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Il trasporto pesante è responsabile del 22 per cento delle emissioni di CO2 in Europa. Servirà decarbonizzare tutto il settore, creando una rete di ricarica capillare, per ridurle drasticamente.
Se non si ridurranno a zero anche le emissioni di CO2 del trasporto su gomma, non sarà possibile per l’Europa rispettare l’Accordo di Parigi. Non solo, ma per riuscire a decarbonizzare l’economia europea entro il 2050, ridurre drasticamente le emissioni di tutto il trasporto pesante è una conditio sine qua non per raggiungere gli obiettivi climatici. Per questo motivo sarà necessario che, nell’imminente revisione della direttiva sullo sviluppo dei combustibili alternativi e dei biocarburanti avanzati, grande spazio venga dato per all’elettrificazione del trasporto pesante, eliminando gradualmente i combustibili fossili come il gas naturale liquefatto e il metano.
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A rivelarlo è un recente documento pubblicato dall’Ong Transport & Enviroment, che invita la politica europea ad agire fin da subito per promuovere un’efficiente rete di ricarica capillare, e di prevedere regole più stringenti per le emissioni di CO2 anche per i camion. “La legge sulle infrastrutture per i carburanti alternativi deciderà come alimentare i camion del futuro e questi camion devono essere a emissioni zero”, dice Lucien Mathieu, analista di T&E in una nota. “L’Ue deve mostrare ai trasportatori e ai produttori di camion la propria tabella di marcia per l’installazione di una rete europea di ricarica per i camion elettrici”.
Secondo la roadmap “Recharge Eu trucks: time to act!” l’Europa dovrà concentrarsi solo sulle tecnologie a zero emissioni, eliminando gradualmente tutti gli obiettivi per la creazione di un’infrastruttura per il gas liquefatto (Gnl) a partire dal 2025. Per i cinque anni successivi invece sarà necessario pensare a degli obiettivi vincolanti per l’elettrificazione dei centri di distribuzione e dei centri logistici. T&E chiede inoltre la realizzazione di infrastrutture di rifornimento per l’idrogeno nei principali porti dell’Ue per rifornire le navi a idrogeno, ma anche per alimentare i camion a idrogeno che operano all’interno dei porti.
“L’emergenza climatica richiede interventi sulle emissioni di CO2 dei camion”, continua Lucien Mathieu. “L’Europa dovrebbe iniziare assicurandosi che le sue principali aree urbane e strade siano idonee al trasporto merci su strada a emissioni zero. In questo modo, nessuna parte dell’Ue sarà lasciata indietro nel Green new deal”.
Tra le novità già presentate il Nikola Tre è forse tra i più interessanti perché sarà il primo camion elettrico a celle a combustibile, costruito grazie alla partnership tra Iveco, Fpt Industrial e l’americana Nikola Corporation. Il primo camion a idrogeno sarà preceduto da un modello completamente elettrico (in vendita entro il 2021), dotato di una batteria da 720 kWh e 400 chilometri di autonomia. Anche Scania è pronta ad introdurre veicoli completamente elettrici a batteria per la distribuzione in ambito urbano. Con la tecnologia delle batterie attualmente disponibile, i veicoli elettrici possono percorrere distanze più brevi e richiedono la ricarica delle batterie, che può avvenire durate il carico e scarico delle merci. I due veicoli già operativi hanno una batteria con 165 kWh di capacità, che garantisce un’autonomia di 120 km, ricaricabile in modalità plug-in a 130 kW. Volvo sta lavorando all’elettrificazione in particolare per i mezzi pesanti impiegati nei cantieri edili e ha avviato recentemente la vendita di camion elettrici per il trasporto urbano.
Resta poi la questione ambientale, legata in particolare all’inquinamento atmosferico e alla produzione di polveri sottili da parte del trasporto pesante. Alcuni test commissionati dal governo dei Paesi Bassi hanno dimostrato che i camion a gas naturale liquefatto inquinano l’atmosfera fino a 5 volte di più rispetto ai propri corrispettivi a diesel. Risultati che sarebbero in contrasto con le dichiarazioni dei produttori. Sempre secondo T&E sarebbe quantomai urgente “scoraggiare l’acquisto di camion a Gnl” e “rimuovere le bassissime aliquote fiscali attualmente applicate ai gas fossili per il trasporto nella maggior parte dei paesi”.
Per finanziare un’infrastruttura di ricarica paneuropea, T&E stima che saranno necessari 20 miliardi di euro nei prossimi 11 anni, o in media 1,8 miliardi di euro l’anno. Una call to action per raggiungere l’obiettivo inserito nel nuovo patto “verde” europeo.
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