A che punto è il Tren Maya che ha diviso il Messico, tra ritardi e proteste

Il Tren Maya è una linea ferroviaria di 1500km in Messico. Fa parte dei progetti di sviluppo economici del Paese ed è destinato ai turisti. Rappresenta però una minaccia per l’ambiente e le culture locali.

  • Il Tren Maya è un’infrastruttura che avrebbe dovuto cambiare il volto al Messico del Sud.
  • Ma i ritardi e le difficoltà dei lavori di costruzione hanno, piuttosto, fatto cambiare idea a molti, in primis i pendolari.
  • Senza dimenticare l’impatto ambientale che rischia di mettere a rischio diverse specie endemiche.

Il Tren Maya doveva essere pronto e inaugurato a febbraio, ma il 26 gennaio scorso il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha dichiarato che, per via delle elezioni presidenziali, la sua presentazione ufficiale avverrà dopo il 2 giugno, anche se non è stata ancora definita alcuna data ufficiale. Ma López Obrador ha comunque voluto inaugurare, a dicembre 2023, le prime due tratte della grande e contestata ferrovia che dovrebbe, a lavori conclusi, attraversare Yucatán, Campeche, Quintana Roo, Tabasco, e Chiapas.

Cos’è il Tren Maya?

Il Tren Maya è un progetto faraonico che prevede la costruzione di una linea ferroviaria e di poli turistici attorno ad ogni sua fermata. Un’opera che tenta di trasfomare in un’area turistica l’intero sud del Messico, ma anche di edificazione massiva e di trasformazione del territorio. Il progetto dovrebbe costare circa 515 miliardi di pesos (oltre 28 miliardi di euro) e che, assieme al Corridoio interoceánico e alla Raffineria dos bocas, rappresenta il più grande investimento infrastrutturale della presidenza di López Obrador e che, con molta probabilità, resterà dopo di lui, nel bene o nel male.

Opere estrattiviste in epoca di crisi climatica

Le grandi opere volute dal presidente raccontano di una fedele e acritica adesione a una forma di governo capitalista ed estrattivista. Opere impattanti per il territorio e per la società, nonostante viviamo già in epoca di crisi climatica. Opere “giustificate” dall’abbandono e dal degrado che il sud del Messico ha vissuto per anni e quindi dalla visione del presidente di “rilanciare economicamente” quella regione utilizzando logiche e pratiche di fatto obsolete e problematiche da molti punti di vista. Occorre ricordare che i treni nel paese sono stati smantellati dal presidente Ernesto Zedillo alla fine degli anni Novanta nell’ambito del Nafta, l’Accordo nordamericano per il libero scambio. Così i messicani è da oltre 25 anni che aspettano la realizzazione di una rete ferroviaria all’avanguardia che sposti da gomma a rotaia il trasporto privato. Ed è proprio questo il punto: il Tren Maya è un’opera pensata per attirare i turisti che non risponde alle esigenze dei pendolari e dei messicani. La costruzione e la gestione è in mano all’esercito che, per l’occasione, si trasforma in una sorta di azienda. Esercito che costruirà anche l’aeroporto internazionale di Tulum, i siti ricettivi per i turisti lungo la tratta del Tren Maya e l’aeroporto internazionale di Palenque.

I rischi ambientali riguardano deforestazione e la frammentazione di 23 aree naturali protette e due riserve della biosfera, Sian Ka’an e Calakmul, annoverate tra i patrimoni dell’umanità Unesco. Inoltre, sono decine le regioni terrestri e idrologiche che, secondo gli scienziati del Consiglio nazionale della scienza e della tecnologia, rischierebbero di diventare “biologicamente inospitali” per via dei lavori.

tren maya rotta
La rotta del Tren Maya ©

Con il Tren Maya quindi si inaugura una nuova fase per la penisola dello Yucatán, tutt’altro che chiara, tutt’altro che semplice e garantita dove, oltre al sogno del presidente e alle minacce ambientali, vedrà come attore anche il crimine organizzato e gli interessi militari.

Andrés Manuel López Obrador scommette, al netto della devastazione ambientale, dello scontro con le comunità indigene, centri di diritti umani e gruppi ambientalisti, sul possibile sviluppo economico ed industriale della regione. La logica che sostiene il mostruoso investimento per le casse messicane e lo sforzo locale in termini ambientali è paragonabile a quella di chi gioca la carta dei grandi eventi (olimpiadi, campionati mondiali, esposizioni universali), ovvero quella della “politica della promessa”. Tra queste, la creazione di 300mila posti di lavoro. Scommessa che, nelle prime settimane di attività, per quanto parziale, non si è concretizzata: 15.579 biglietti venduti, di cui solo 401 per turisti internazionali, secondo i dati forniti dal generale Óscar David Lozano, nominato direttore generale dell’opera.

Quale sostenibilità per il Tren Maya

Le domande sulla sostenibilità, non solo economica, dell’opera non
trovano ancora oggi una risposta e l’impatto ambientale, non solo della ferrovia ma anche dei centri turistici creati attorno ad ogni fermata, è evidente. Secondo l’analisi delle immagini satellitari effettuata dall’ong CartoCrítica nel giugno dello scorso anno, sono 10.831 gli ettari occupati per opere correlate al Tren Maya, ed il 61 per cento di quella superficie sarebbe stata deformata. Numeri ben più gravi delle stime del mondo ambientalista messicano che prevedeva la distruzione di almeno 2.500 ettari di foresta.

