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Grande scoperta nelle montagne vietnamite da parte del Wwf: fotografato uno dei mammiferi più rari. Lo chiamano unicorno, in realtà si tratta del saola.
Soprannominato l’unicorno asiatico a causa della sua rarità, il saola (Pseudoryx nghetinhensis) è un lontano parente dei bovini, ma ricorda un’antilope. Le sue lunghe corna parallele raggiungono i 50 centimetri e possiedono
delle estremità taglienti. “Il saola è il Santo Graal per il Sudest asiatico e per questo tra ambientalisti c’è un moltissimo entusiasmo”, ha dichiarato entusiasta Isabella Pratesi Direttore Conservazione del Wwf Italia.
“È una scoperta mozzafiato e rinnova la speranza per il recupero della specie”.
Scoperto solo nel 1992 a casa di un cacciatore che ne teneva il teschio dalle insolite corna, si è rivelato subito uno dei ritrovamenti del più grande mammifero degli ultimi 50 anni.”In Vietnam, l’ultimo avvistamento di un Saola in natura risale al 1998″, ha detto Dang Dinh Nguyen, vicecapo del dipartimento di Protezione forestale di Quang Nam e direttore della riserva naturale di Saola di Quang Nam. “Questo è un momento storico per gli sforzi del Vietnam per proteggere la sua straordinaria biodiversità ed è la prova dell’efficacia degli sforzi di conservazione nel difficile habitat di questo meraviglioso erbivoro”.
Proprio in funzione della protezione di questa e altre specie rare, il Wwf in collaborazione con il ministero vietnamita, ha avviato in queste dense e remotissime foreste lungo il confine tra Vietnam e Laos, un programma di conservazione delle foreste e della biodiversità. Qui le guardie forestali vengono reclutate dalle comunità locali, formate e preparate per combattere i bracconieri. “Dal 2011, le pattuglie delle guardie forestali nella zona dove è presente il Wwf hanno rimosso oltre 30mila trappole e distrutto più di 600 accampamenti illegali di bracconieri. La conferma della presenza del saola in quest’area è una dimostrazione che gli sforzi delle nostre guardie appassionate e instancabili stanno dando buoni risultati”, ha concluso Isabella Pratesi.
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