa è successo a Pasqua in Sri Lanka

Il 23 aprile è stato proclamato giorno di lutto nazionale, in occasione dei funerali di coloro che domenica hanno perso la vita nell’esplosione alla chiesa di Katuwapitya a Negombo, tra cui molti bambini. Le altre deflagrazioni si sono verificate nelle chiese di Batticaloa e di Colombo, in quattro alberghi e in una casa privata. Un ordigno è stato disinnescato, un altro è esploso in un furgone; 87 detonatori a basso potenziale esplosivo sono stati rinvenuti nella stazione degli autobus di Pettah, un quartiere della capitale.

attentati di Pasqua in Sri Lanka, sale il numero delle vittime. I primi funerali
Più di 300 persone sono morte negli attentati di Pasqua in Sri Lanka. Il 23 aprile sono previsti i primi funerali, di coloro che hanno perso la vita nell’esplosione alla chiesa di Katuwapitya a Negombo © Carl Court/Getty Images

Chi sono i sospettati degli attentati e qual è il possibile movente

Nell’isola è stato proclamato anche lo stato d’emergenza nazionale, che prevede il conferimento di poteri speciali alla polizia, cosa che non accadeva dai tempi della guerra civile conclusasi nel 2009. Lo Stato Islamico (Isis) ha rivendicato gli attentati questa mattina, con una dichiarazione rilasciata dalla propria agenzia di stampa nella quale non vengono fornite prove a sostegno delle affermazioni riportate.

Le autorità locali hanno invece riferito che ad agire sarebbero stati sette kamikaze legati, secondo il ministro della Difesa Ruwan Wijewardene, a due gruppi jihadisti locali – National Thowheed Jamaat e Jammiyathul Millathu Ibrahim – che si sarebbero vendicati degli attacchi avvenuti a marzo nelle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. Si ritiene però che gli estremisti abbiano ricevuto supporto internazionale. Finora sono state arrestate quaranta persone, tra cui il presunto autista del furgone usato dagli attentatori e il proprietario della casa dove alloggiavano.

Perché l’arcivescovo della capitale ha accusato il governo

L’arcivescovo di Colombo ha lanciato l’accusa di falle nella sicurezza, incolpando il governo di non aver agito contro i jihadisti nonostante l’intelligence avesse diramato un allarme almeno dieci giorni prima degli attentati di Pasqua. “Gli attacchi terroristici di domenica non sono stati un fallimento dei servizi segreti del Paese, ma una mancanza di circolazione interna delle informazioni a persone capaci di agire”, ha risposto il ministro delle Riforme economiche e della Distribuzione pubblica, Harsha de Silva. Nel frattempo papa Francesco si è unito in preghiera alla comunità cristiana dello Sri Lanka, “colpita da una violenza cieca”.

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