Un nuovo programma per un massiccio trasferimento di armi a Israele, del valore di 18 miliardi di dollari. È quanto l’amministrazione americana guidata da Joe Biden ha approvato, in modo piuttosto silenzioso, nei giorni scorsi. Nonostante la pressione esercitata dalle tante organizzazioni non governative che difendono i diritti umani, nonostante la situazione disumana in cui sono costretti a vivere i due milioni di abitanti della Striscia di Gaza e nonostante le accuse di genocidio dalle quali Tel Aviv deve difendersi di fronte alla Corte internazionale di giustizia.
Il sospetto di un aggiramento del Congresso per concedere armi a Israele
Il governo democratico degli Stati Uniti, evidentemente, preferisce continuare ad armare l’esecutivo estremista di Benjamin Netanyahu. Secondo quanto riferito dal Washington Post, nella nuova fornitura di armi sarebbero inclusi oltre 1.800 bombe MK84 da 900 chilogrammi ciascuna, 500 MK82 da 230 chilogrammi e 25 aerei da combattimento F-35A.
Breaking news: The Biden administration greenlights more bombs and warplanes for Israel despite widening rift with Prime Minister Benjamin Netanyahu. https://t.co/niOrIsy87Z
Una scelta che non sarebbe andata giù ad alcuni deputati democratici dissidenti: secondo il quotidiano americano, alcuni di loro avrebbero chiesto “maggiore trasparenza sui trasferimenti di armi”. E avrebbero “sollevato dubbi sul fatto che vecchie autorizzazioni alle esportazioni siano state sfruttate per evitare di passare per nuovi vagli al Congresso”.
La legge statunitense prevede infatti che il parlamento venga informato circa i principali accordi per la vendita di armi all’estero. Ciò al fine di consentire ai deputati di, eventualmente, bloccare tali forniture: per farlo occorrere che venga adottata una risoluzione ad hoc, ad esempio per casi di violazione dei diritti umani. È importante sottolineare, però, che nella storia degli Stati Uniti ogni volta che è stato approvato un provvedimento del genere, è sistematicamente stato annullato dal veto presidenziale.
Gli Stati Uniti invieranno bombe e decine di caccia
Come spiegato dall’agenzia Reuters, “l’accelerazione delle consegne di aerei da guerra rappresentava una delle principali richieste del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che la scorsa settimana si era recato a Washington e aveva parlato con il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan e il segretario alla Difesa Lloyd Austin”.
Biden administration weighing $18 billion in arms transfers to Israel, sources sayhttps://t.co/sjNm3f8eJm
L’agenzia in questo caso parla di un ordine precedente di alcune decine di caccia F-15, che potrebbero essere consegnati però soltanto nel 2029, secondo quando indicato da un funzionario americano che ha preferito mantenere l’anonimato. Su tale fornitura sarebbe stato concesso il via libera lo scorso 30 gennaio dal presidente della commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Michael McCaul.
Il presidente russo risponde con un assenso molto cauto alla proposta statunitense di un cessate il fuoco in Ucraina di 30 giorni. E parla di “sfumature” di cui si dovrà discutere.
La Corte costituzionale ha estromesso il candidato di estrema destra Călin Georgescu dalle elezioni presidenziali della Romania, dopo aver già invalidato la sua vittoria di novembre.
L’ex presidente delle Filippine è accusato di crimini contro l’umanità per le migliaia di omicidi extragiudiziali nell’ambito della sua lotta alla droga.
Alternative für Deutschland (Afd) si è affermata soprattutto tra gli operai e nell’ex Germania dell’Est. Dietro ci sono ragioni storiche ed economiche.