
I dati degli ultimi anni indicano un rallentamento nel processo di transizione energetica in Italia. Il rischio è di mancare gli obiettivi al 2030.
Una task force tra Europa e Stati Uniti ha come obiettivo l’indipendenza dai rifornimenti di gas russo. La priorità comunque rimane sulle rinnovabili.
L’approfondimento di questa notizia a firma di Violetta Silvestri è su Money.it
Nella corsa all’indipendenza europea dal gas russo, arriva un accordo strategico Ue-Usa per la fornitura di gnl, anche se è auspicabile che la diversificazione energetica preveda la sostituzione di fonti fossili con quelli rinnovabili. Nello specifico dell’intesa, gli Usa mirano a fornire almeno 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto aggiuntivo al mercato dell’Ue quest’anno. L’accordo include l’impegno comunitario a garantire la domanda di circa 50 miliardi di metri cubi all’anno di gnl in più dagli Usa, pur rimanendo coerente con gli obiettivi di riduzione del carbonio e fermo restando che i prezzi dovrebbero riflettere i fondamentali del mercato a lungo termine.
C’è da dire che l’Europa importa la maggior parte del suo gas russo tramite gasdotti, con solo una piccola parte che arriva sotto forma di gnl. La Russia spedisce circa 150 miliardi di metri cubi di gas in Europa tramite pipeline, di cui circa 14-18 miliardi sono gas naturale liquefatto. Ciò significa che qualsiasi interruzione dalla Russia sarebbe difficile da affrontare, anche a livello logistico. Le ulteriori importazioni dagli Stati Uniti richiederanno tempo per iniziare, con l’Europa vincolata dall’attuale capacità di rigassificazione, numero di terminali e interconnettori. C’è da ripensare un sistema di raccolta e trasformazione del gas che finora ha funzionato con i gasdotti delle vie russe. Per questo, l’obiettivo primario di una task force congiunta Usa-Ue sarà quello di diversificare le forniture di gnl in linea anche con gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici e ridurre la domanda di gas naturale.
Il blocco di 27 nazioni punta a sostituire quest’anno quasi i due terzi delle sue importazioni totali di gas dalla Russia. L’impressione è che senza il supporto anche delle fonti rinnovabili, le altre vie di rifornimento (gnl, gas dal Nord Africa), non saranno sufficienti a imprimere la svolta.
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