
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Tempo di semina, di preparativi, di piccole cure per la terra. Questi accorgimenti valgono sia per la semina in un ambiente protetto di piante da trapiantare a dimora, nell’orto, che per la semina nei vasi da balcone. Nel fondo dev’esserci uno strato di argilla espansa, venduta in palline, che assorbe molta acqua, evitando la
Tempo di semina, di preparativi, di piccole cure per la terra. Questi accorgimenti valgono sia per la semina in un ambiente protetto di piante da trapiantare a dimora, nell’orto, che per la semina nei vasi da balcone.
Nel fondo dev’esserci uno strato di argilla espansa, venduta in palline, che assorbe molta acqua, evitando la formazione di ristagni. Al posto dell’argilla espansa si possono usare tappi di sughero sminuzzati. Sopra questo strato va il terriccio fertile, fino a due centimetri dal bordo del vaso.
Per una terra un po’ più grassa vi si può mettere, una volta, qualche goccio di latte. Poi, è importante non mettere troppi semi, affinché le piante non crescano troppo fitte. Se poi, quando avranno tre o quattro foglie ben formate, trapianteremo le piantine, attenzione. È importante un giorno prima di procedere al trapianto irrigare bene i semenzai e le piante, sia per favorirne l’estrazione, sia per aumentare la capacità di adesione alle radicine del terreno che le accoglierà e rendere minimo il cosiddetto shock da trapianto.
Poi, trapiantare sempre al tardo pomeriggio, o alla sera, per evitare che le pianticelle appassiscano. Ecco cosa possiamo seminare, in queste settimane. In alcune zone rurali del Paese si semina tutto con luna crescente, che abbia fatto un martedì. In questi giorni, cioè, andiamo a guardare quando è la luna crescente: perciò, a partire da quattro giorni dopo possiamo pensare a solleticare ed appagare il nostro talento di amorevoli coltivatori.
S’interrano i bulbilli (gli spicchi) direttamente a dimora a distanza di 10 centimetri uno dall’altro. Barbabietola. Si semina da febbraio (a maggio) a dimora. Germina in 8-10 giorni.
Si semina da febbraio a giugno (e poi da agosto e settembre), a distanza di 4-5 centimetri; germina in due-tre settimane, a temperature di almeno 4°. Ci vuole un po’ di pazienza: si raccoglieranno a novembre!
Ce ne sono molte varietà, giuste giuste per ogni regione, ogni gusto, ogni fragranza: ne ricordiamo alcune, la ramata milanese, la dorata di Parma, la preziosa cipolla rossa di Tropea, la rossa di Firenze, la rossa di Genova, la Barletta bianca… e il cipollotto, bianco. Si seminano a gennaio-febbraio, si trapiantano a distanza di 10-15 cm. a marzo-aprile quando le piantine sono alte 15 cm. Si potrebbero anche piantare direttamente i bulbilli a dimora, a febbraio. La raccolta avviene dopo 140-180 giorni dal trapianto, quando gli steli sono secchi.
Le lattughe a cappuccio (trocadero, regina dei ghiacci, napoletana) si seminano a partire da gennaio, e germinano a una temperatura minima di 4°. Dopo un mese dovrebbero già essere pronte.
Uno dei frutti della terra sinonimo d’estate, si semina in semenzaio tra gennaio e febbraio per poi trapiantarla a dimora a fine marzo o aprile. Peperone. Altro frutto estivo, altra semina invernale. A febbraio. Quando la pianta avrà 5-6 foglie si trapianta a distanza di 30-40 cm., germinerà in 15 giorni, maturerà dopo tre mesi.
Tutte le varietà, dal pregiato San Marzano (da sugo) al cuore di bue da insalata si seminano in semenzaio a fine gennaio; si trapiantano in semenzaio quando ad aprile hanno 5-6 foglie, a distanza di un metro l’una dall’altra. Una menzione speciale per il re degli aromi, il basilico. L’erba dei re, facile da coltivare anche in casa, si semina a gennaio e febbraio in semenzaio, si trapianta tra marzo e aprile quando le piantine hanno le loro 5-6 foglie, a distanza di 20 centimetri una dall’altra. Germina in 8-15 giorni,, e si possono raccogliere le foglie – solo quelle più alte, perché quelle basse sono meno buone – dopo un paio di mesi.
Al lavoro.
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