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I dazi e le riforme fiscali per limitare i finanziamenti al solare non hanno indebolito il settore che nel primo trimestre 2018 cresce e fa meglio anche di eolico e gas naturale.
Nonostante tutti gli ostacoli che l’amministrazione Trump ha cercato di mettere sulla strada delle rinnovabili, nel primo trimestre di quest’anno gli Stati Uniti hanno installato più energia solare di qualsiasi altra fonte di elettricità, dimostrando ancora una volta quanto la strada per le tecnologie pulite sia ormai spianata. È questo quanto hanno appurato Solar energy industries association (Seia) e Gtm research che, insieme, hanno pubblicato il rapporto US Solar market insight: Q2 2018”.
Commercial Solar May Be 78% Third-Party Owned by 2021 https://t.co/4RgAQpMcFb by @michelle_schmo pic.twitter.com/eoTeBRd61z
— GTM Research (@GTMResearch) 26 aprile 2018
Tra gennaio e marzo 2018, gli sviluppatori americani hanno installato 2,5 gigawatt di energia solare con una variazione tendenziale che segna un +13 per cento su base annua. Il solare è cresciuto molto più dell’eolico e del gas naturale, rappresentando il 55 per cento di tutta la nuova capacità di generazione immessa nella rete elettrica americana. Un risultato che il fotovoltaico ha raggiunto per il secondo trimestre consecutivo.
La crescita del solare americano si deve in gran parte al fotovoltaico su larga scala grazie al quale le utilities producono una parte di energia da mettere in rete. La crescita è stata guidata dai progetti solari creati dai gruppi di cittadini e/o di aziende che hanno dato vita a iniziative comunitarie. È rimasto sostanzialmente stabile invece, sia su base annua sia su base trimestrale, il fotovoltaico residenziale. Dopo quattro trimestri consecutivi di calo anno su anno, anche questo settore sta mostrando segnali di miglioramento rispetto al 2017.
Nel 2018, dopo gli interventi dell’amministrazione Trump contro i pannelli solari provenienti dall’Asia – sottoposti a pesanti dazi doganali pari al 30 per cento per i primi tre anni e successivamente al 15 per cento –, le installazioni fotovoltaiche sarebbero dovute scendere o, almeno, rimanere ferme. A quanto pare, i dati di Seia e Gtm research mostrano che così non è andata. I dazi sono stati solo uno dei tanti bastoni tra le ruote che l’amministrazione americana ha cercato di porre allo sviluppo delle rinnovabili e di un nuovo modo di produrre e utilizzare l’energia. Oltre ad aver cambiato idea sull’Accordo di Parigi per mantenere sotto controllo i cambiamenti climatici, Trump e il suo staff hanno cercato di ridurre le normative dell’era Obama sulle emissioni delle centrali elettriche ed hanno introdotto riforme fiscali radicali per limitare i finanziamenti a solare ed eolico.
Guardando avanti, gli analisti di SEIA e GTM Research ritengono che nel 2018 le installazioni totali di nuovo fotovoltaico potrebbero raggiungere la cifra complessiva di 10,8 gigawatt. Entro il 2023, le installazioni annuali dovrebbero superare i 14 gigawat e nei prossimi cinque anni la capacità fotovoltaica totale installata negli Stati Uniti dovrebbe raddoppiare. Secondo l’Amministratore delegato di SEIA, Abigail Ross Hopper, “il solare è ormai diventato una scelta di buon senso per gran parte degli Stati Uniti, ed è troppo forte la spinta per essere bloccato a lungo, anche alla luce delle tariffe [introdotte]”. Insomma, chi crede che la strada da percorrere sia chiudere al nuovo e trincerarsi sulle posizioni tradizionali, è avvisato: l’energia pulita e sostenibile è già realtà e lo sarà sempre di più.
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