Gli ospedali dello Sri Lanka sono rimasti a corto di medicine

Lo Sri Lanka è nel bel mezzo della più grave crisi della sua storia. Gli ospedali sono costretti a rinviare gli interventi perché mancano le medicine.

  • Lo Sri Lanka è nel pieno di una crisi economica e sociale.
  • Negli ospedali non ci sono più medicinali e dispositivi medici. Diverse strutture hanno sospeso gli interventi chirurgici.
  • Il governo ha chiesto un pacchetto di aiuti al Fondo monetario internazionale.

La crisi dello Sri Lanka ancora non si avvicina a una risoluzione pacifica. Mentre l’economia soffre, la popolazione scende in piazza per esprimere il proprio malcontento e la dinastia Rajapaksa resta aggrappata ai ruoli di potere, anche l’Ordine dei medici lancia un appello: ormai mancano addirittura i farmaci salvavita. E le conseguenze, in termini di vite umane, potrebbero essere addirittura peggiori rispetto a quelle della Covid-19.

Il disperato appello dei medici dello Sri Lanka

L’Ordine dei medici dello Sri Lanka (Sri Lanka medical association, Slma) ha fatto sapere che tutti gli ospedali del paese non hanno più accesso ai dispositivi medici e ai farmaci salvavita di importazione. Già dal mese scorso diverse strutture hanno sospeso gli interventi chirurgici di routine per mancanza di anestetici. Ben presto, però, potrebbero essere costrette a fare lo stesso anche per le procedure di emergenza.

“Dobbiamo decidere chi sarà curato e chi no”: questa la dichiarazione rilasciata domenica 10 aprile dalla Slma. “Se le forniture non saranno ripristinate entro qualche giorno, i decessi saranno di gran lunga di più rispetto a quelli provocati dalla pandemia”. Già qualche giorno prima, sottolinea il quotidiano Guardian, l’organizzazione aveva scritto una lettera al presidente Gotabaya Rajapaksa per informarlo sulla gravità della situazione.

Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa
Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa © Paula Bronstein/Getty Images

Il governo chiede aiuto al Fondo monetario internazionale

Quella in corso nello Sri Lanka è la crisi più grave dal 1948, anno in cui il paese ottenne l’indipendenza dal Regno Unito. Mentre infuria la rabbia dei cittadini, il governo si è rivolto al Fondo monetario internazionale (Fmi). La richiesta del nuovo ministro delle Finanze, Ali Sabry, è di un pacchetto di aiuti del valore di 2,7 miliardi di euro che permetta di sostenere le spese per i beni essenziali (come medicine e carburante) nei prossimi sei mesi.

Il Fmi ha confermato di aver avviato una discussione sul tema e di voler prendere una decisione nell’arco delle prossime settimane. “Ci impegniamo a supportare lo Sri Lanka, coerentemente con le nostre policy”, ha dichiarato tramite una nota Masahiro Nozaki, responsabile della missione nella zona. Aggiungendo che l’istituto “è molto preoccupato per l’attuale crisi economica nello Sri Lanka e per le difficoltà vissute dalla popolazione, in particolar modo dalle fasce più povere e vulnerabili”. Diversi economisti concordano sul fatto che il tracollo economico sia anche figlio di una cattiva gestione della spesa pubblica da parte del governo. Dopo le dimissioni dell’esecutivo, però, il presidente Gotabaya Rajapaksa ha proposto di istituirne un altro guidato sempre dai membri della sua famiglia.

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