
Dalla gestione dell’acqua ai compost biologici innovativi, il Community learning centre di Dimmerpani è diventato un punto di riferimento per l’agricoltura resiliente. Un’esperienza di successo che parte dalle donne.
E il ferro, si chiederà qualcuno, da dove lo prendiamo? Meglio gli spinaci o meglio le carni rosse? Come evitare il rischio di anemia? In realtà negli ultimi anni il mondo scientifico sembra aver ammesso la possibilità che il rischio di anemia da carenze alimentari nel nostro paese sia stato ampiamente sopravvalutato. Molti medici si
E il ferro, si chiederà qualcuno, da dove lo prendiamo?
Meglio gli spinaci o meglio le carni rosse? Come evitare il rischio
di anemia? In realtà negli ultimi anni il mondo scientifico
sembra aver ammesso la possibilità che il rischio di anemia
da carenze alimentari nel nostro paese sia stato ampiamente
sopravvalutato.
Molti medici si fanno sostenitori di un dissenso convinto rispetto
alle classiche prescrizioni di grosse dosi di carne per gli anemici
e i “debolucci”. Senza contare che la carne, anche solo come fonte
di proteine, è meno assimilabile e più tossicogena di
altri cibi proteici. Peggio ancora se somministrata sotto forma di
carne conservata (salumi, insaccati e così via).
E gli spinaci? Sono decisamente più adatti a soddisfare il
fabbisogno di vitamine piuttosto che di ferro, perché nei
vegetali a foglia verde il ferro è purtroppo poco
assimilabile.
La soluzione migliore sta nel consumare una grande varietÃ
di alimenti tutti più o meno ricchi di ferro facilmente
assimilabile, come latte e latticini, uova, pesce; tra i vegetali i
migliori “ferrogeni” sono invece i semi oleosi (specialmente le
mandorle e il sesamo), i legumi, la frutta secca (uvetta, prugne,
fichi, albicocche), la melassa nera di canna e alcune alghe.
Francesca Marotta
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività .
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dalla gestione dell’acqua ai compost biologici innovativi, il Community learning centre di Dimmerpani è diventato un punto di riferimento per l’agricoltura resiliente. Un’esperienza di successo che parte dalle donne.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Uno studio americano ha osservato l’associazione tra il consumo di cibi ultra-processati e il rischio di artrosi al ginocchio dovuto alla presenza di grasso accumulato nei muscoli delle cosce.
Nella Bassa California, la cooperativa Guardianas del Conchalito sta salvando la zona umida costiera di La Paz, dando un contributo alla mitigazione del clima e all’indipendenza delle donne.
Secondo uno studio, le antocianine che donano ai vegetali i colori rosso, viola e blu si distinguono per il loro effetto protettivo contro i danni da microplastiche all’apparato riproduttivo.
La Nascetta è l’unico vitigno bianco autoctono delle Langhe, ma era stato abbandonato nel dopoguerra perché coltivarlo non è facile. Ora c’è chi ci sta riprovando, con successo.
Uno studio ha evidenziato un’associazione tra un maggiore consumo di yogurt e tassi più bassi di cancro al colon prossimale.
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata associata dai ricercatori a una salute cerebrale ottimale, con una migliore integrità della sostanza bianca, riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo.
In Italia lo spreco di cibo è cresciuto, basterebbe però che ognuno di noi lo tagliasse di 50 grammi ogni anno per raggiungere l’obiettivo dell’Agenda 2030.