Le organizzazioni in difesa dei diritti umani, intanto, denunciano diversi conflitti per la proprietà della terra. La polemica è accentuata dal fatto che il presidente aveva promesso che non si sarebbe tagliato nemmeno un albero per la realizzazione del Tren Maya, ma secondo il Fondo nacional de fomento al turismo si contano almeno tre milioni di alberi tagliati o spostati. In più, un recente studio di impatto ambientale sulla Sezione 5 Sud, realizzato dalla Direzione generale dell’impatto e del rischio ambientale del ministero dell’Ambiente, si evidenzia che “l’abbattimento degli alberi può danneggiare alcune specie, soprattutto uccelli, poiché è possibile che abbiano nidificato. Allo stesso modo, l’attività di rimozione delle palme colpirà le specie che vivono al livello del suolo o che hanno abitudini fossorie”, cioè che tengono a scavare il terreno, si legge nel documento. Mentre diverse organizzazioni ambientaliste come Cenotes Urbanos, Greenpeace e Sélvame del Tren denunciano “che il terreno carsico della regione, pieno di buche e composto da calcare tenero che si scioglie in acqua, collasserà sotto il peso del treno che viaggia a velocità tra i 120 e i 160 chilometri orari”. Il Grupo México, una delle principali agenzie di costruzione della quinta tratta, ha citato la “impossibilità tecnica” di costruire in sicurezza la tratta ferroviaria prima della scadenza e si è ritirato dal progetto nel 2023.

Crolli e inquinamento minacciano l’acqua e quindi l’accesso per oltre 1,8 milioni di cittadini di Quintana Roo e la più grande riserva di acqua dolce del Messico, in una regione già colpita da gravi siccità. Il Tribunale internazionale per i diritti della natura, un’istituzione formata da cittadini per indagare sulle violazioni dei diritti della natura, ha ritenuto lo Stato messicano responsabile dei crimini di ecocidio ed etnocidio con la costruzione del Tren Maya tanto che nella sentenza emessa il 26 luglio ha accusato il megaprogetto di violare i diritti della terra che andrebbero rispettati ma anche il diritto all’acqua come fonte di vita, alla salute globale e all’assenza di inquinamento da rifiuti tossici.

Anche sulle due tratte in funzione, i disservizi sono quotidiani

Il 16 dicembre, il giorno dopo l’inaugurazione della prima tratta si sono registrati ritardi di quattro ore, presumibilmente a causa di un guasto tecnico, durante il secondo viaggio programmato. Ma i problemi sono quotidiani, nelle aree di lavoro i mezzi pesanti procedono lentamente e gli spostamenti su strada si fanno lunghi e faticosi così come alcune strutture di accoglienza per i turisti e le turiste sono state rese inutilizzabili dopo che forti piogge hanno portato al loro allagamento. Il presidente ha anche insistito sull’importanza dell’opera che resterà una delle sue più importanti scommesse, ma anche uno degli elementi su cui la sua presidenza sarà valutata. “Immaginate, uno degli aspetti positivi dei treni è che, a differenza dell’aereo, dell’autobus, ci si rilassa. Tu sei su un treno e stai parlando… rilassato, rilassato, rilassato. L’aereo è un po’ più teso, l’autobus anche. Per non dire cosa significhi parlare da un elicottero”, e poi ha aggiunto, negando le evidenza del suo stesso governo, “assolutamente nulla viene distrutto, niente; al contrario, la riserva di Calakmul si sta espandendo; sarà, dopo l’Amazzonia, la riserva più grande d’America”.

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Il progetto Tren Maya collega gli stati del sud del Messico © Donald Miralle/Getty Images

Il modo in cui è stato progettato il Tren Maya indica che l’infrastruttura di trasporto pubblico sarà messa al servizio degli investimenti privati al di sopra della protezione e della garanzia dei diritti umani delle popolazioni indigene e dell’ambiente. La ricerca sottolinea anche l’importanza del treno Maya come infrastruttura di base per l’industria energetica nel sud-est, poiché un terzo del trasporto merci del treno sarà destinato al trasporto di combustibili fossili. Isabel Clavijo e Daniel Castrejón dell’associazione Proyecto sobre organización, desarrollo, educación y investigación, sostennero già nel 2020, che “il modo in cui è stato progettato il Tren Maya indica che l’infrastruttura di trasporto pubblico sarà messa al servizio degli investimenti privati al di sopra della protezione e della garanzia dei diritti umani delle popolazioni indigene e dell’ambiente.

La ricerca sottolinea anche l’importanza del Tren Maya come infrastruttura di base per l’industria energetica nel sudest, poiché un terzo del trasporto merci del treno sarà destinato al trasporto di combustibili fossili.

A fine gennaio, Giovanna Gasperello – antropologa che ha seguito la vicenda per il Tribunale dei diritti della natura – ha scritto in un articolo che “l’ideologia dello sviluppo implica un modo particolare di vedere e costruire la realtà come uno spazio che necessita di interventi. Tale intervento si esercita sui territori, sulle culture e sulle società. Non è un progetto ferroviario, è un mezzo per riordinare il territorio nei cinque Stati coinvolti. Oltre a essere un servizio di trasporto ferroviario e un corridoio turistico, il progetto prevede di ‘riordinare’ il territorio che attraverserà e di integrarlo dando impulso all’industria energetica, all’agroindustria e allo sviluppo tecnologico, soprattutto in termini di industria turistica”.

L’opera, importante e dal grande impatto ambientale, voleva essere il volano elettorale di Morena, il partito fondato dall’attuale presidente. Ora, tra proteste, ritardi ed errori di progettazione, rischia di trasformarsi in un motivo d’imbarazzo per il presidente Andrés Manuel López Obrador. Al netto della campagna elettorale, i prossimi mesi saranno determinanti per comprendere le reali conseguenze del progetto sulle comunità e i territori.

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